Bovalino - Docenti del comprensorio in piazza contro "La Buona Scuola"

Bovalino - Docenti del comprensorio in piazza contro "La Buona Scuola"

Si sono incontrati ieri sera alle ore 19:00 e si rivedranno questa mattina alle ore 11:00 sempre nella centralissima Piazza Camillo Costanzo di Bovalino, i docenti del comprensorio Bovalino-Benestare, per rivendicare i loro diritti e per manifestare il loro dissenso verso la riforma del governo chiamata (dal Presidente Consiglio, Matteo Renzi e dal Ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini) “La Buona Scuola”.
Ma di buono ha veramente poco, altrimenti non si spiegherebbe una mobilitazione del genere da parte dei professori e delle professoresse, non solo nei nostri territori, ma in tutta Italia. Infatti, quest’oggi in molte piazze italiane gli insegnati in sciopero stanno manifestando, ma già nella serata di ieri si sono visti i primi ceri accessi nelle loro mani a simboleggiare la morte della scuola pubblica.

Ma entriamo nel merito, perché i docenti scioperano? Perché questa “Buona Scuola” non è davvero buona per loro e per i loro alunni?
C’è un punto sul quale si è molto dibattuto nelle scorse settimane ed ancora oggi è argomento di discussione e cioè: il rafforzamento dell’autonomia scolastica, ovvero saranno i dirigenti a scegliere i docenti. In pratica verranno istituiti degli albi regionali, divisi in liste provinciali e sub provinciali, nei quali i dirigenti potranno sfogliarli e scegliere chi assumere (non me ne voglia il Ministro, ma ciò mi ricorda il postal-market e non credo che i docenti siano merce da acquistare, sono persone fondamentali per la crescita generazionale). Lo faranno sulla base del curriculum e della carriera pregressa. Nelle liste confluiranno i neoassunti e i docenti già di ruolo, che potranno essere scelti solo a seguito di una volontaria domanda di mobilità. Il dirigente potrà proporre ai docenti un incarico su cattedra o su organico funzionale in base al curriculum. La proposta potrà essere avanzata anche a docenti che coprono in modo stabile una cattedra in altra scuola. Gli incarichi si rinnovano ogni tre anni.

Ma sono anche tantissimi altri i punti del DDL verso i quali i docenti protestano.
Quindi perché scioperano?
Possiamo sicuramente mettere al primo posto il Preside-sceriffo, ma anche la distribuzione delle risorse, come pure le assunzioni dei precari e i test Invalsi.
I sindacati, che hanno man mano aderito, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, allo sciopero promosso dai Cobas, sono contrari al potenziamento del ruolo del dirigente scolastico che potrà assumere direttamente i docenti attingendo da un apposito albo. La norma sarebbe anticostituzionale perché violerebbe l'articolo 97 della Costituzione che sancisce che nella Pubblica Amministrazione si accede per concorso. Sbagliato anche il taglio di risorse per la scuola pubblica (ossia il mancato stanziamento nel ddl degli annunciati fondi per la sicurezza degli edifici e l'introduzione di nuove tecnologie) e il finanziamento alla scuola privata (ossia gli sgravi fiscali per le famiglie che iscrivono i loro figli alle paritarie).
Pollice verso anche contro le assunzioni dei precari perché invece delle 100 mila promesse dal governo, secondo i calcoli dei sindacati saranno solo 40 mila e non scatterebbero subito e automaticamente, ma solo a chiamata da parte dei presidi. Infine, protestano anche contro il metodo di valutazione dell'Invalsi, da abolire perché penalizzerebbe le forme più creative e personali di studio, appiattendo la “valutazione” su un'oggettività che stride con l'idea di una scuola per tutti in cui il grado di preparazione degli allievi non può essere certo determinato da un'agenzia privata attraverso prove a quiz.

Ma come ogni buon sciopero che proviene dal mondo della scuola vi sono delle proposte e richieste:
Dai cortei che sfileranno e stanno sfilando quest’oggi in tutta Italia, arriveranno due richieste precise: il ritiro in blocco del disegno di legge e un decreto d'urgenza per immettere in ruolo tutti i precari della scuola (abilitati e non). Un esercito di 600mila persone (tra cui i precari “veri”e quelli con più di 36 mesi di servizio) a fronte delle 36mila cattedre disponibili il prossimo anno.

Ultima nota. Da quanto tempo non scioperano i docenti?  Era dal 2007 (durante il secondo governo Prodi con Giuseppe Fioroni Ministro della Pubblica Istruzione) che le principali sigle sindacali non organizzavano una protesta del genere contro un provvedimento del governo.
Le previsioni sull'adesione sono molto alte ed i primi numeri le confermano.
Centinaia di scuole sono rimaste totalmente chiuse, mentre dove sarà presente personale a sufficienza sarà garantita solo la sorveglianza. In molte città italiane (Roma, Milano, Aosta, Catania, Palermo, Bari e Genova) sfileranno cortei. A Torino, Bologna, Firenze, Cagliari e Catania si svolgeranno manifestazioni organizzate dai Cobas che il 6 e il 12 maggio sciopereranno di nuovo contro l’Invalsi nei giorni dei test alle elementari e alle superiori.


Immagini della mobilitazione di ieri sera in Piazza Camillo Costanzo, di Bovalino. 


 

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