Un’avventura con “Robin Hood”: Shark&Groove raccontano il nuovo singolo

Un’avventura con “Robin Hood”: Shark&Groove raccontano il nuovo singolo

Il duo rap Shark&Groove canta “Robin Hood”, l’eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri. In versione pop.

SIDERNO – Se la foresta di Sherwood fosse in riva al mar Ionio, i suoi banditi dal cuore gentile si chiamerebbero Shark&Groove (Giuseppe Costanzo, Siderno; Antonio Callà, Mammola). Fresco di pubblicazione il loro singolo Robin Hood, disponibile su Spotify e tutte le piattaforme di streaming digitale, prodotto e mixato da Groove per MultiVerse Production e masterizzato da The Palma Music & Reload Music - Powered by Sony. Su YouTube anche il video ufficiale in formato verticale, in una narrazione realizzata tramite storie Instagram. Il brano è anche un omaggio al celebre film d’animazione che la Disney distribuiva nelle sale cinematografiche esattamente cinquant’anni fa.

Ancora una storia d’amore. Robin Hood insegue una novella Lady Marian (interpretata da Esmeralda Filippone nel videoclip) per “rubarle” gli occhi, azzurri come il cielo e il mare. «È la metafora di un corteggiamento», spiegano i due rapper. «Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’animo della fanciulla, nobile e gentile. Nel ritornello cantiamo la promessa di mantenere vivo il sentimento ogni giorno come se fosse il primo». D’altronde, gli occhi sono lo specchio dell’anima. «Per me è anche l’amore verso Siderno, la mia città», aggiunge Shark. «È la mia Nottingham, faccio la mia parte per renderla un posto migliore».

Non sappiamo se il Robin Hood del mar Ionio (quasi un pirata) sia riuscito nella sua impresa, e poco deve importarci. «Le risposte e le soluzioni che cerchiamo sono sempre vicine a noi, più di quanto pensiamo», spiegano i due. «L’importante è non arrendersi mai e andare avanti, perché è il viaggio ciò che conta, è l’avventura più importante», concludono, citando la celeberrima serie manga e anime One Piece.

Sopra, la copertina di "RobinHood" di Shark&Groove.

Un po’ come le soluzioni nei “labirinti da fast food”, citando il primo verso del ritornello di Robin Hood. «In passato capitava spesso di trovare piccoli giochi sulle tovagliette del cibo, come cruciverba o labirinti, da completare durante l’attesa della propria ordinazione. Le soluzioni erano stampate proprio sullo stesso foglio di carta ma al contrario; bastava ruotarlo, cioè cambiare prospettiva», sorridono i due.

E proprio Robin Hood rappresenta la fine di un percorso iniziato con il singolo Ted Mosby (2018). Come l’iconico protagonista della serie How I Met Your Mother (HIMYM) cui la canzone era ispirata, i due cantanti sono partiti alla ricerca del vero amore e della ragazza perfetta. «In quel brano avevamo collaborato con tre dei doppiatori italiani della serie: Renato Novara (Ted Mosby), Gianluca Iacono (Marshall e Vegeta di DragonBall) ed Emanuela Pacotto (Bulma)», ricordano.

Successivamente, nel singolo Laos (2020) parlano delle relazioni sui social, tra un like e una Instagram story, mentre in La fine del mondo (2021) cantano l’amore al tempo del covid. Infine, Semplice (2022) racconta l’infatuazione di una notte d’estate, ricca di parole e di storie, ma solo fino all’alba. «Robin Hood conclude il nostro viaggio, è l’ultima canzone di questo ciclo», spiegano.

Non fa parte di questo percorso il singolo pubblicato durante l’estate. «A giugno avremmo dovuto pubblicare proprio Robin Hood, ma dopo aver scritto Da Lunedì abbiamo cambiato i nostri piani, nascondendo però alcuni indizi al suo interno».

I più attenti avranno sicuramente notato la presenza del libro che racconta le gesta dell’eroe di Sherwood nei primi secondi del videoclip. Ma non è l’unico easter egg nascosto. «Anche in Da Lunedì c’è un riferimento agli occhi», spiega Shark. L’azzurro degli occhi zaffiro qui è diventato grigio come l’abisso del mare più profondo, dove regna il buio e la pressione della massa d’acqua sovrastante è elevatissima. Un ecosistema diverso da quello marino che conosciamo e tuttora poco esplorato. Ancora una volta si parla d’amore: «anche un pesce abituato a nuotare nel mare annegherebbe in quegli occhi grigi perché il sentimento è tanto profondo quanto l’abisso».

Cosa rimane di questo viaggio a Shark&Groove? «Proprio i sentimenti», risponde prontamente Shark. «Non potremo raccontare ai nostri futuri figli dell’incontro con la loro madre come Ted Mosby, ma sicuramente abbiamo trovato l’amore. Non una persona, ma il sentimento». «Forse è la rassegnazione che parla», scherza Groove.

Ma la vera avventura del duo rap è iniziata molto tempo fa. Insieme dal 2009, pubblicano il primo brano nel 2014 e continuano ancora oggi il loro viaggio nel mondo della musica, legati da una forte amicizia. La stessa che li ha portati nel 2015 sul podio di Italia’s Got Talent. Oggi collaborano per la label torinese The Palma Music, sotto la supervisione artistica di Rosario Farò e il coordinamento di Antongiulio Iorfida. Robin Hood ha visto anche la partecipazione di Tommaso Pedullà (chitarre e artwork con protagonista Chiara Scarfò), Federica Lombardo (backing vocals) e Antonio Ieracà (foto copertina e aiuto montaggio).

La loro storia anche in un episodio della serie documentario che verrà distribuita nei prossimi mesi dal titolo Gli Altri Siamo Noi, realizzata da Jocelyn Hattab. «Non esiste Shark senza Groove. Se uno di noi sale sul palco non lo fa per sé stesso ma per l’altro, per la squadra», concludono. «È così da quando abbiamo iniziato la nostra carriera». Metà della quale, a cercare l’amore.

 

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