Melito PS,decimato il clan Iamonte, 65 arresti

Melito PS,decimato il clan Iamonte, 65 arresti

Droga, armi, ma anche movimento terra, edilizia e pubblica amministrazione: a Melito Porto Salvo i Iamonte controllano tutto. È quanto emerso dalla maxioperazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria a Melito Porto Salvo che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 65 presunti affiliati al clan. Tra gli arrestati, anche il sindaco di Melito, Gesualdo Costantino, e il capo dell'ufficio tecnico, Franco Maisano. A finire in manette, tutti soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata all'acquisto, vendita e detenzione di armi e munizioni; associazione collegata a quella di tipo mafioso; associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope del tipo hashish e marijuana con le aggravanti del numero di associati superiori a dieci nonché della disponibilità di armi; spaccio in concorso di ingenti quantitativi sostanza stupefacente. L’indagine ha permesso non solo di paralizzare un imponente e avviato traffico di droga ed armi, ma ha anche mostrato come nonostante i numerosi provvedimenti che abbiano colpito boss e gregari, il clan Iamonte sia ancora in grado di tenere in pugno Melito di Porto Salvo. Con la «pesante e grave connivenza degli amministratori locali» e il supporto di imprenditori, alcuni dei quali ritenuti affiliati al clan, i Iamonte hanno non solo condizionato il regolare svolgimento delle gare d’appalto bandite dai comuni del basso Jonio, ma sono riusciti a monopolizzare e attività imprenditoriali nel settore edilizio, sia pubblico che privato. Qualunque tipo di attività economica – è emerso dalle indagini della Dda – era subordinata al benestare del clan, che esercitava il proprio dominio attraverso varie forme di condizionamento dal pagamento del pizzo, all’imposizione delle forniture e della manodopera, fino ad arrivare all’accettazione coatta, da parte di alcuni imprenditori, dell’estromissione da gare di appalto e lavori in favore di imprese riconducibili alla cosca. Contestualmente all’esecuzione del provvedimento restrittivo, è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di quattro imprese (di cu una agricola e tre edili e di produzione di calcestruzzo) riconducibili alle cosca Iamonte, per un valore complessivo di 4 milioni di Euro circa. I particolari dell’operazione saranno resi noti agli organi d’informazione alle ore 11 al Comando provinciale dei carabinieri nel corso di una conferenza stampa alla quale parteciperanno il procuratore della Repubblica facente funzioni di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, e l'aggiunto Nicola Gratteri.

fonte corrieredellacalabria.it

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