Le proposte di Crinò in tema di edilizia

Le proposte di Crinò in tema di edilizia

Ci sono procedure burocratiche nella nostra Regione che, spesso, non solo complicano l’attuazione di un lavoro ma addirittura lo bloccano. Su queste limitazioni, chi è eletto il prossimo 23 novembre in seno al Consiglio regionale della Calabria, deve agire "subito ed in maniera concreta". Quando si parla di intoppi burocratici il collegamento all’edilizia è immediato. Questo, pur essendo uno dei settori trainanti della nostra economia, ha subito negli ultimi anni una dura prova: il SIERC (ovvero il SISTEMA INFORMATICO EDILIZIO DELLA REGIONE CALABRIA). Una regione come la Calabria, con tassi di disoccupazione e ondate di emigrazione giovanile sempre più preoccupanti, è stata la prima in Italia (dal 2009) a sperimentare un processo di trasmissione e controllo telematico dei progetti dell’edilizia, pieno di lacune e per questo causa di gravi rallentamenti legati, soprattutto, al processo di sperimentazione. Tutto ciò a discapito del processo edilizio: il committente, per primo, paga questi ritardi, e, spesso demoralizzato, rinuncia ad intraprendere questo interminabile iter di approvazione; il progettista perde l’incarico, così l’impresa e i suoi lavoratori. L’edilizia e l’economia, già in ginocchio, subiscono un arresto. Ma non solo, la trasmissione telematica diventa un secondo progetto non remunerato. Una prassi lunga, compilazioni online che impegnano a ripercorrere tutto il progetto per estrapolare dei dati che, dopo, bisogna ricondurre all’interno di poche categorie presentate dal programma, in cui, a volte, non è semplice far rientrare casistiche non espressamente indicate. Oltretutto, il cartaceo, resta e si continua a trasmetterlo in triplice copia: una quantità enorme di pagine per duplicati da stampare e portare a Reggio Calabria (unico ufficio della provincia) sottovalutando le forme più elementari dell’ecologia e dell’innovazione. Alla lentezza dell’apparato sopradescritto bisogna aggiungere le spese legate all’aggiornamento dei software. Questo comporta per tutti i progettisti degli aggravi economici di migliaia di euro a cui non è impossibile sottrarsi poiché si tratta di strumenti di lavoro obbligatori e, quindi, indispensabili.

E’ evidente che il SIERC, così come è impostato, non semplifica ma sovraccarica tutto il processo di programmazione. Ci sono troppe contraddizioni che bloccano il

sistema. Ecco perché non è più rimandabile una modifica delle procedure automatizzate che elimini ogni distorsione e sia una garanzia dei diritti collettivi. Se sarò eletto Consigliere Regionale mi prodigherò per cercare di apportare aggiustamenti significativi, in grado di sveltire le complicate procedure.

Penso, innanzitutto, a delegazioni comunali, organi di controllo decentrati sul territorio che possano consentire una migliore e più rapida interazione tra progettisti e autorità di controllo. Il Genio Civile, infatti, è particolarmente intasato e la verifica delle pratiche va molto a rilento. Oggi più che mai, in una terra disagiata come la nostra, l’attività di controllo della Pubblica Amministrazione deve risultare necessariamente veloce, adeguata ed efficiente.

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