CGIL lancia l'allarme per la situazione a Reggio e Provincia

CGIL lancia l'allarme per la situazione a Reggio e Provincia

La crisi economica e finanziaria che l'Italia sta attraversando è sotto gli occhi di tutti e, in particolare, è il Sud del Paese che si sta lentamente sgretolando (basti pensare all'ultimo rapporto SVIMEZ). La situazione in Calabria e nella provincia di Reggio Calabria che, sino a qualche mese fa, sembrava essere un punto fondamentale dell'agenda del Premier Renzi è, di fatto, passata in ultimo piano a detta della Cgil di Reggio Calabria-Locri. "L'annunciata e poi cancellata visita del Presidente del Consiglio nella provincia reggina è il tangibile segno che, ancora una volta, la Calabria viene completamente abbandonata. E, in questo quadro di desolazione politica e di allarme sociale (percettori di ammortizzatori sociali e Lsu/Lspu senza alcuna certezza per il proprio futuro), un'altra spada di Damocle pende sulla Calabria e, principalmente, su Reggio Calabria. Perché da un'attenta analisi della Legge di Stabilità, emerge con chiarezza che i famosi tagli agli Enti Locali (peraltro svolti senza nessun criterio) colpiranno la città dello Stretto non una ma ben due volte: prima, con quasi 5 milioni di tagli alle risorse per il Comune reggino (con conseguente aumento delle tasse...ci domandiamo quali, visto che siamo al limite della pressione fiscale...) e, poi, con un ulteriore taglio di circa 3 milioni di euro sul cosiddetto Decreto Reggio. Quindi, in totale, saranno 8 milioni, le risorse tagliate per il Comune reggino. Il nostro non è solo un grido d'allarme. La nostra è una denuncia pubblica su quanto questa legge di stabilità sia "inadeguata, insufficiente" ma, soprattutto, "dannosa" per i cittadini. Ciò si tradurrebbe per Reggio e la sua provincia in: meno servizi pubblici; effetti negativi su altri soggetti pubblici (es. infrastrutture); effetti negativi sulle prestazioni pubbliche da parte delle Amministrazioni comunali; vendita patrimoniale senza precedenti; nessuna ricaduta in termini di investimenti pubblici; aumento del livello di povertà. Un altro handicap, molto pesante, lo abbiamo riscontrato rispetto alla modulazione dei Fondi europei (programmazione 2015-2020) dove, nel concreto, è stata cancellata l'intera parte ionica sia sul versante della rete ferroviaria sia su quello della rete stradale. Occorre che il Governo si impegni affinché – di concerto con la nuova Giunta regionale (che si insedierà dopo le imminenti elezioni) – venga rimodulata tale programmazione per far sì che questa realtà territoriale abbia gli opportuni finanziamenti necessari per ammodernare la cosiddetta strada della morte (SS 106) e contrastare l'abbandono continuo e costante della linea ferroviaria ionica. La questione che poniamo all'attenzione del Governo è la seguente: come può una città, a rischio default, con una percentuale di disoccupazione giovanile sopra il 60%, riuscire a diventare la futura città metropolitana, integrata all'Area dello Stretto e all'Area Euro-mediterranea, se il Governo non passa dalle parole ai fatti? Quali investimenti e progetti di sviluppo saranno attuati nella famosa Cabina di Regia? Quale progetto globale che riguardi l'intera provincia reggina sarà messo in atto se, al posto delle risorse, vengono messi in campo solo tagli? Al Premier Renzi, alla sua squadra di Governo, vorremmo infine chiedere: di quale Sud stiamo parlando se la Calabria rimane fuori dalle rotte euro-mediterranee?"

Proprio per tutti questi motivi, giorno 7 novembre alle ore 9:00 è indetto un sit-in di protesta, in Piazza Garibaldi (Reggio Calabria), per dire no alla Legge di Stabilità e chiedere azioni concrete al Governo.

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