Disastro Amaranto, Reggina - Carpi 0-1

Disastro Amaranto, Reggina - Carpi 0-1

Finisce con Atzori che prova ad assumersi la responsabilità davanti allo stadio e viene sommerso dai fischi del pubblico.  Ci prova anche Di Michele, da capitano, guidando i compagni,  stavolta la squadra arriva sotto la curva , e si prende gli insulti dei tifosi giustamente inviperiti.

E’ una sconfitta che può lasciare il segno, quella subita dalla Reggina contro il Carpi, in rete al 93’ con Memushaj.   Cinque punti in sette partite, un bottino deficitario che certifica il fallimento parziale del "progetto centenario".

Abulica, poco convinta, priva della concentrazione e della determinazione giusta, totalmente spogliata delle certezze da un allenatore che ha scelto un’esasperante ricerca del coinvolgimento dell’intera rosa, non dando mai un undici base ed attuando un turnover che solo squadre già costruite, e non in crescita, possono permettersi.

Inevitabile attribuire le responsabilità al massimo responsabile tecnico del progetto, non dimenticando che ci sono errori sotto  porta incredibili e altri individuali, come quello di Benassi, che spesso lasciano il segno.

E stavolta non c’è neanche la prestazione a occultare la mancanza dei risultati, la preoccupazione cresce e l’ambiente appare piuttosto spazientito.  I margini per invertire la rotta ci sono ancora, ma non sono più ampi come fino ad un paio di settimane fa.

E’ la vittoria di Stefano Vecchi, tecnico scartato dalla Reggina in estate e capace di organizzare il Carpi in maniera impeccabile.

APPROCCIO - Bastano pochi secondi per capire che la riproposizione della sfida agostana tra le due compagini abbia un film totalmente diverso rispetto a quello estivo in cui gli amaranto superarono il turno di Coppa Italia

Gli emiliani non sono più quella neopromossa acerba vista al Granillo e dalle prime fasi del match mettono in seria difficoltà la squadra di Atzori. La capacità di ripartire in contropiede con pochi tocchi è solo un ingrediente della torta di Vecchi, potendo contare su un centrocampo che per almeno venticinque minuti si impossessa della partita, facendo il bello ed il cattivo tempo.

La Reggina ci capisce poco e per quanto si vede rischia anche poco.  Rispetto a Varese,  non c’è Colucci dal primo minuto, e i padroni di casa vanno in campo con un 3-4-2-1 in cui Strasser e Dall’Oglio occupano la linea mediana, mentre Di Michele e Fischnaller appoggiano Cocco, sebbene la posizione dell’ex attaccante del Sud Tirol assomigli a quella di una mezz’ala destra in fase di non possesso.

Dalle tribune si levano i primi veri fischi stagionali e la manifestazione di disapprovazione da parte dei pochi intimi presenti (379 paganti e 3500 abbonati) scuote la squadra  che smette di essere in balia dei meno quotati avversari.

Sono almeno tre  le vere palle gol confezionate da una Reggina, in grado di produrre gioco solo a singhiozzo. L’ex di turno Kovacsik vola a deviare un tentativo dal limite di Dall’Oglio, poi viene graziato da Cocco che non trova la misura per insaccare in solitudine davanti alla porta con una sforbiciata, dopo una combinazione tra Di Michele e Fischnaller, con il primo bravo a portarsi a spasso l’intera retroguardia avversaria.   Un cross di Foglio da sinistra, invece, mette in difficoltà l’estremo difensore ungherese che, smanacciando male, favorisce Maicon che, senza portiere, trova la traversa piena.

Ad oscurare i primi imbarazzanti minuti ci sono i rimpianti per i gol mancati, che si acuiscono dopo l’ennesimo spreco: ancora sull’asse Foglio-Maicon e stavolta nella ripresa, l’esterno sinistro entra in area e dal fondo mette in mezzo un pallone che andrebbe solo spinto in rete, ma il brasiliano, anche stavolta, non brilla per freddezza.

La girandola dei cambi non produce scosse alla partita e nella fase centrale della ripresa è ancora una volta il duo Memushaj-Porcari, coppia mediana del Carpi, a fare il bello ed il cattivo tempo.

La Reggina ci prova senza neanche troppa convinzione e dimostrando, forse, di essere un po’ sulle gambe per i troppi impegni ravvicinati.

Il Carpi prova a pungere in contropiede e rinvigorito dall’innesto a gara in corsa  di Sgrigna non riesce a usare il proprio potenziale

Al 91’ da due passi dalla porta Romagnoli conclude alto, non sfrutta una mischia che stava per risultare favorevole agli ospiti.

Il colpo del ko arriva comunque, al 94’ Memushaj rientra da destra a sinistra e calcia dai venti metri, trovando impreparato Benassi.  

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