Il paese che brillò tra le luci del cromo

Il paese che brillò tra le luci del cromo

Questo libro, scritto da Elena Baù, tratta il caso della ex-Tricom/Galvanica PM che rappresenta, purtroppo, il più grave caso di inquinamento da cromo esavalente d’Europa

- è stato valutato all’epoca infinitamente peggiore del ben più noto caso della Icmesa di Seveso, ma i media nazionali (salvo un lodevole servizio di Report) l’hanno pressochè ignorato

- i danni ambientali sono stati stimati in una cifra che sale verso i 200 (duecento) milioni di euro

- la “bonifica” costerà ai cittadini veneti quasi 20 milioni di euro

- per bonifica si intende lo smantellamento del sito e la chiusura degli inquinanti in un sarcofago di calcestruzzo dello spessore di qualche metro (come a Chernobyl)

- i morti tra gli ex dipendenti sono già oltre 20

- il cromo esavalente, potentissimo cancerogeno, ha inquinato all’epoca le falde della zone di risorgive del medio Brenta, una delle più ricche al mondo, studiata per questo dalle università americane con appositi stage in loco.
- per qualche tempo, date le ordinanze dei sindaci di chiusura dei pozzi artesiani, interi paesi sono stati riforniti di acqua potabile dai camion dell’esercito
- per questo inquinamento, sono stati condannati per omicidio colposo con sentenza definitiva di terzo grado i titolari dell’azienda e l’ex sindaco (per 25 anni) del paese, dipendente della stessa con mansioni da dirigente.

- ...ma grazie all’indulto e all’istanza di fallimento (presentata dai titolari a processo in corso) accolta dal tribunale di Bassano con celerità degna di miglior causa (presentata il 24 dicembre, vigilia di Natale e accolta il giorno stesso!), nessuno dei condannati sconterà un giorno di carcere. Soprattutto, nessuno sborserà un centesimo di risarcimento ai familiari delle vittime e agli Enti Locali per il disinquinamento, costo che resta tutto a carico dei cittadini veneti.
- il caso Tricom ha riscosso l’interesse di Erin Brockowich (portata alla notorietà internazionale dall’omonimo film) protagonista di una vittoriosa class action per l’inquinamento da cromo di una azienda statunitense. La Brockowich aveva contattato all’epoca il dr. Sarto, autore di uno studio epidemiologico sui danni cromosomici da esposizione a cromo esavalente pubblicato dalle più importanti riviste scientifiche del mondo, e gli aveva proposto di recarsi negli Stati Uniti per far parte della sua squadra scientifico/legale: si può quindi ben dire che il caso Tricom è stato purtroppo per molti aspetti un “caso-pilota” a livello mondiale.

Il libro, scritto in forma di romanzo/verità, opera prima di una autrice – Elena Baù - che farà molto parlare di sé, ha avuto il patrocinio di 11 amministrazioni comunali rivierasche: da Bassano del Grappa, Marostica, Carmignano di Brenta, Nove, Cassola, Pozzoleone, Cittadella, Rossano Veneto, Fontaniva, San Giorgio in Bosco, Grantorto.

Ma NON è un testo di sommaria denuncia: è un’opera molto più vasta e importante.

E’ la testimonianza di un mondo che sta per scomparire – quello della campagna veneta – con le sue tradizioni, i suoi costumi, il suo sapere ancestrale, le sue arcaiche convinzioni, le sue suggestioni, i suoi protagonisti ancorati al ricordo a volte struggente di un tempo perduto per sempre, di stagioni regolate dal duro lavoro dei campi, di vite affidate alla clemenza degli elementi.

Un mondo oramai scomparso, inghiottito da quello che è stato definito “il miracolo del nordest ” (di cui la Tricom è protagonista in negativo) dove alla stalla si è sostituito il capannone, alla campagna case con tutti i comfort e strade sempre più larghe per far circolare i camion con merci di tutti i tipi, prodotto dell’intraprendenza delle nostre genti.

E’ un libro che fa pensare, che fa sorridere, che fa commuovere, che ci farà indignare.

E’ un libro che parla di noi, della nostra storia recente, del sogno di una corsa senza freni verso una società in cui è possibile, grazie al lavoro, possedere quei beni di consumo nei quali qualcuno ci ha convinti potremo trovare la chiave della felicità...

Il libro si può trovare in tutte le librerie del triveneto e nei principali siti di vendita online.
Essendo l’editore una Associazione Culturale no profit, gli eventuali utili dell’iniziativa saranno tutti reinvestiti in iniziative riguardanti questa vicenda.

Siamo disponibili, con l’autrice, per presentazioni e/o interventi in manifestazioni a tema.

 

 

SCHEDA DEL LIBRO

 

Nel cuore del Veneto, in quella che solo cinquant’anni fa era una rigogliosa campagna coltivata, dove l'acqua potabile usciva in quantità e qualità dai pozzi di casa, ora si ergono senza soluzione di continuità sciami di capannoni, case strade e cemento a simboleggiare quello che è stato definito il “miracolo del terziario avanzato del nordest”, dove il lavoro viene prima di tutto e assume caratteristica di valore assoluto.

Ma la realtà un giorno bussa alla porta e presenta il conto...

Qualcuno inizia ad accusare disturbi dopo essersi lavato, la pelle si arrossa, i capelli cadono a ciocche. Nei giardini crescono margherite (le “pratoline”) deformi. Le prime analisi danno il loro terribile verdetto: inquinamento in falda da Cromo 6, o “cromo esavalente”. Si scopre che è causato da una azienda di cromatura locale presso la quale hanno trovato lavoro la maggioranza degli abitanti della zona, e che nel suo periodo di massimo splendore arriva a impiegare oltre 300 dipendenti.

Nel frattempo qualcuno si ammala, ci sono delle cause, diversi addetti alla cromatura hanno sviluppato forme tumorali, e in generale in tutta la zona l'incidenza di queste malattie è salita vertiginosamente. Alcuni operai addetti alla cromatura muoiono. Molti anni – e numerose sentenze – dopo, ci sarà  finalmentenalmente una

verità giudiziaria: condannati i titolari dell'azienda e il suo direttore, già sindaco del paese per 25 anni...

Questo libro, scritto in forma di romanzo/verità, racconta del sogno di chi si addormenta bambino la sera in povere case coloniche prive a volte del necessario, e si risveglia bruscamente adulto il mattino dopo nella società dell’opulenza e del superfluo.

E’ uno spaccato di due generazioni impegnate nel difficile passaggio dalla realtà rurale e contadina a quella industriale, avvenuto in pochi decenni: un tempo troppo breve per

metabolizzare un cambiamento così traumatico.

Attraverso la delicata narrazione dell’autrice capiremo i protagonisti e le loro paure, ci riconosceremo nei loro tic e pregiudizi, nelle chiacchiere a volte maligne, nelle insicurezze nascoste dentro a un bicchiere di vino, nella loro grande e spontanea umanità.

Soprattutto ne riconosceremo le radici profonde, delle quali le nostre vite sono testimonianza dolente e  fiera.

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