Sinistra Italiana RC: spostamento sede Agenzia Beni Confiscati da Reggio a Roma è resa dello Stato

Sinistra Italiana RC: spostamento sede Agenzia Beni Confiscati da Reggio a Roma è resa dello Stato

L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (acronimo ANBSC) verrà spostata secondo i piani del Governo da Reggio Calabria a Roma rappresentando una vera e propria resa dello Stato.

La discussione in Senato è chiara, così come è chiaro l’intendimento del Governo e sono chiari i tentativi posti in essere durante la sua recente esistenza (2010) per spostare la sede nazionale lontano da Reggio Calabria.

E’ paradossale che nel giorno in cui viene arrestato in Brasile il boss Vincenzo Macrì, figlio del “boss dei due mondi” Antonio Macrì, e nei giorni in cui viene posta fine alla quasi trentennale latitanza di Giuseppe Giorgi, due uomini che in diverso modo hanno potuto gestire a distanza e in casa propria imperi intercontinentali, lo Stato ammetta di non volere e di non poter garantire in Calabria la dislocazione primaria di una delle sue più importanti ed efficaci strutture di contrasto alla criminalità organizzata.

Ciò proprio nel momento in cui un reggino, l’on. Minniti, ricopre la carica di Ministro dell’Interno.

Fu lo stesso Minniti che qualche anno fa durante una trasmissione televisiva su La7 ebbe a dire,
 spiegando alcune sue concomitanti dichiarazioni stampa in merito,  “Se lo Stato non è in grado di gestire la situazione in provincia di Reggio Calabria ammetta la resa e dichiari ufficialmente quel territorio come protettorato della ‘ndrangheta.”

Oggi lo Stato decide di rendere più difficile agli amministratori del Sud, e in particolare a quelli siciliani e calabresi dove è presente la maggior parte dei beni confiscati, l’accesso diretto ai servizi e al coordinamento dell’ANBSC. E lo fa incurante dei maggiori costi aggregati per le istituzioni e non considerando il segnale di resa verso cittadini e para stato. Una decisione che sarebbe frutto, soprattutto, dell’ammissione di non poter garantire il diritto universale alla mobilità ai dipendenti della stessa agenzia che negli anni hanno più volte lamentato il quasi totale isolamento di Reggio Calabria rispetto al resto del mondo rendendo loro più difficili, se non impossibili, come per tutti i calabresi, gli spostamenti da e verso le proprie zone di origine.


Un segnale di resa, lo ribadiamo, inaccettabile. E che venga da chi provocatoriamente evocava un protettorato del para-stato e per di più da un reggino assume il gusto della beffa più che della resa. Si intervenga per mantenere la sede nazionale a Reggio Calabria, senza illusiore soluzioni tampone, e si intervenga per garantire a TUTTI il diritto universale alla mobilità sull'intero territorio nazionale.

Federazione metropolitana Sinistra Italiana Reggio Calabria

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