Regionali, Udc e Ncd pronti a rompere con Forza Italia. E nel Pd c'è un piano per far saltare il segretario Magorno

Regionali, Udc e Ncd pronti a rompere con Forza Italia. E nel Pd c'è un piano per far saltare il segretario Magorno

Clima teso nei due schieramenti in vista delle elezioni regionali che, in Calabria, si terranno il 23 novembre. Le notizie che giungono da Roma, per quanto riguarda il centrodestra, sono di estrema confusione. Ndc e Udc hanno chiesto a Forza Italia la convocazione del tavolo nazionale, per aprire il dialogo anche per le regioni dove si vota in primavera come Campania e Puglia, ma la vicenda Emilia Romagna con il “no” della Lega ad Alfano e Cesa ha bloccato tutto. La giornata di oggi potrebbe esserci una decisione finale. E può accadere di tutto. Se ci dovesse essere l’accordo, Ncd e Udc si presenterebbero uniti sotto la sigla di “Popolari per la Calabria”. Altrimenti? E’ nella testa di Giove.
 

L'IPOTESI ROTTURA E LE 3 LISTE - Ncd, da oggi e sino a domenica, è impegnato nella festa nazionale, “Il borgo popolare”, tra Conversano e Ceglie Messapica. Un’occasione per radunare l’establishment e ragionare a tutto campo, affinando le strategie più immediate. Nel caso di rottura Ncd e Udc potrebbero costituire uno schieramento alternativo a quello guidato da Wanda Ferro, facendo tre liste: Ncd, Udc e una lista civica. Sarebbe una sfida per gli azzurri, una prova muscolare, un modo per insidiare il secondo posto, attesa la vittoria del centrosinistra che sarebbe certa con un centrodestra spaccato in due.


IL PIANO PER FAR FUORI MAGORNO - L’accordo con il Pd, più teorico che pratico, pare sia definitivamente saltato, scomparso, volatilizzato. Ma proprio nel Pd, intanto, si litiga. Ufficialmente per un convegno ma dietro c'è una manovra per cambiare gli assetti del partito. La tensione tra Mario Oliverio ed Ernesto Magorno, già dopo 24 ore dalla primarie, torna a salire e questa volta conta poco l’apertura all'Udc. Da tempo c'è un piano per far saltare il segretario e lui più volte ha minacciato le dimissioni.


Lo ha rifatto due sere fa quando ha visto un manifesto di un convegno, il primo dopo la vittoria di Oliverio alle primarie, organizzato dal Pse, il movimento a cui fa riferimento l'ex presidente all'Aiop Enzo Paolini (noto per aver chiesto la testa di Doris Lo Moro nel 2007 e Loiero gliela ha data su un piatto d'argento), ritenuto dai renziani il responsabile della sconfitta del centrosinistra al Comune di Cosenza.

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