Arresti domiciliari per l' ex Sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole.

Arresti domiciliari per l' ex Sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole.

Arriva in mattinata questa notizia che riguarda molti arresti tra le fila della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. La notizia nella notizia è che tra le persone arrestate nell'ambito dell'operazione contro la cosca Arena c'è anche l'ex sindaco Carolina Girasole. L'ex primo cittadino è stata posta agli arresti domiciliari: l'ipotesi di reato a suo carico è corruzione elettorale in occasione delle elezioni amministrative del 2008, quando venne eletta sindaco.
Infatti all'ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, vengono attribuiti tra i reati contestati proprio quello di corruzione elettorale. Secondo l'accusa, infatti, l'allora candidato sindaco avrebbe ottenuto nel 2008 i voti della cosca in cambio di favori.
Girasole era stata Sindaco alla guida di una lista civica di centrosinistra. Alle ultime elezioni politiche e' stata candidata, senza essere eletta, alla Camera dei Deputati con la lista Scelta Civica con Monti.

Attualmente e' consigliere comunale di opposizione, dopo avere perso le elezioni la scorsa primavera sempre alla guida di una lista civica. Girasole e' stata sottoposta ai domiciliari. Oltre all'ex sindaco, e' finito in manette anche un poliziotto in servizio alla Questura di Crotone. L'agente e' accusato di violazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento.

Secondo le indagini, infatti, avrebbe fornito alla cosca indicazioni sullo sviluppo di alcune indagini in corso, non legate all'operazione di oggi. L'operazione, ha permesso il sequestro di beni riconducibili alla cosca "Ficara-Latella" di Reggio Calabria per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro e, di un ingente patrimonio immobiliare, mobiliare e societario nei confronti delle due famiglie reggine di 'ndrangheta, operanti nei quartieri della zona sud della città.
L'operazione, secondo quanto reso noto, rappresenta uno sviluppo dell'operazione "Reggio Sud" condotta, nel 2011, dai Carabinieri e che aveva già consentito di fare luce su rilevanti investimenti fatti dalle due cosche.
Gli uomini della Guardia di Finanza avrebbero accertato una sproporzione tra l'ingente patrimonio individuato ed i redditi dichiarati dagli indagati, tali da non giustificarne la provenienza. Nell'ambito delle indagini, 27 persone sono state destinatarie dei provvedimenti di prevenzione antimafia.
Complessivamente, sono stati sequestrati 17 società, 6 fabbricati, 19 terreni e 5 autovetture. 

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