Comune di Bovalino, ecco le motivazioni dello scioglimento.

Comune di Bovalino, ecco le motivazioni dello scioglimento.

Di seguito le motivazioni che hanno portato allo scioglimento del comune di Bovalino. Cliccando QUI, invece, sarà possibile accedere alla relazione di 31 pagine a firma del Prefetto di Reggio Calabria S.E. Dott. Claudio Sammartino.

 

Pubblicate ieri in gazzetta ufficiale le motivazioni a seguito delle quali è stato sciolto in consiglio comunale di Bovalino. Di seguito lo stralcio della Gazzetta Ufficiale n.96 del 27-4-2015

Nel Comune di Bovalino sono state riscontrate forme di ingerenza  da  parte  della  criminalita'   organizzata   che   hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita'  degli  organi

eletti nelle consultazioni amministrative del 28  e  29  marzo  2010, nonche' il buon andamento dell'amministrazione  ed  il  funzionamento dei servizi.

    Le risultanze di una vasta  operazione  di  polizia  giudiziaria, coordinata dalla Procura  della  Repubblica,  Direzione  Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno portato all'arresto, nel dicembre 2013,  di   sei   persone,   compartecipi,   a   vario   titolo,   di un'associazione per delinquere di tipo mafioso  che  perseguiva,  fra gli  altri,  lo  scopo  di  procurare   voti   in   occasione   delle consultazioni elettorali, convogliando le preferenze su candidati  in cambio di future utilita'.

    Le indagini della magistratura inquirente,  acquisite  anche  nel corso  della  predetta  operazione  di  polizia,  coinvolgono  alcuni amministratori del  comune  di  Bovalino  e  documentano  i  rapporti intercorrenti tra gli organi  dell'ente  ed  esponenti  della  locale organizzazione criminale,  interessati,  in  particolare,  ai  lavori edili e stradali appaltati dal comune. Sulla base di tali presupposti, il prefetto di  Reggio  Calabria, con  decreto  del  24  giugno  2014,  i  cui   effetti   sono   stati successivamente prorogati, ha disposto l'accesso presso il comune, ai sensi dell'art. 1, comma 4, del decreto-legge 6  settembre  1982,  n. 629, convertito  dalla  legge  12  ottobre  1982,  n.  726,  per  gli accertamenti di rito.

    Al termine  dell'indagine  ispettiva  il  prefetto,  su  conforme parere del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato  con  la  partecipazione   del   Procuratore   distrettuale antimafia, ha redatto l'allegata relazione in data  9  gennaio  2015, che costituisce parte integrante della presente proposta, in  cui  si da' atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti  elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali  con la  criminalita'  organizzata  di  tipo  mafioso  e   su   forme   di condizionamento degli stessi, riscontrando pertanto i presupposti per l'applicazione  della  misura  prevista  dall'art.  143  del  decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

    I lavori svolti  dalla  commissione  d'indagine  hanno  preso  in esame, oltre  all'intero  andamento  gestionale  dell'amministrazione comunale, il contesto ove si colloca l'ente locale,  con  particolare riguardo ai rapporti tra gli amministratori e  le  cosche  locali  ed hanno evidenziato come l'uso distorto  della  cosa  pubblica  si  sia concretizzato, nel tempo, in favore di soggetti e  imprese  collegati direttamente od indirettamente a gruppi malavitosi.

    Il territorio del comune di Bovalino e' stato teatro di sequestri di persona, di gravi fatti di  sangue  e  di  una  faida  tra  cosche rivali, culminata con  la  strage  di  Duisburg  del  2007,  efferati delitti, questi, perpetrati a partire dagli  anni  '70  ad  opera  di organizzazioni  criminali,  provenienti  per  lo  piu'   dai   comuni limitrofi. 

    E' significativo, in tal senso, che alcuni consigli  comunali  di comuni vicini a Bovalino siano stati sciolti,  anche  reiteratamente, per  infiltrazione  e  condizionamento  di  tipo  mafioso,  ai  sensi dell'art. 143 citato, e che la gestione di cinque di essi sia tuttora affidata a commissioni straordinarie, dopo  l'adozione  della  misura dissolutoria.

    La capacita' di controllo del territorio da parte delle cosche  e l'interesse   nei   confronti   dell'attivita'   dell'amministrazione comunale  risultano  chiaramente  da   un   rapporto   dell'autorita' investigativa, datato 5 novembre 2014, nel quale si  afferma  che  il territorio  comunale  e'  divenuto  ormai  zona  di  conquista  e  di interesse per le molteplici attivita' commerciali ed  imprenditoriali esistenti.

    Gli inquirenti sottolineano, inoltre, come tutto cio' che avviene nel  comune  di  Bovalino  e'  influenzato   da   questa   «autorita' costituita» (la 'ndrangheta) e nutrito dal  senso  di  omerta'  e  di  assoggettamento  che  risultano  essere  gli  elementi   chiave   che caratterizzano il cosiddetto metodo mafioso. 

    Gli accertamenti di polizia  giudiziaria  attestano  i  contatti, intercorsi tra appartenenti  al  clan,  l'attuale  sindaco  e  alcuni consiglieri  in  carica,  finalizzati  ad  assicurare   ai   predetti
amministratori  l'appoggio  della  'ndrangheta  in  occasione   delle consultazioni  elettorali  del  marzo   2010,   che   hanno   portato all'elezione dell'attuale amministrazione comunale.

    La confluenza  dei  voti  su  soggetti  vicini  alla  consorteria criminale ha consentito di collocare all'interno  dell'ente  soggetti apprezzati dall'ambiente malavitoso locale, in grado di favorire  gli interessi economici privati di uomini ed imprese controindicati.

    In particolare, nella documentazione  prodotta  nel  corso  delle indagini viene segnalato il colloquio  telefonico  tra  il  neoeletto sindaco  e  un  noto  esponente  malavitoso  nel  corso   del   quale quest'ultimo definisce  la  vittoria  elettorale  frutto  del  comune impegno profuso durante la campagna elettorale.
 

   La commissione d'indagine evidenzia anche la vicinanza del  primo cittadino alla  famiglia  dell'esponente  malavitoso,  desunta  dalle frequentazioni di soggetti controindicati e,  in  particolare,  dalla partecipazione dell'amministratore alla  celebrazione  di  un  evento
privato, al quale  hanno  peraltro  preso  parte  i  piu'  importanti esponenti delle 'ndrine della provincia.

    Allo scopo di coltivare interessi comuni da perseguire  in  campo politico-amministrativo, la locale 'ndrina nelle elezioni  del  2010, ha sostenuto anche un altro  amministratore,  che  assumera'  dal  21 marzo 2011 le funzioni di presidente del  consiglio  comunale.  Dalle
intercettazioni disposte dagli organi investigativi emergono,  a  tal proposito, le rassicurazioni fornite  dal  neo-eletto  amministratore all'esponente della  stessa  'ndrina  circa  i  benefici  futuri  che l'associazione malavitosa avrebbe ottenuto, a  tempo  debito,  grazie alla elezione del sindaco.

    Il citato amministratore neo-eletto e' destinatario di un decreto di divieto di detenzione  di  armi  emesso  dal  prefetto  di  Reggio Calabria in  data  2  aprile  2014  in  quanto  il  medesimo  risulta rientrare nel  circuito  relazionale  di  una  locale  potente  cosca mafiosa,  avendo  tra  l'altro  intrattenuto  rapporti  diretti   con l'allora capo indiscusso, poi deceduto per cause naturali.

    Sia il sindaco che l'organo di  vertice  del  consiglio  comunale avevano rivestito cariche consiliari all'interno dell'amministrazione eletta il 3 aprile 2005. Analogo supporto risulta fornito dalla  criminalita'  organizzata ad  altro  amministratore,  consigliere   di   minoranza   dell'ente,
dimissionario dal 30 gennaio 2014.     Le indagini  condotte  dalle  forze  dell'ordine  documentano  un colloquio tra il predetto consigliere e l'ex  sindaco  di  un  vicino comune - peraltro sciolto per mafia - destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare per il reato di cui  all'art.  416-bis  c.p.,  nel corso del quale l'amministratore dimissionario comunica all'ex  primo
cittadino di aver chiesto il consenso della cosca all'inserimento  di un candidato nella lista elettorale del comune di Bovalino.

    La commissione d'accesso evidenzia il fondamentale ruolo  che  e' stato svolto dall'amministratore in  questione,  spesso  determinante per sostenere l'amministrazione in carica.  Infatti,  sulla  base  di quanto  sopra  esposto  risulta  coerente  la  circostanza   che   il
consigliere di minoranza abbia espresso il proprio  voto  favorevole, unitamente alla maggioranza, eleggendo il 21 marzo 2011 il presidente del consiglio comunale proposto dal sindaco. 

    Anche nel corso della riunione  del  consiglio  comunale  del  30 novembre 2013, relativa all'approvazione del piano finanziario TARES, il consigliere si e' schierato con la maggioranza  nel  sostenere  la spesa, di rilevante importo, per il noleggio e la riparazione  di  un auto-compattatore, sebbene la  minoranza  consiliare  ritenesse  piu' conveniente acquistare un nuovo mezzo.  Secondo  la  commissione,  la posizione assunta dall'amministratore  in  ordine  al  predetto  atto discende dai rapporti intrattenuti con la ditta beneficiaria di  gran parte della spesa in questione, il cui titolare e' ritenuto contiguo, per amicizie e «comparati» alla locale consorteria.

    L'analisi  condotta  sulla  gestione   amministrativa   ha   reso evidenti,  sotto  una  pluralita'   di   aspetti,   significative   e circostanziate  situazioni   nonche'   collegamenti   che   vincolano
l'autonomia dell'ente, facendolo soggiacere a dinamiche riconducibili ai locali ambienti criminali ed agli interessi delle cosche. 

    In materia di appalti, la commissione d'indagine ha stigmatizzato il reiterato ricorso alle perizie di variante sui contratti  relativi agli interventi di competenza del  comune  di  Bovalino  nel  periodo 2010-2014, nonche' il frequente affidamento in  economia  di  lavori, servizi e forniture.
    L'attivita' del comune  si  e'  tradotta  in  favore  di  imprese riconducibili alla criminalita' organizzata, intercorresse sia per  i vincoli familiari che per  l'interscambio  del  personale  utilizzato all'interno delle stesse imprese, nell'arco temporale che va dal 2009 al 2013.

    Secondo gli inquirenti, le predette ditte intrattengono  a  vario titolo rapporti con un esponente di una delle cosche  piu'  influenti di un paese vicino a Bovalino. Le  interconnessioni,  unitamente   alla   circostanza   che   le menzionate  societa'   -   alcune   delle   quali   destinatarie   di certificazione interdittiva  antimafia  -  si  sono  aggiudicate  gli appalti piu' importanti del comune di  Bovalino,  hanno  portato  gli investigatori, nel novembre 2014, a ricostruire una sorta di cartello di imprese.

    In relazione alle perizie di  variante,  occorre  premettere  che l'utilizzo di tale istituto e' ammesso nelle  ipotesi  tassativamente indicate dall'art. 132 del decreto legislativo  12  aprile  2006,  n.163.     La commissione  d'indagine  evidenzia,  pero',  che  le  predette perizie si  sono  rivelate  quasi  sempre  pretestuose  e  prive  dei presupposti previsti dalla vigente normativa, consentendo - di  fatto - alle ditte collegate con esponenti della criminalita'  organizzata, incaricate dei lavori, dei servizi o delle forniture, di recuperare i ribassi d'asta proposti in occasione delle gare d'appalto.  E'  stata anche riscontrata un'assoluta  superficialita'  nella  redazione  dei progetti e nella direzione dei lavori.

    Il servizio di mensa  scolastica  e'  stato  affidato,  con  gara pubblica, sia per l'anno scolastico 2010-2011 che per il 2011-2012, a societa' collegate con la  'ndrangheta  e,  in  particolare,  con  un personaggio di spicco in seno ad una 'ndrina, condannato ad una  pena detentiva per essere uno dei promotori ed organizzatori  della  cosca stessa.

    Per la gestione del servizio di refezione  relativo  al  2012  il comune ha sottoscritto una convenzione con due  istituti  scolastici, di cui uno privato e  uno  paritario.  Il  rappresentante  legale  di quest'ultima scuola e' uno stretto  congiunto  di  un  amministratore dell'ente.
    Per  l'anno  scolastico  2013-2014,  il  comune  ha  indetto  una selezione, mediante procedura negoziata, dopo che la  Stazione  unica appaltante aveva infruttuosamente esperito due gare. Il  servizio  e' stato aggiudicato  ad  una  ditta  individuale  -  la  sola  ad  aver partecipato alla selezione, su  nove  invitate  dall'ente  -  il  cui titolare ha rapporti di parentela con un soggetto coinvolto in  varie vicende  giudiziarie,  ritenuto  vicino  alla  'ndrina  di  un  paese limitrofo a Bovalino. 

    L'amministrazione comunale non ha svolto la funzione di controllo ed indirizzo che e' propria degli organi  elettivi,  ne'  ha  gestito l'ente secondo i fondamentali principi di  imparzialita'  e  di  buon governo.     Ne e' derivata una conduzione amministrativa  non  conforme  agli interessi della collettivita' amministrata e contraria ai principi di economicita' e di buon governo.

    La commissione d'indagine segnala la  mancata  formazione  di  un elenco di imprenditori  cui  affidare,  secondo  il  principio  della rotazione, i lavori, i servizi e le forniture di competenza comunale, nonche' la circostanza  che  l'ente  ha  preferito  polverizzare  gli affidamenti, favorendo in tal  modo  alcune  imprese,  reiteratamente destinatarie di interventi.

    Nell'arco temporale compreso tra il 2010 e il 2014, il comune  ha fatto  massicciamente  ricorso  ad  affidamenti  in   economia,   per ragguardevoli importi che hanno portato ad una spesa  complessiva  di oltre 1.400.000 euro.     Gran parte dei titolari o dei soci delle imprese destinatarie dei frequenti affidamenti diretti disposti dall'ente  presentano  vincoli familiari  con  amministratori  in  carica  o  sono  stati  segnalati all'autorita' giudiziaria (anche per il  reato  di  associazione  per delinquere   di   stampo   mafioso)   o   risultano   contigui   alle organizzazioni criminali locali. 

    Con riferimento alla situazione  ambientale  del  comune,  ed  in particolare allo smaltimento dei liquami fognari e  alla  raccolta  e trasporto  dei   rifiuti   solidi   urbani,   e'   emerso   che   per
l'aggiudicazione di quest'ultimo servizio non e'  mai  stata  indetta una gara a  procedura  aperta,  avendo  l'amministrazione  deciso  di ricorrere ad affidamenti in via  d'urgenza,  per  brevi  periodi.  Il titolare  della  ditta  che   ha   maggiormente   beneficiato   degli affidamenti e' destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare  in carcere, quale indagato per gravi reati ambientali, ritenuto contiguo ad una potente 'ndrina. Secondo quanto  contenuto  nel  provvedimento cautelare,  a  carico  del  predetto  titolare  d'impresa   risultano frequentazioni, rapporti di parentela e di «comparato» intessuti  con un elemento di spicco della citata cosca. Inoltre, la societa' di sua proprieta', in data 1° febbraio 2011, e' stata posta sotto  sequestro
preventivo per i reati di associazione a  delinquere  finalizzato  al traffico di rifiuti speciali non pericolosi, smaltimento illecito dei medesimi  rifiuti  e  falso  materiale  operato  nei   formulari   di
identificazione dei rifiuti.

    Secondo quanto emerge dalla  relazione  del  prefetto  di  Reggio Calabria, sono sintomatici di  una  gestione  scarsamente  oculata  e rispettosa  della  cosa  pubblica  i  costi,   elevatissimi   e   non assoggettati ad alcuna forma di controllo,  sostenuti  dall'ente  per l'approvvigionamento del carburante e per la  manutenzione  dei  beni comunali,  tra  cui  figurano  quelli   relativi   alla   riparazione dell'auto-compattatore di cui si e' riferito in precedenza. 

    L'assoluta mancanza dei  controlli  ha  caratterizzato  anche  il settore urbanistico, concretizzando lo sviamento della  gestione  del comune dai binari dell'efficienza e della terzieta', che ha  favorito una diffusa illegalita', a tutto vantaggio  dell'ambiente  criminale. Nel periodo 2009-2014 sono stati solo 3 gli interventi  di  contrasto al fenomeno dell'abusivismo edilizio e 8 i provvedimenti  emessi  per impedire gli abusi commerciali. Non risultano eseguite le pur  scarse 6 ordinanze di demolizione di strutture abusive e sono pendenti circa 1.500 pratiche di condono edilizio.

    L'inerzia dell'amministrazione nell'esercizio  dell'attivita'  di contrasto alle diverse forme di illegalita' ha lasciato ampio  spazio di azione alla criminalita' organizzata, che ha potuto  perseguire  i propri interessi, dilagando sul territorio.     Tale  criticita'  e'  particolarmente  avvertita  in  un   intero quartiere comunale, di recente sviluppo, peraltro gravato da  vincoli
archeologici e paesaggistici, che versa in una situazione  di  totale illegittimita' urbanistica e risulta privo di opere di urbanizzazione primaria e secondaria. La commissione segnala l'assunzione a  dimora, in tale quartiere, di un rilevante numero di soggetti collegati  alle
cosche.

    La compromissione dell'azione amministrativa trova anche conferma nella gestione dei beni confiscati alla criminalita' organizzata  che fa registrare una pressoche' assoluta inerzia  dell'ente,  il  quale, nonostante i reiterati solleciti dell'Agenzia nazionale  per  i  beni
sequestrati e confiscati alla mafia  e  della  prefettura  di  Reggio Calabria, non e' stato in grado di destinare a scopi sociali la quasi totalita' delle strutture assegnate, consistenti in  due  locali,  un fabbricato  e  un  appartamento.  La  commissione  rileva  come  solo quest'ultimo bene sia stato concesso in comodato  d'uso  gratuito  ad un'associazione, per essere adibito a centro di aggregazione sociale, mentre  nessuna  iniziativa  e'  stata  adottata  per  la  definitiva devoluzione degli altri manufatti.

    Gravissima, poi, e' la circostanza che uno dei menzionati beni, a distanza di oltre quattro anni dalla consegna al comune di  Bovalino, risulti ancora  nella  piena  disponibilita'  della  famiglia  di  un soggetto, in atto detenuto per reati di cui  all'art.  416-bis  c.p., senza che l'ente abbia avviato  la  procedura  per  lo  sgombero  dei locali.     Il  comune  non  ha  disposto   i   necessari   controlli   sulle segnalazioni certificate di inizio attivita'  (SCIA),  omettendo  gli
accertamenti in ordine ai requisiti soggettivi dei richiedenti,  alla documentazione  allegata  e  agli  atti  tecnici,  limitandosi   alla ricezione   e   protocollazione   delle   istanze   pervenute.   
Del comportamento omissivo dell'ente ha tratto beneficio anche una  ditta- il cui titolare e' assiduo frequentatore di  persone  coinvolte  in vicende giudiziarie o legate alla criminalita' organizzata - la quale versa in una posizione  debitoria,  per  evasione  dei  tributi,  nei confronti dell'amministrazione  comunale,  per  cifre  considerevoli.

L'amministratore dell'impresa e' anche legato  da  vincoli  familiari con soggetti ritenuti organici alla 'ndrangheta.     Tra gli episodi di mala gestio, la commissione d'indagine segnala la  concessione  di  contributi  per  l'organizzazione  di  feste   e manifestazioni pubbliche, elargiti in  spregio  alle  previsioni  del regolamento comunale che disciplina la relativa procedura  e  dispone l'acquisizione della necessaria rendicontazione. La giunta municipale ha concesso il  patrocinio  e  un  contributo  ad  una  iniziativa  a carattere culturale riconducibile  al  consigliere  di  minoranza  in precedenza menzionato, reiteratamente negli anni  2010,  2011,  2012,
2013 in  cui  ha  esercitato  la  funzione  consiliare,  prima  delle dimissioni intervenute il 30 gennaio 2014. Le spese  sostenute  dagli organizzatori non sono state rendicontate.

    Viene  evidenziata   la   situazione   di   evidente   squilibrio strutturale di bilancio, sia in termini di competenza che  di  cassa, derivante da una serie  di  concause,  quali  l'enorme  ammontare  di debiti fuori bilancio contratti dall'ente,  la  mancata  adozione  di misure di  contenimento  della  spesa  pubblica  e  l'incapacita'  di riscuotere   le   entrate   proprie.    Quest'ultimo    aspetto    e' particolarmente preoccupante, atteso  che  il  settore  registra  una percentuale di evasione superiore al 50% del gettito previsto. 

    Di particolare interesse ai fini della presente relazione  e'  la circostanza - emersa nel corso degli accertamenti esperiti in sede di accesso - che, durante la rilevazione delle letture dei contatori del servizio idrico relative agli anni 2009-2012, sono stati  individuati diversi utenti allacciati alla rete idrica comunale e non iscritti  a ruolo, soprattutto nel  quartiere,  di  cui  si  e'  fatto  cenno  in precedenza, ove dimorano molti soggetti collegati alle cosche  e  ove
e' stata registrata la percentuale piu' alta di irregolarita'. 

    Significativo e' anche il fatto che tra  gli  utenti  morosi  nel pagamento dei tributi sono compresi  molti  amministratori  dell'ente che dovrebbe, invece, controllare la regolarita' dei versamenti,  tra cui si segnalano, fino ad ottobre 2014, per i  consumi  idrici  e  la TARSU,  il  sindaco,  il  vicesindaco,  nonche'  alcuni  assessori  e consiglieri. Inoltre,  su  52  dipendenti  tenuti  al  pagamento  dei tributi, 19 non hanno mai versato all'ente  i  canoni  derivanti  dal
consumo dell'acqua, 20 sono in debito di alcune annualita',  4  hanno dichiarato di essere in  fitto  da  altri  soggetti  intestatari  del tributo e solo 9 sono in regola con quanto dovuto.

    Le vicende analiticamente esaminate e  dettagliatamente  riferite nella  relazione  del  prefetto   hanno   rivelato   una   serie   di condizionamenti nell'amministrazione comunale di  Bovalino,  volti  a perseguire fini diversi da quelli istituzionali, che  determinano  lo svilimento e la  perdita  di  credibilita'  dell'istituzione  locale, nonche' il pregiudizio degli interessi della collettivita',  rendendo necessario l'intervento dello Stato  per  assicurare  il  risanamento
dell'ente.

    Ritengo, pertanto, che ricorrano le condizioni per l'adozione del provvedimento di scioglimento  del  consiglio  comunale  di  Bovalino (Reggio Calabria), ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo  18 agosto 2000, n. 267.

    In  relazione  alla  presenza  ed  all'estensione  dell'influenza criminale,  si  rende  necessario  che  la  durata   della   gestione commissariale sia determinata in diciotto mesi. 

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