Villa San Giovanni, imprenditori contrari alla riapertura della Perla dello Stretto

Villa San Giovanni, imprenditori contrari alla riapertura della Perla dello Stretto

Riceviamo e pubblichiamo:

Si intende portare a conoscenza della cittadinanza che è illusorio far credere che il Centro Commerciale “La Nuova Perla dello Stretto” di Villa S.Giovanni possa aprire al più presto in regola con le autorizzazioni di legge.
E’ altrettanto illusorio e sconsiderato, però, indurre persone in cerca di occupazione a ritenere che l’aperura del suddetto Centro Commerciale possa risolvere i loro problemi economici.


La realizzazione di un Centro Commerciale, come già, in senso negativo è avvenuto con il fallimento totale della “Perla dello Stretto”, nell’ambito di un bacino d’utenza realmente limitato e di modesta redditualità, in assenza di una seria ed organica programmazione della rete distributiva dei comuni interessati, certamente con crea ricchezza e posti di lavoro, ma comporta l’impoverimento delle altre attività commerciali operanti nei territori e la chiusura di molte piccole e medie aziende, anche a conduzione familiare.
Sovrastimato e confezionato ad usum delphini appare la relazione sul punto presentata dal Consorzio ed allegata alla richiesta di autorizzazione per l’apertura della grande struttura di vendita di prodotti anche alimentari.

Dalle domande e dalla documentazione allegata alle stesse, risulta che il Centro Commerciale, che in origine aveva una superficie di vendita di mq.8.000 ed una superfice totale di mq.11.000 ha oggi una superficie di vendita di mq.11.837 e la superficie complessiva della struttura è quella, comprese le unità con destinazione diverse da quella di vendita, di ben mq.37.224.

Queste superfici sono superiori a quelle di tutti gli esercizi commerciali di Villa S.Giovanni e dei paesi limitrofi, per cui catastrofico sarebbe per tutti l’apertura di tale grande struttura di vendita.
L’apertura del Centro Commerciale con le superfici sopramenzionate comporta una operazione economica-finanziaria di rilevante entità, atteso che, ai minimi dei valori delle aree, il compendio finanziario potrebbe superare i venti milioni di euro. E se teniamo conto che l’esborso iniziale fu quello di circa attuali sei milioni di euro, appare chiara, plausibile e giustificata, sotto profili illeciti, la pervicacia a non ritenere illegittima tutta l’operazione.

Si intende informare, per completezza, che la struttura originaria, di proprietà della Fiat Auto spa, destinata a centro assistenziale, di natura industriale, è stata ristrutturata nel 2001 dalla Romeo Antonino & C. sas, utilizzatrice di detto immobile, concessole in locazione finanziaria dalla Locat spa (gruppo UniCredit spa), acquirente dell’immobile, con una autorizzazione del tutto illegittima (senza, fra l’altro corrispondere al Comune gli oneri concessori dovuti) e la esecuzione di opere in aperta difformità dello strumento urbanistico generale di Villa S.Giovanni e di altre normative applicabili.

Le successive D.I.A. depositate dal 2012 ad oggi, dalla UniCredit Leasing spa (già Locat spa), divenuta proprietaria solitaria del cespite, sono illegittime, non solo in quanto prevedono la esecuzione di opere all’interno di un fabbricato ristrutturato illegalmente, ma anche perché realizzate in violazione di un provvedimento inibitorio emesso dal competente Settore Tecnico Urbanistico ed in violazione di quanto dispone, sotto il profilo della conformità della destinazione urbanistica e delle superfici, lo strumento regolatore generale del Comune di Villa S.Giovanni e la legge urbanistica nazionale.

E bene, ancora, precisare, anche al fine di evidenziare le numerose anomalie e la poca chiarezza di questa pratica, che tutta la documentazione richiesta al Comune di Villa S.Giovanni nell’aprile del corrente anno dal Dipartimento Urbanistico regionale, al fine di potere completare la procedura di cui all’art.39 della legge n°380/01e dell’art.61 della legge regione Calabria n°19/02, sembrerebbe, non essere ancora stata inviata né al Dipartimento regionale né all’Amministrazione Provinciale competente per il provvedimento definitivo di revoca.

La eventuale convocazione della “conferenza dei servizi” richiesta al Dipartimento Attività Produttive regionale, al fine di esprimere un parere sulla legittimità dell’autorizzazione all’apertura del Centro Commerciale, avanzata dal Consorzio gestore (nessuno dei consortisti però sembrerebbe essere proprietario degli immobili di cui sono meri compromissari), non può disattendere, in relazione alla legge regionale Calabria n°17/99 e successivo regolamento della giunta n°309/00, la difformità della struttura alla destinazione urbanistica prevista dal piano regolatore generale di Villa S.Giovanni, la illegittimità della autorizzazione rilasciata nel 201 per la ristrutturazione dell’immobile, la illegittimità dei lavori realizzati successivamente con D.I.A. inibite o contrarie alla legge urbanistica, la mancanza di piano di commercio, la mancanza di piano viario in relazione alla grande struttura e, infine, le palesi incongruenze circa la effettiva superficie del Centro Commerciale e le argomentazioni tecniche-economiche che ne giustificherebbero l’apertura.

Tali argomenti sono stati compitamente spiegate oggi ad una assemblea spontanea di imprenditori commerciali di Villa S.Giovanni, di dipendenti ed operai delle predette piccole e medie imprese ed ai cittadini intervenuti. E si è particolarmente evidenziato agli intervenuti la reale possibilità della perdita di posti di lavoro con la falsa speranza di crearne dei nuovi, ove, malauguratamente, dovesse essere aperto il Centro Commerciale La Nuova Perla dello Stretto per come descritto dal richiedente.

A questo punto: cui prodest il Centro Commerciale? Possiamo solo ritenere che esso certamente non giovi ai cittadini, agli imprenditori ed ai lavoratori (occupati e/o disoccupati) villesi ed a quelli dei paesi limitrofi.

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