Ebola, prima task force in Calabria contro il virus. Attivata a Lamezia: valuterà i sintomi dei casi sospetti

Ebola, prima task force in Calabria contro il virus. Attivata a Lamezia: valuterà i sintomi dei casi sospetti

L’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro è il primo ente in Calabria ad attivare tempestivamente e in via precauzionale le procedure indicate dal Ministero della Salute in tema di «Emergenza Ebola». Mercoledì prossimo, infatti, nell’ospedale «Giovanni Paolo II» di Lamezia Terme si svolgerà il primo incontro aziendale per affrontare l'emergenza correlata alla malattia da virus Ebola. 

UNA TASK FORCE PER I CASI SOSPETTI - La riunione, è scritto in una nota dell'Asp, avrà lo scopo di individuare una task force aziendale, da istituire per l’emergenza del nuovo virus che si sta diffondendo nel mondo. In accordo con quanto richiesto dal Ministero della Salute il gruppo di lavoro si occuperà della gestione di eventuali casi sospetti legati ai sintomi dell'ebola. La riunione sarà presieduta dal dottor Arcangelo Delfino, responsabile dell’Unità operativa Prevenzione infezioni ospedaliere dell’Asp su espressa delega del direttore generale aziendale Mario Catalano.

I SINTOMI E IL PIANO D'EMERGENZA - Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità il rischio contagio nei paesi dell'unione europea è basso ma, viene sottolineato, sono inevitabili casi sporadici. Negli aeroporti è già preallarme. In Italia un aereo con a bordo un caso sospetto di ebola può atterrare sia all’aeroporto romano di Fiumicino sia in quello milanese di Malpensa, dove sono attivi 24 ore su 24 i «canali sanitari» predisposti per fronteggiare l’emergenza del virus. I sintomi di Ebola sono: febbre, forte mal di testa, dolore muscolare, diarrea, vomito, dolori addominali ed emorragie inspiegabili. La trasmissione del virus, spiegano gli esperti, è rapida, attraverso i fluidi corporei, come muco o sangue, lacrime o saliva. 

PAZIENTI INFETTI DOPO INCUBAZIONE DI 21 GIORNI - In una comunicazione agli stati membri dell'Unione europea, il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc) ha sottolineato che il sangue e gli organi di un paziente infetto possono trasmettere il virus ebola sin dall'inizio della malattia, prima della comparsa dei sintomi. Un paziente si considera infettivo dopo la comparsa dei sintomi e una incubazione valutata in 21 giorni.

Il documento dell'Ecdc, ha spiegato il direttore del centro Nazionale Trapianti Nanni Costa, evidenzia come ebola sia un problema di sanità pubblica ma avverte anche che «un rischio contagio attraverso gli organi ed il sangue non è escluso». Per questo, ha rilevato Costa, «l'Ecdc evidenzia la necessità di prendere precauzioni nei settori trapianti e sangue». Questo perchè, ha chiarito, «la trasmissione del virus attraverso un eventuale organo trapiantato è più diretta e immediata rispetto alla trasmissione del virus attraverso i fluidi corporei». Dunque, ha esemplificato il direttore del Cnt, «ciò significa che se una persona sospettata di essersi contagiata arriva dall'Africa senza alcun sintomo, questa persona non è contagiosa ma dovrà attendere 21 giorni per l'eventuale comparsa dei sintomi, ed è proprio dalla comparsa dei sintomi che diventerà infettiva per le altre persone. La stessa persona, se infettata, potrebbe però trasmettere il virus attraverso i suoi organi, in caso di donazione, o attraverso il sangue con le trasfusioni, ancora prima della comparsa dei sintomi».

L'OMS: OLTRE QUATTROMILA I DECESSI - Il numero di decessi provocato dal virus di Ebola, secondo i conteggi dell'Organizzazione mondiale della Sanità, ha superato la soglia dei 4mila: dallo scoppio dell'epidemia all'8 ottobre, vi sono stati 4.033 decessi su un totale di 8.399 casi di contagio confermati, probabili o sospetti in 7 Paesi (Guinea, Liberia, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Spagna e Usa). 

 

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