Lettera aperta del Movimento LocRinasce, ai responsabili della Sanità Calabrese

Lettera aperta del Movimento LocRinasce, ai responsabili della Sanità Calabrese

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Lettera aperta del Movimento LocRinasce al Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, al Commissario alla Sanità, Massimo Scura e al Direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Giacomino Brancati.

Preg.mi Responsabili della Sanità calabrese e dell’Asp di Reggio Calabria in particolare, il duplice ruolo ricoperto da noi scriventi, di cittadini e di rappresentanti del Movimento politico LocRinasce, ci obbliga a fornirvi una rappresentazione della Sanità locridea che richiede interventi immediati per sopperire alle gravi disfunzioni ormai note anche a livello nazionale e denunciate costantemente dai sindaci del territorio, da sindacati, da associazioni e dai cittadini.

Basterebbe dire che, se si escludono le prestazioni sanitarie delle strutture private convenzionate, quelle offerte tempestivamente da privati non convenzionati a costi paragonabili ai ticket della Sanità pubblica e quelle ottenute con la migrazione in altre regioni del Centro-Nord presso strutture pubbliche, l’offerta della Sanità pubblica nella Locride appare quantitativamente marginale e persino ansiogena a causa delle troppe carenze ospedaliere.

Il danno maggiore di questo stato di cose lo subiscono le classi economicamente più svantaggiate che, pur avendo diritto all’assistenza sanitaria, molto spesso sono costrette a rinunciare a cure anche indispensabili.

Certo, dai pochi dati che seguono si può intuire che il problema è complessivo e che riguarda tutta la Calabria, ma nella Locride la situazione è diventata insopportabile, tra l’altro, il tavolo di lavoro per l’area metropolitana, istituito in Prefettura per iniziativa del Ministro Lorenzin, finora ha fatto registrare solo le proteste dei sindaci che rimangono inascoltati.

 La spesa sanitaria pro-capite, che in Calabria per il 2015 è stata di 1698€ (fonte Demoskopica),  farebbe supporre che i servizi sono assicurati, ma a dimostrazione che le cose non stanno così, oltre alla classifica IPS (Indice di Performance Sanitaria) per il 2016, che assegna al Piemonte il primo posto e alla Calabria l’ultimo, rispettivamente con   492,1  e  223,8 punti, c’è l’indicatore della spesa pro-capite di 9,9 euro per contenziosi e sentenze sfavorevoli; la Calabria, consuntivando per questa spesa 19,6 milioni di euro per il 2016 (fonte Demoskopica), risulta la regione che spende più di tutte!  

Pertanto, risparmiandovi, per il caso specifico di cui ci occupiamo, il lungo e dettagliato elenco di disfunzioni e gravi carenze dell’Ospedale di Locri, ormai arcinoto a tutti e confermato dai recenti sopralluoghi del Direttore sanitario dell’Asp che, tra l’altro, ha anche stigmatizzato “la resistenza di coloro che godono di privilegi e fanno fatica a rinunciarvi”, vi richiediamo di porre rimedio nell’immediatezza alle situazioni di maggiore gravità.

 Dalle approssimative indicazioni sopra riportate appare evidente che le risorse sparse sul territorio vanno razionalizzate con azioni di riorganizzazione temporanea tali da consentire la cura degli ammalati e la necessaria serenità degli operatori sanitari quotidianamente impegnati per la salvaguardia della vita e della salute dei cittadini.

La Rete ospedaliera Hub & Spoke, pianificata nel passato per ottimizzare le prestazioni sanitarie e per  contenere i costi di gestione, allo stato attuale, nella Locride,  non offre nemmeno servizi indispensabili:  i risultati non raggiungono sicuramente la soglia minima delle cure da garantire (LEA).
Dopo circa otto anni di tagli indiscriminati, effettuati per sopperire alle necessità imposte dal piano di rientro, a cui si è aggiunta la mancata ristrutturazione funzionale e gestionale della Rete territoriale e dell’Ospedale di Locri in particolare, si registra lo sconforto degli operatori sanitari rimasti in campo e di tutti i cittadini bisognosi di cure. Pertanto, nelle more del completamento della Rete integrata Hub & Spoke, chiediamo che sia aperto, urgentemente, un tavolo tecnico di confronto tra i Dirigenti sanitari dell’Ospedale di Locri, una rappresentanza dei medici di base, i dirigenti dell’Asp di Reggio Calabria e, possibilmente, una rappresentanza sindacale, allo scopo di individuare e adottare le soluzioni tampone che potranno garantire servizi indispensabili ai cittadini. Chiediamo, altresì, il monitoraggio delle performance nel tempo dei vari reparti ospedalieri e i successivi aggiustamenti organizzativi che si renderanno necessari per garantire i LEA. Se le suddette attività saranno svolte, com’è auspicabile, nella sede opportuna, in un ambiente lontano dal clamore della politica e dalle sacrosante proteste di piazza, i risultati sicuramente non tarderanno a manifestarsi, perché saranno frutto di attente analisi, di confronto tra le parti e di scelte condivise; dell’improduttivo rituale di visite spot, praticate saltuariamente dalle Autorità sanitarie, ormai la gente è stanca. In sostanza, chiedendo solo di ripetere una prassi già adottata per altre realtà territoriali, siamo certi di suggerire un metodo di lavoro consolidato, che di sorprendente potrebbe avere solo la sua mancata adozione per la Locride.

La drammaticità della situazione corrente richiede uno sforzo congiunto di tutti gli interessati a vario titolo, affinché nessuna risorsa disponibile sul territorio venga sprecata nell’attesa che la macro struttura vada a regime.

Preg.mi Responsabili della Sanità calabrese, fiduciosi vi porgiamo cordiali saluti, ricordandovi che gli ammalati non si possono adeguare alle lungaggini burocratiche, né si possono adattare ai tempi biblici della politica.

 

 

                                            Roberto Filippone e Raffaele Ferraro

                (Rispettivamente, Coordinatore e Presidente di LocRinasce)

 

 

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