Sentenza Scopelliti - I dubbi del suo partito. Ora fuga a Bruxelles? E che ne sarà di "loro"?

Sentenza Scopelliti - I dubbi del suo partito. Ora fuga a Bruxelles? E che ne sarà di "loro"?

Adesso che su Peppe Scopelliti è arrivata la doccia fredda della sentenza, ci sarà da capire quali saranno le ripercussioni dell’esito di un processo che ha tenuto l’intera Calabria in trepidazione. Partendo dalle conseguenze politiche: il governatore verrà sospeso, la condanna rischia quindi di spezzargli la carriera politica, anche se adesso si giocherà l’ultima carta, ovvero quella di ottenere (tramite il leader del suo partito, Angelino Alfano) una candidatura alle europee.




Una probabile fuga a Bruxelles per non restare fuori dalla politica che conta, ma i vertici di Nuovo centrodestra sembrerebbe stiano cercando di fare in modo e quindi di convincere Peppe a restare fermo un giro e lavorare da Roma per il rafforzamento della rete dei circoli del NCD.
Questa sospensione del governatore rende necessario un ulteriore intervento del Governo Renzi sulla Calabria, oltre a quelli previsti dalla legge Severino. Scopelliti finora ha ricoperto pure l’incarico, di nomina governativa, di commissario ad acta per l’emergenza sanitaria. Si capisce bene, dunque, come Palazzo Chigi debba provvedere alla nomina di un nuovo responsabile del delicatissimo settore, già sottoposto a Piano di rientro dal deficit.

Ma legato alla condanna c’è anche un altro discorso. Ed è quello relativo all’allontanamento di Scopelliti dalla gestione del bilancio della Regione Calabria, che rappresenta lo strumento vero del potere che genera consensi. Con queste premesse, si denota bene come l’ex sindaco di Reggio Calabria debba sperare nel lavoro dei consiglieri regionali per ottenere l’elezione al Parlamento europeo. Ma quanto sono interessati quest’ultimi a lavorare per colui che è stato il leader del centrodestra calabrese in questi ultimi quattro anni? Perché se è certo che la sospensione del governatore non manda a casa il consiglio regionale, è altrettanto certo che l’elezione nell’assemblea legislativa comunitaria costringerà Scopelliti alle dimissioni da presidente della giunta e allora sì che gli inquilini di Palazzo Campanella sarebbero costretti a tornare a casa. E, dunque, il ragionamento che potrebbe essere portato avanti tra i componenti della sua maggioranza è il seguente: perché dobbiamo impegnarci a garantire a lui un salvacondotto mentre noi dalla prossima legislatura, con il taglio dei consiglieri da 50 a 30, rischiamo di rimanere tagliati fuori? Scopelliti può stare tranquillo, insomma. La storia di questi ultimi anni è zeppa di politici leader in Calabria e modesti gregari fuori dai confini regionali. Certo, poi ci sono le eccezioni, i colpi di scena che possono cambiare tutto. Soprattutto in politica.

Nell’immediato Scopelliti dovrà scegliere a chi affidare la vicepresidenza dell’esecutivo. Ci sono più ipotesi sul campo. La logica suggerirebbe la nomina di Pino Gentile. È lui l’assessore con più esperienza, ma soprattutto l’esponente della famiglia che detiene il maggiore pacchetto azionario della maggioranza. Ma tra il dire e il fare ci sono rivalità – quelle tra Scopelliti e i Gentile – mai del tutto sopite, nonostante le dichiarazioni ufficiali possano far pensare a un idillio. Le altre soluzioni portano il nome di Nazzareno Salerno e Antonella Stasi. I due avrebbero il gradimento di Scopelliti non fosse altro per l’assoluta fedeltà al capo dimostrata nel corso di questa legislatura.
 
Attenzione, però, alla variabile Gianpaolo Chiappetta
Fino a oggi il capogruppo di Ncd in consiglio regionale è stato il candidato ufficiale del partito all’Europarlamento. Una eventuale discesa in campo di Scopelliti , adesso, lo costringerebbe al passo indietro. E non è escluso che per il “sacrificio” richiestogli, non possa arrivare una “ricompensa” con la nomina al vertice della giunta.
Siamo nel campo delle ipotesi, ancora. Ma la palma della più scaltra spetta sicuramente a Jole Santelli.. Avendo capito che nel Nuovo centrodestra rischia di aprirsi una stagione di musi lunghi e mugugni, ha tirato fuori da ogni trattativa di rimpasto Forza Italia. E, come insegna un proverbio cinese, si è seduta sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere del proprio nemico. 


È vero che la Santelli non considera Scopelliti un nemico ma la vendetta è un piatto che si serve freddo. E la vendetta adesso prevede che Forza Italia assuma la guida della coalizione e piazzi uno dei suoi esponenti come candidato a governatore. I pretendenti pure qui sono tanti. Ma questo, comunque, è un altro discorso.


Oggi sta di fatto che Scopelliti è stato condannato ed interdetto dai pubblici uffici, dovrà salvarsi in qualche modo, le europee sono dietro l’angolo e la faccia tosta, abbiamo visto, non gli manca sicuramente.  

 

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