Una nuova governance per la sanità

Una nuova governance per la sanità

Gli auguri che ci siamo scambiati durante le feste appena trascorse ci hanno fatto ricordare che, più che il benessere sociale ed economico, il bene primario che abbiamo augurato è stato quello di  rimanere in buona salute per poter raggiungere le altre condizioni di benessere.

Questo ci porta subito a considerare che in cima ai nostri pensieri, ma anche in quelli di coloro che hanno il dovere istituzionale di tutelare la salute dei cittadini, ci debba essere un modello di governo della sanitàadeguato.Pasquale Violi qualche giorno fa dalle pagine del "Quotidiano" ha ragionato sulle gravi carenze e disfunzioni dell’ Asp di Reggio Calabria, anche luogo emblematico dei controlli scarsamente calibrati che spettano alle autorità di controllo, quelle giudiziarie comprese .Ci sono passaggi obbligati ed autocritiche da fare a tutti i livelli, dopo l’ ennesima conferma che l’ istituzione sanitaria ha persistito per lunghi anni  in tante gravi irregolarità .

Comunque non debbono rassegnarsi al peggio la gestione di adesso e quelle prossime e, soprattutto, non dobbiamo smettere di invocare sistemi e schemi che permettano o promettano di migliorare il settore della sanità . Ecco che  torna  centrale, anche se non ha mai smesso di esserlo, in un momento in cui il nuovo Governo regionale dovrà mettervi mano, il nuovo Piano Sanitario Regionale, anzi Sociosanitario.

Si, perché speriamo di non dover più assistere alla redazione del PSR (piano sanitario regionale)  che non sia in linea con le norme nazionali e regionali che ormai  da tempo ci parlano di integrazione sociosanitaria.Bisogna superare quei  limiti strutturali che oggi esistono sia sul versante prettamente sanitario sia sul versante socio-assistenziale, in quanto nel corso degli anni non si è proceduto ad una reale e concreta integrazione tra i due aspetti, con una eccessiva frammentazione tra servizi sociali,  sanitari  e  assistenziali.

E’ importante allora stimolare un  dibattito  sull’attuale  situazione  del  SSR (servizio sanitario regionale)  indirizzandolo verso un sistema  capace  di  accettare  e  trovare  soluzioni adeguate e sostenibili  per le sfide future, partendo dal concepire  i  servizi  alla  persona  nella  sua  integrità  e nell’offerta personalizzata e differenziata  rispetto al formarsi dei diversi bisogni di salute.

Un sistema che sia fondato su una  visione  integrata  dell’insieme  delle  prestazioni  e  servizi con particolare attenzione alla programmazione e allo sviluppo del territorio. Il territorio infatti  rappresenta sempre di più la dimensione più idonea per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini, l’ambito più idoneo per la realizzazione di risposte integrate, dove si sviluppa  la  prevenzione,  la  diagnostica  precoce,  le  cure  primarie  e  l’assistenza domiciliare , la gestione e la presa in carico della cronicità.Di conseguenza le ASP (aziende sanitarie provinciali) nel documento di programmazione e gestione dovranno procedere allo spostamento dell’attenzione, ancora oggi fortemente condizionante, dalla fase acuta (ospedale) alla prevenzione primaria e secondaria, alla promozione di stili di vita, ai rapporti tra salute , sicurezza, ambiente di vita e di lavoro (territorio). Sicuramente non meno importante sarà anche una nuova idea di “governance”. Governance  vuol dire coniugare comando, pensiero, contesti, strategia, azione.  Il problema vero è che sino ad ora non ci siamo riusciti. Probabilmente bisogna strutturare un sistema di relazioni tra istituzioni, cittadini, sanità e operatori. Abbiamo bisogno di una governance  nella quale tutte le autonomie in gioco (istituzionali, sociali, professionali, tecniche, gestionali ecc) siano garantite ma anche controbilanciate da precise responsabilità. .Oggi non si può dare più niente a nessuno senza delle contropartite. I nuovi condizionali si chiamano “risultati”. E i risultati effettivi attesi debbono essere quelli della salute, dei diritti, della qualità, dell’efficacia e della economicità, della moralità.

Sempre in tema di auguri, aggiungendovi quelli di buon lavoro, penso ai miei colleghi  ( ben sei ) consiglieri provinciali di Reggio Calabria che sono stati eletti in Consiglio Regionale . Non può non esserci un’ affinità di vedute tra di noi che conosciamo il territorio della nostra provincia su come si sia “manifestata” sin'ora la gestione della sanità . Non potranno non essere loro persone di adeguata sensibilità per trasmettere al Presidente Oliverio il nostro sgomento e le nostre aspettative.

 

 

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