Intimidazione a corrispondente della Gazzetta del Sud. Parisi (Fnsi): ''Lo Stato si faccia sentire''

Intimidazione a corrispondente della Gazzetta del Sud. Parisi  (Fnsi): ''Lo Stato si faccia sentire''

DAL FNSI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: 

Grave atto di intimidazione nei confronti del corrispondente del quotidiano “Gazzetta del Sud” da Locri, Pino Lombardo.
Ignoti, la notte scorsa, hanno dato alle fiamme l’autovettura di Lombardo, un’Alfa Romeo 156, e quella della moglie, una Fiat 600, che si trovavano parcheggiate nel cortile condominiale. Nell’incendio le due autovetture sono state completamente distrutte. Sull’intimidazione all’ex docente indagano i carabinieri di Locri.
“Non ho dubbi – ha detto all’Ansa Pino Lombardo, ancora scosso per l’accaduto, – che quanto mi è stato fatto dipenda dalla mia attività giornalistica. Non ritengo ci possano essere altre ragioni. Non ho mai avuto problemi sia nella mia vita privata che in quella lavorativa nel mondo della scuola. Non credo ci possa essere altra pista”.

Pino Lombardo si occupa di cronaca cittadina, con particolare riferimento alla politica, alla sanità e, negli ultimi tempi, ha seguito e raccontato le battaglie sulla discarica e le malattie che continuano a colpire i cittadini della Locride.

“Piena e convinta solidarietà a Pino Lombardo ed alla Gazzetta del Sud” viene espressa da Carlo Parisi, vicesegretario nazionale della Federazione della Stampa e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, secondo il quale “non è certo con vili atti di violenza come questo che si riuscirà a mettere il bavaglio a quanti sono impegnati ad informare correttamente i cittadini in nome del diritto di critica e di cronaca e della libertà di stampa”.
“Chi quotidianamente fa il proprio mestiere di cronista, raccontando onestamente i fatti, specie se scomodi, - incalza Parisi – può dare fastidio soltanto a coloro i quali intendono continuare a dettare legge in un territorio nel quale, da troppo tempo, lo Stato brilla solo per inefficienza e latitanza. Condizioni, queste, che non fanno altro che favorire quanti speculano e lucrano su un territorio saccheggiato in ogni forma e sostanza”.

“Certo – sottolinea Parisi – tanti passi avanti sono stati fatti, grazie al coraggio di tanti cittadini onesti ed al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, ma se continuano a verificarsi episodi di violenza come quello perpetrato ai danni di Pino Lombardo, a dover scendere in campo con forza e convinzione dev’essere proprio lo Stato, che non può certo scaricare tutte le colpe dell’abbandono, dell’inefficienza e del degrado ai cittadini di buona volontà lasciati spesso da soli a combattere coraggiose battaglie ad armi impari contro la ‘ndrangheta, ovvero l’organizzazione criminale più potente al mondo”.

“Troppo spesso i cittadini di questi territori vengono etichettati come «allergici» alla legalità e omertosi, ma non è certo chiedendo loro di immolarsi – ribadisce il vicesegretario della Fnsi – che si afferma la presenza dello Stato sul territorio. La gente onesta ha bisogno dell’ordinario lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, per garantire le più elementari condizioni di legalità, e soprattutto di lavoro e servizi per far capire a chi ha smesso di sperare che anche questi territori fanno parte della Repubblica Italiana fondata sul lavoro, la libertà e la democrazia”.

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