Fondi “Vita Indipendente”: ammenda e scuse dei Sindaci, ma non basta
Si è svolta ieri, in seconda convocazione, l’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito Territoriale Sociale di Locri, con all’ordine del giorno il primo punto dedicato ai “Fondi Vita Indipendente – chiarimenti”.
Un tema cruciale, ma purtroppo discusso in una sala quasi deserta, con una presenza minima di amministratori e assenza quasi totale della stampa.
L’avvio dei lavori: regolamenti e contestazioni
La seduta si è aperta con una lunga premessa di carattere regolamentare.
Il Presidente dell’Assemblea ha infatti sottoposto a votazione la possibilità di autorizzare la presenza e l’intervento delle Associazioni dei familiari di persone con disabilità, sostenendo che il regolamento consente la partecipazione del solo rappresentante del Forum del Terzo Settore.
L' Associazioni ADDA – ha immediatamente contestato tale interpretazione, ritenendola un atto limitativo nei confronti della rappresentanza civica e della partecipazione democratica.
Dopo un acceso confronto, sono arrivati interventi di scuse e ammissione di responsabilità da parte di alcuni Sindaci, che hanno riconosciuto le conseguenze gravi della vicenda sui cittadini fragili, privati di un diritto fondamentale.
Nessun Comune ha versato la quota
Nel corso della discussione, è emerso un dato tanto chiaro quanto grave: nessuno dei Comuni dell’Ambito ha provveduto al versamento della quota di compartecipazione prevista, ad eccezione del Comune di San Ilario dello Ionio, il cui pagamento però non risulta registrato presso la ragioneria.
Questo ha comportato la perdita e la restituzione alla Regione Calabria di circa 80.000 euro destinati ai progetti di “Vita Indipendente”, che avrebbero dovuto garantire autonomia e dignità a persone con disabilità.
Sono intervenuti l’Assessore alle Politiche Sociali di Ardore, i Sindaci di Bovalino, Camini e Santo Ilario sullo Ionio, che hanno espresso parole di rammarico e scuse ufficiali.
ADDA, pur accettando le scuse e l’ammenda morale, ha espresso profonda amarezza per il “bavaglio” posto alle Associazioni, le quali – come minimo – avrebbero dovuto essere ascoltate, non per muovere accuse, ma per contribuire costruttivamente al confronto.
Un tema relegato tra “Varie ed eventuali”
Ciò che colpisce maggiormente è che in una precedente Assemblea dei Sindaci del 1° luglio 2025, un tema tanto delicato era stato inserito tra le “Varie ed Eventuali”, a testimonianza di una grave sottovalutazione politica e amministrativa.
“Un vero e proprio crimine sociale – afferma l’Associazione ADDA – perpetrato non per dolo, ma per indifferenza e trascuratezza. Una lezione amara che deve servire a far comprendere che le politiche sociali meritano la stessa attenzione che spesso si riserva a sagre, eventi o infrastrutture.”
L’impegno di ADDA
L’Associazione ADDA ribadisce il proprio impegno costante di vigilanza e denuncia, al di là dei cappelli istituzionali o regolamentari, affinché non si ripetano più simili episodi.
Solo grazie alla presenza e alla determinazione delle Associazioni, questo triste capitolo è venuto alla luce.
“Continueremo – conclude ADDA – a chiedere trasparenza, rispetto e partecipazione, per garantire che i diritti delle persone con disabilità non siano mai più calpestati.