Rifiuti,Calabria fanalino di coda in Europa

Rifiuti,Calabria fanalino di coda in Europa

La Calabria fanalino di coda in Europa per il riciclo dei rifiuti. Viene dallo studio 'L'Italia del Riciclo' la triste conferma degli enormi limiti evidenziati nella gestione del circuitodei rifiuti sul territorio calabrese.

Il rapporto, commissionato da Fise Unire (L'associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è stato presentato ieri nel corso di un convegno che ha messo in luce l'enorme stato di arretratezza della Calabria nel contesto nazionale e dell'Italia in quello europeo.

In Italia solo il 33% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 42%; fanno peggio solo il Portogallo (19%) e la Grecia (18%). Nel nostro Paese in media quasi la metà dei rifiuti prodotti (il 49%) finisce in discarica, ben 15 milioni di tonnellate ogni anno, mentre in Europa viene mediamente conferito in discarica il 30% dei rifiuti.

Sul podio delle nazioni più virtuose nel contesto europeo l'Austria (70%), la Germania e il Belgio (62%). Seguono poi i Paesi Bassi (61%), la Svezia (50%) e la Danimarca (42%) che oltre a un elevato tasso di riciclo e a una quota significativa di recupero energetico mostrano anche un altro dato in comune: smaltiscono in discarica tra lo 0 e il 3% dei rifiuti.

Un dato incredibile soprattutto se paragonato a quello dell'Italia. Scendendo nel dettaglio del contesto nazionale, si nota come sono ben 10 le Regioni che superano la soglia del 60% di rifiuti conferiti in discarica, tutte (ad esclusione della Liguria) collocate al centro sud.

"Il riciclo dei rifiuti - ha evidenziato Corrado Scapino, Presidente di Unire - costituisce una delle priorità strategiche per lo sviluppo della green economy. Gli obiettivi di riciclo europei sono, per alcune filiere, ancora lontani e per raggiungerli è necessario che oggi le strategie di crescita industriale nazionale si coniughino con politiche di sviluppo sostenibile che prevedano l'impegno e la partecipazione di tutti i soggetti economici della filiera, dai produttori ai riciclatori. Resta tuttora prioritaria l'attivazione di nuove leve per stimolare il mercato dei materiali riciclati, evitando politiche ambientali miopi e strumentali che rischierebbero solo di frenare ulteriormente lo sviluppo dell'industria del recupero". Secondo Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, uno dei motivi principali della situazione italiana "è la bassa tassazione sullo smaltimento in discarica (15 euro a tonnellate in Italia contro le 40 in Germania). Occorre dare effettiva priorità al riciclo, così come obbliga a fare la direttiva europea 98/2008 CE, ricorrendo anche agli incentivi economici o fiscali in quelle filiere".

fonte strill.it

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