Guardavalle: We’Re South e il turismo lento e sostenibile

Guardavalle: We’Re South e il turismo lento e sostenibile

Dall’amore di due ragazzi e dalla passione per il territorio, nasce un’iniziativa di turismo sostenibile a Guardavalle.

GUARDAVALLE – Aldo e Giulia sono una coppia, lui un grafico e lei un’agronoma. Sono gli ideatori di un progetto di turismo lento e sostenibile in Calabria chiamato We’Re South, basato a Guardavalle. Dalla loro passione per il territorio, nasce un’iniziativa per valorizzarlo. Tratto dall’intervista realizzata per il podcast LocriDublino, di Luca Matteo Rodinò e Simone Raschellà.

«L’idea è nata in un momento di noia su una panchina», spiegano. «Ci siamo resi conto che, da turisti, ci avrebbe fatto piacere viaggiare in maniera leggera, per dare valore ai momenti e prenderci il giusto tempo». Una proposta alternativa, esperienze lente che seguono i ritmi naturali. «Quando andiamo in vacanza dovremmo dedicarci a noi stessi, ma raramente è così; corriamo sempre dietro l’orologio, contro il tempo, rincorrendo appuntamenti, eventi e musei», proseguono Giulia e Aldo.

Il logo di We'Re South

Il logo di We'Re South, in foto.

«I nostri motti sono ‘tempo per dedicarsi tempo’ e ‘andamento lento ma costante’. Crediamo che ogni momento debba essere apprezzato per com’è e che ci si debba prendere il giusto tempo per rilassarsi, nella vita ma soprattutto in vacanza». Questa la loro filosofia.

We’Re South offre quindi delle esperienze di turismo lento e sostenibile. «Siamo partiti da Guardavalle, dove sono nata e cresciuta io», racconta Giulia, «ma in futuro ci piacerebbe allargarci anche in altri comuni della costa Jonica e dell’entroterra».

Le esperienze di We’Re South sono disponibili su prenotazione dal loro sito web weresouth.com. «Proponiamo delle passeggiate sulle dune e sui calanchi di Guardavalle e una visita per il paese». Il turista viene accompagnato nel territorio per scoprirne la bellezza paesaggistica, naturalistica e architettonica.

Anche la domenica dalla nonna diventa un’esperienza. «In Calabria la tradizione del pranzo domenicale, solitamente a casa della nonna con i parenti, è altamente diffusa, oltre che particolarmente sentita. È una delle opportunità che proponiamo a chi vuole assaporare la cucina tipica e la tradizione, si fa la pasta in casa e si mangia tutti insieme». Dopo il pranzo, un momento di riposo o, per meglio dire, di digestione.

«Abbiamo stretto anche una collaborazione con il Teatro del Carro di Badolato. È una compagnia professionale di produzione teatrale, che allestisce e organizza spettacoli. Tra i loro obiettivi figura anche la promozione sociale e territoriale, quindi abbiamo unito le forze per realizzare un’esperienza insieme. Allestiscono degli spettacoli itineranti per le vie di Guardavalle, immersi nel paese». Un’atmosfera magica, poesia tra antica e nuova drammaturgia.

«Crediamo molto in We’Re South, stiamo investendo molte energie. Vorremmo veder valorizzato il nostro territorio e contribuire con il nostro impegno. Ci auguriamo che il nostro progetto possa crescere e diventare qualcosa di importante».

We’Re South è un progetto che ha l’obiettivo di valorizzare il territorio. Ci chiediamo, infatti, da chi dovrebbe partire l’iniziativa, se non da noi che lo abitiamo? Mentre molti si piangono addosso, c’è chi si dà da fare. «Ho fiducia nella nostra generazione», dice Aldo, «secondo me ce la faremo, dobbiamo. C’è del potenziale e sono fiducioso che venga realizzato. Abbiamo anche una responsabilità nei confronti delle generazioni future», conclude. Per disperazione, o per necessità, per coraggio o voglia di riscatto, la nostra generazione deve farcela, dobbiamo farcela.

Probabilmente abbiamo un rapporto conflittuale con le generazioni precedenti. «Siamo stati sorpresi del supporto che abbiamo ricevuto e dalla quantità di persone che è stata disponibile a collaborare con noi», raccontano, «ma si tratta principalmente di giovani come noi. È come se le persone più grandi fatichino a prenderci sul serio, sono state diffidenti».

«Abbiamo incontrato tante difficoltà nel nostro cammino, e siamo solo agli inizi, ma non demordiamo; siamo ostinati e abbiamo tanta voglia di crescere». We’Re South, quando è nato, si chiamava The South Faces. «Avevamo realizzato un logo che abbiamo utilizzato per più di un anno. Poco tempo fa, tuttavia, abbiamo ricevuto una diffida». Il noto marchio The North Face ha chiesto a Giulia e Aldo di non utilizzare quel logo perché aveva molti elementi in comune con quello della multinazionale. «Inizialmente ci siamo spaventati, ma non ci siamo arresi. Abbiamo cambiato nome e logo e siamo andati avanti, la nostra identità è sempre la stessa, non è cambiata. Il nostro è un progetto di turismo lento, non vogliamo competere nel settore dell’abbigliamento sportivo. Quindi abbiamo proseguito per la nostra strada. Andamento lento ma costante».

E si sa, chi va piano, va sano e va lontano.

Tutti gli aggiornamenti su We’Re South sui loro profili Instagram e Facebook e il loro sito web weresouth.com.

Di seguito, l'intervista integrale a Giulia e Aldo di We'Re South nel podcast LocriDublino.

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