Sanita' il Riuniti di Reggio Calabria si dota della PEC

Sanita' il Riuniti di Reggio Calabria si dota della PEC

Già installata all’interno della Divisione di Medicina nucleare degli Ospedali Riuniti, la Pet – Ct (Positron Emission Tomography – Computed Tomography), uno degli strumenti diagnostici più innovativi che sta conoscendo sempre maggiori consensi tra i clinici per le diverse applicazioni diagnostiche, presto diverrà operativa, appena il tempo necessario ai tecnici per mettere a punto particolari protocolli che riguardano la sua funzionalità. Ma di cosa si tratta? Intanto c’è da dire che si sta parlando di una macchina di diagnostica per immagini le cui applicazioni cliniche riguardano principalmente i campi dell’oncologia, neurologia e cardiologia. Ed è costituita da un tomografo Pet (Tomografia ad emissione di positroni) ed un tomografo Tac spirale (tomografia assiale computerizzata). Cioè una sorta di fusione tra due apparecchiature diagnostiche ma con la capacità, (a differenza della tac tradizionale e della risonanza magnetica, pronti ad offrire preziose immagini morfologiche ma senza la possibilità di chiarire la natura di una lesione), di definire la stessa lesione in termini di metabolismo cellulare. In oncologia, per esempio, con questa nuova tecnologia è possibile differenziare le lesioni tumorali da lesioni di altra natura, nonché, nello studio delle lesioni tumorali accertate, analizzare l’evoluzione della malattia anche dopo l’asportazione del tumore primitivo, e monitorare l’efficacia di una terapia antitumorale. Insomma, un passo decisamente in avanti rispetto alla tecnologia usata appena pochi anni addietro per studiare e diagnosticare i tumori. L’esame comporta per il paziente la somministrazione in vena di isotopi emittenti positroni, cioè dei “super radio farmaci”, per il resto l’esame si svolge come una normale tac. “L’esame mediante la Pet – Ct – spiega Vincenza Scaffidi, dirigente medico della Divisione di medicina nucleare dell’azienda Bianchi – Melacrino – Morelli – permette di individuare estensione e localizzazione della patologia e contestualmente pianificare anche i trattamenti radioterapici. Integrandosi perfettamente con i sistemi di radioterapia oncologica, la Pet Ct consente di predisporre tempestivamente piani di trattamento ottimizzati per irradiare selettivamente i tessuti tumorali metabolicamente attivi, risparmiando al massimo i tessuti sani”. E sulle principali indicazioni alle indagini medico – nucleari, la dottoressa Scaffidi conferma le applicazioni più frequenti e cioè per quanto riguarda le malattie oncologiche, la cardiologia l’urologia, la neurologia e lo studio delle ghiandole endocrine, come la tiroide o le ghiandole surrenaliche. “Ad esempio – aggiunge la dottoressa Scaffidi – la scintigrafia miocardica visualizza la distribuzione del sangue nel muscolo cardiaco. In presenza di una malattia delle arterie coronarie si può determinare, con una semplice iniezione, l’ampiezza della zona di muscolo sofferente. Se l’iniezione viene eseguita mentre il paziente esegue uno sforzo, sotto il controllo del cardiologo, si possono identificare le zone di miocardio che non ricevono abbastanza sangue quando il cuore deve lavorare più intensamente”. Nello studio dei reni la scintigrafia permette di misurare la funzione dei reni in maniera semplice, senza ricorrere a cateterismi o ad altre manovre invasive. “Questa informazione è preziosa per una diagnosi precoce – evidenzia la dirigente medico della Divisione di medicina nucleare – perchè spesso quando un solo rene è interessato dalla malattia il rene sano è in grado di mascherare il ridotto funzionamento del rene ammalato. E` un problema che si pone di frequente anche nei bambini molto piccoli, nei neonati o nei lattanti, oppure nel caso dei trapianti renali, per valutare il buon funzionamento dell’organo trapiantato, sia subito dopo il trapianto, sia nei controlli successivi”. Un altro campo di applicazione molto rilevante ed in espansione è lo studio del flusso del sangue nel tessuto cerebrale, che risulta spesso molto utile nei soggetti affetti da demenza di Alzheimer o con patologie analoghe. “In sostanza – conclude la dottoressa Vincenza Scaffidi -si può dire che la scintigrafia può essere impiegata utilmente in moltissime situazioni, riguardanti un po’ tutti gli organi, con il vantaggio di non arrecare disturbi al paziente e di non perturbare in alcun modo l’equilibrio dell’organismo, anche nei soggetti molto anziani o debilitati o addirittura nei neonati”

fonte strill.it

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