Immigrazione clandestina,ancora uno sbarco a Roccella J.

Immigrazione clandestina,ancora uno sbarco a Roccella J.

 Sono circa centocinquanta gli uomini e le donne che questa notte, intorno a mezzanotte sono sbarcati al Porto delle Grazie a Roccella Jonica. Tutti di varie etnie e nazioni: Siria, Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh, Afganistan, stipati in un peschereccio lungo pressappoco dodici metri. Salpati dal porto della Grecia,
il loro primo viaggio l’hanno fatto a bordo di alcuni camion, senza sapere con precisione, dove stessero andando, poi il barcone, molto più grande di quello attuale.I primi due giorni in mare hanno viaggiato in condizioni più favorevoli, poi, sono stati affiancati dal secondo barcone, e da li viaggio è proseguito, per altri due giorni. Fermi a causa delle condizioni marine avverse, fra la paura e il timore di non vedere più la riva, gli ultimi tre giorni hanno navigato, direzione l’Italia, la Calabria. Duemila e cinquecento euro il prezzo del “biglietto” solo andata. Un biglietto che non ha permesso loro di viaggiare in business class, ma stipati dentro le stive del peschereccio o, a poppa e a prua al freddo e umido della notte. Con loro anche lo scafista, sono proprio gli immigrati che ci spiegano che, appena l’uomo si è accorto della presenza in lontananza dell’imbarcazione delle Forze dell’Ordine, si è gettato in acqua, nei pressi del cimitero di Roccella Jonica, e ha raggiunto a nuoto la riva. Di lui, al momento si sono perse le tracce. Al Porto delle Grazie la macchina operativa dei soccorsi, con l’ausilio della Capitaneria di Porto, i Carabinieri della stazione di Roccella Jonica, la compagnia navale delle Guardia di Finanza, e la Polizia di Stato, ha da subito messo in moto i primi soccorsi e interventi. Le condizioni di salute sembrano buone per gli uomini, le donne e i bambini. Due giorni fa, persino una bimba è venuta al mondo sul barcone, in mezzo al mare, ma sulla vera mamma è ancora giallo. Si, perché la donna che è stata immediatamente trasportata all’ospedale di Locri, e a seguito dei controlli medico sanitari, non risulta essere la madre. Infatti, l’utero della ragazza non presenta dilatazioni da parto, le sue dimensioni sono regolari. Dunque, al momento la vera madre non sembra essere fra i clandestini e i centocinquanta, non si sbilanciano, anzi confermano le dichiarazioni della giovane trasportata insieme alla neonata all’ospedale. E allora prende sempre più corpo l’ipotesi che la vera madre probabilmente durante il parto sia morta e sia stata gettata in mare. Ipotesi che se dovesse essere vera, disegnerebbe uno scenario inquietante. Intanto la donna sarà presto dimessa dall’ospedale di Locri, mentre la neonata, di circa due giorni e due chili, rimane sotto osservazione. Nojian, è il nome che le è stato dato, fa sapere uno degli immigrati, è significa “nuova vita”. Una vita al momento diversa da quelle di altre piccole neonate, coccolate fra le braccia delle loro mamme.

fonte lentelocale.it

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