Nomine della Giunta calabrese, indagini a tappeto

Nomine della Giunta calabrese, indagini a tappeto

Una cosa è «dirigere e coordinare l’ufficio posto alle dirette dipendenze del sindaco per le funzioni di indirizzo e controllo o essere responsabile dello staff del sindaco», altro è «esercitare mansioni e funzioni dirigenziali».

Mette un punto fermo il gip Pietro Scuteri nell’inchiesta sull’incarico di direttore generale del dipartimento Presidenza della Giunta regionale conferito a Franco Zoccali: nel convalidare il sequestro preventivo d’urgenza di beni per quasi 900mila euro disposto dal pm Gerardo Dominijanni, il giudice punta l’indice innanzitutto sulla presunta irregolarità delle delibere del 2002 e del 2007 con cui altrettante ex Giunte comunali di Reggio hanno conferito a Zoccali «funzioni (e emolumenti) dirigenziali nonostante gli incarichi da egli ricoperti non prevedono, anzi escludono, lo svolgimento di siffatte funzioni».

Un peccato originale da cui, secondo la Procura di Catanzaro, deriverebbe l’illegittimità della successiva nomina alla Regione: l’interessato sarebbe privo dei requisiti necessari. Sigilli a beni per 849mila 447,76 euro, dunque. Con Zoccali sono indagate altre 24 persone: anche l’ex sindaco di Reggio e presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, l’assessore regionale al Personale Domenico Tallini, i dirigenti regionali Umberto Nucara, Rosaria Marasco e Sergio Tassone, e gli ex assessori comunali della città dello Stretto in carica nel 2002 o nel 2007. E le verifiche continuano: nel mirino della Procura sarebbero finite altre nomine, la cui presunta illegittimità è stata segnalata da una relazione dei servizi ispettivi di finanza pubblica del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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