Il caso del Parà Giuseppe Iannì

Il caso del Parà Giuseppe Iannì

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Nel lontano 1982, la grande scrittrice crotonese Gina Basso, di recente scomparsa a Bologna dove risiedeva da molto tempo, ebbe la meravigliosa ispirazione di utilizzare la sua sapienza narrativa con il dare vita ad un romanzo di chiara impronta socio-pedagogica, dedicato in permanenza alla formazione civica e morale degli alunni che seguono tuttora le varie opportunità didattiche delle scuole medie e superiori. Il romanzo intitolato “ Il Coraggio di parlare”ha riscosso il pregevole interesse della critica letteraria, ha fatto subito il giro delle scuole, appassionando migliaia di studenti che si sono identificati nel protagonista principale della vicenda, divenendo poi, quasi a sorpresa, un lungometraggio cinematografico girato nel 1987 intorno al comprensorio di Isola Capo Rizzuto e impreziosito dalla folta presenza di famosi attori di rango.

Il noto romanzo dell’intellettuale calabrese Gina Basso, oggi compianta, ricalca la storia, quasi veritiera, di un ragazzo calabrese di soli quattordici anni, Vincenzo Melito che, nell’illusione di aver trovato lavoro, abbraccia inconsapevolmente le fila invisibili della‘ndrangheta che lo sfrutta per i suoi torbidi interessi e abusa della sua credula ingenuità; ma quando Vincenzo prende improvvisa consapevolezza di questa pericolosa situazione, assume la risoluzione forzata di imbattersi in una via di fuga, che lo metta al riparo dalla cieca violenza della criminalità.

Il giovane Vincenzo viene perseguitato perfino dalla violenta fantasia del suo sentimento di paura fino a quando non trova finalmente il “coraggio di parlare”, dirigendo i suoi passi verso il sacro territorio della legalità, rappresentato dalle forze dell’ordine, che in tal modo riusciranno facilmente a sventare i disegni criminosi di un grosso sodalizio mafioso, molto temuto dalla popolazione circostante.

Oggi, a distanza di circa cinquant’anni, mi trovo costretto a riformulare la precedente domanda con questa affermazione: “ il Coraggio di rispondere”.

Mi pongo ogni giorno il perché di questo atteggiamento generalizzato di indifferenza e di non curanza da parte di alcuni importanti organi dello Stato, (come il Ministero della Difesa, il Comandante del 187° Reggimento Paracadutisti Folgore, l’Ordinario Militare, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) nei riguardi del militare Giuseppe Iannì, vittima designata di una grave dimenticanza onorifica e storica. Secondo il parere giuridico della Corte di Cassazione, il coraggioso paracadutista Giuseppe Iannì, perito insieme agli altri quarantasei fratelli dei paracadutisti della Folgore, in occorrenza della” Tragedia della Meloria” avvenuta nel 1971, formalmente non può ritenersi e non può essere riconosciuto come una “Vittima del Dovere”.Quarantacinque paracadutisti della Folgore sono stati riconosciuti giustamente“vittime del dovere”, mentre il nome onorato del soldato Giuseppe Iannì non compare inspiegabilmente nella lista degli eroici fratelli d’armi.

A questa mia lettera di ammonimento e di esortazione, allego la lettera inviata al Presidente Mattarella, il quale fino ad oggi, come tutti gli altri elevati esponenti dello Stato, non hanno avuto il buonsenso di degnarmi di un briciolo di attenzione per le mie continue e insistenti lagnanze. Vi esorto ancora senza posa:abbiate il coraggio di parlare a chi domanda una risposta esaustiva, abbattete questo muro di silenzio che avete costruito per la vostra, unica sicurezza personale e restituite gli onori militari alla memoria del compianto paracadutista Giuseppe Iannì.

 

Alla cortese attenzione

del Presidente della Repubblica

Sergio Mattarella

 

 

 

Caro Presidente, mi rivolgo a Lei, con serena umiltà, senza nulla a pretendere, come un qualunque cittadino Italiano, amante della Patria e del sacro Tricolore che ho avuto la fortuna di servire nella gloriosa Brigata della Folgore, distinguendomi con onore e con coraggio per il bene primario dello Stato. La nostra nazione sta attraversando un periodo estremamente difficile e dal futuro incerto; comunque, continuo a confidare nelle sue decisioni politiche e umane, intese a proteggere l’Italia dall’oscuro bersaglio di evenienti calamità che potrebbero manifestarsi sotto il profilo economico e sanitario. So già che le sue azioni direttive e rappresentative di uomo dello Stato saranno dettate dalla sua lungimirante saggezza interiore.

Presidente, mi rivolgo alla sua pregiata persona con accoratezza e sollecitudine, in quanto potrebbe costituire proprio adesso l’unico uomo super partes e l’unica àncora giuridica di salvezza, in grado di restituire giustizia al dolore delle sorelle del Paracadutista Giuseppe Iannì, che ha dato la vita in seno alla commemorata ” Tragedia della Meloria”;lo strascico deldolore per i familiari della povera vittima, è stato determinato da un’interminabile vertenza giudiziaria che, alla fine, ha decretato l’annullamento di ogni riconoscimento onorifico nei confronti del militare Iannì e il disconoscimento immediato dell’indennizzo economico, destinato al sostentamento, anche morale, della sua famiglia.

Giuseppe Iannìe’ stato un figlio di questa Nazione, caduto durante lo svolgimento del proprio dovere;oggi, il potere della magistratura ha impietosamente deciso che questo martire della Folgore sia del tutto disconosciuto nell’appellativo di” Vittima Del Dovere”.

Presidente, il mio cuore è ricolmo di dolore per i miei quarantasei fratelli persi nella tragedia della Meloria e in particolare per Giuseppe Iannì, la cui memoria è stata conculcata e offesa, senza pari.

Le chiedo a cuore aperto, caro Presidente, di ottenermi possibilmente un fraterno e amichevole confronto che possa condurre ad una soluzione equanime di questa complicata vicenda umana e patriottica, all’unico fine di ridare lustro alla cara memoria del soldato Giuseppe Iannì.

Diversamente, quella scritta odiosa e sommamente offensiva, incisa a Livorno, all’indomani della Tragedia della Meloria, che recitava “46 paracadutisti morti= 46 fascistiin meno”, continuerà purtroppo a rimanere sempre un ingombrante argomento d’attualità.

Nell’attesa di una Sua saggia ed illuminata risposta, Le porgo i miei più cordiali e sentiti saluti.

 

 

Presidente

ANVG, F.N.A.I, O.N.C.S.C

di Reggio Calabria

Assessore del Comune di Antonimina

Cosimo Paolo Pelle

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