Il Pd calabrese si confronta sul futuro politico della Calabria: “elezioni sì, ma prima il rinnovamento”

Il Pd calabrese si confronta sul futuro politico della Calabria: “elezioni sì, ma prima il rinnovamento”

Lamezia Terme - Nella tarda serata di ieri, quando Lorenzo Guerini sta per lasciare Lamezia Terme, la sintesi più azzeccata è quella di Gigi Meduri: “Da oggi possiamo dire che nel Pd calabrese l’hasthag più calzante è #serenitutti”. E in effetti chi si aspettava fughe in avanti dal plenipotenziario di Matteo Renzi è tornato a casa deluso. 
Guerini scandisce a chiare lettere che il Pd chiede sì “elezioni immediate”, ma senza l’avvio di un “processo di cambiamento e rinnovamento” non si va da nessuna parte.


Da qui l’esigenza – ma per certi versi sarebbe meglio parlare di obbligo – di scegliere il candidato alla presidenza della Regione attraverso lo strumento delle primarie. “Che non possono ridursi – avverte il vicesegretario nazionale del Pd – a una conta tra potentati ma uno strumento di democrazia partecipativa”. Sul punto, almeno ufficialmente, concordano tutti. E anche durante il vertice a porte chiuse tra Guerini e i consiglieri regionali giurano che nessuno abbia avuto da ridire sull’argomento. Sul quando realizzarle, invece, ci sono diverse correnti di pensiero. I sostenitori di Mario Oliverio premono per celebrarle subito, i renziani vorrebbero prima capire quando si tornerà al voto (Scopelliti da Catanzaro fa sapere che “sicuramente non avverrà a giugno”).
Già, c’è proprio il governatore dimissionario nel mirino dei dirigenti democrat. Il segretario regionale Ernesto Magorno è il più duro: “Se Scopelliti pensa di intimidirci sul tema dell’etica e della questione morale si sbaglia di grosso”. Il riferimento è alle parole non proprio tenere usate dal governatore nei confronti di Italo Falcomatà, il sindaco della Primavera reggina: “Lui rappresenta la nostra più bella memoria storica e, anzi, chiedo a voi di intitolare a lui la nostra sede”. In sala piovono applausi, che servono a Magorno per affondare il colpo: “Scopelliti è indegno di ricoprire la carica di governatore, deve andare via”. Prima di lui anche il capogruppo in consiglio regionale Sandro Principe non va molto per il sottile: “Le dimissioni del presidente della giunta regionale possono essere l’ultimo gesto di responsabilità verso la Calabria”. Parla di occasioni perse, Principe. E a Guerini spiega dei “ritardi accumulati” dal centrodestra sul porto di Gioia Tauro, sulle infrastrutture, sulla gestione dei rifiuti e dei fondi comunitari. “Per non parlare poi – aggiunge l’ex sindaco di Rende – di quello che non è stato realizzato in temi di tutela dei beni culturali e del turismo”. Occorre cambiare marcia, insomma. “Ma attenzione – avverte il segretario regionale del Psi, Luigi Incarnato – ad anteporre i nomi ai programmi. Rischieremmo di commettere gli errori del passato e regalare agli avversari una vittoria che è alla nostra portata”. Assieme a socialisti, ci sono i rappresentanti di Idv, di Sel, di Centro democratico e anche i fedelissimi di Peppe Bova. Mancano i dirigenti loieriani di Autonomia e diritti ma c'è l'ex sottosegretario del governo Berlusconi, Elio Belcastro. Solo un caso?
Di certo non lo è che Pippo Civati, presente nello stesso albergo dove Guerini tiene a rapporto il centrosinistra calabrese, non si faccia vedere. E assieme ai suoi fedelissimi va via senza degnare nemmeno di un saluto i dirigenti del suo stesso partito. Come nuovo inizio, non c’è male.

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