Sa/Rc,per Passera,entro il 2013 si concluderanno i lavori.

Sa/Rc,per Passera,entro il 2013 si concluderanno i lavori.

SALERNO - Anche il ministro tecnico, Corrado Passera, cede al rito del blitz nei cantieri della Salerno-Reggio Calabria. Interminabili, tanto per usare un eufemismo. «Dopo il sopralluogo sono ottimista — poi dice il responsabile di Infrastrutture e Attività produttive —, ho avuto la conferma che le scadenze saranno rispettate e che quest'opera tra quest'anno ed il prossimo verrà completata in maniera quasi definitiva». Anche Passera (come molti suoi colleghi in passato) indica una data: la fine del 2013. Con lui prima in elicottero e poi in auto il presidente Anas, Ciucci. Non v'è dubbio che negli ultimi anni i lavori si siano velocizzati, lo sa bene chi deve percorrere quell'autostrada per recarsi in Calabria. Ma i quasi trent'anni precedenti? Non è colpa di Passera, certo, ma un dato di fatto. «Gli impegni saranno rispettati — ancora il ministro —, il Sud e tutta l'Italia hanno ormai a disposizione una infrastruttura importantissima. Ho avuto conferme sia dal presidente dell'Anas Ciucci sia dalle persone che lavorano sul campo che le scadenze saranno rispettate, che entro quest'estate saranno dimezzati i tratti a corsia unica, che devono essere meno di 50 chilometri, e che entro la fine dell'anno prossimo tutti i cantieri oggi aperti saranno conclusi. Tutto questo mi dà un senso di grande soddisfazione. E vi assicuro che ci starò addosso come su niente altro». Il ministro dà appuntamento ai giornalisti per la consueta conferenza stampa post blitz e arriva con un'ora di ritardo. I tempi della Salerno-Reggio Calabria, si penserà. A dirlo è invece il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, che è arrivato, manco a dirlo, in ritardo ad un appuntamento con gli studenti cosentini. «Questa autostrada mi inganna ancora — dice Gratteri —. Hanno indicato il 2013 come ultima data per la fine dei lavori di ammodernamento. Ogni anno viene qualcuno in Calabria e sposta la data di conclusione dei lavori all'anno successivo».

POLEMICA? NO - Più che una polemica indiretta, è una cocente constatazione quella di Gratteri. Ma tant'è il ministro, seppur un'ora dopo, arriva all'aeroporto di Salerno-Costa d'Amalfi, per incontrare i giornalisti e ripartire per Roma. Ma, sembra paradossale per un ministro delle Infrastrutture, lo scalo di Pontecagnano è chiuso. Ma chiuso chiuso. Dal 23 marzo per la precisione, per la conclusione del contratto con Alitalia. Dovrebbe riprendere le attività il 16 giugno, in tempo per la stagione estiva. Vien però da chiedersi: se un aeroporto è aperto tre mesi l'anno, ha ventimila passeggeri circa e costa tre milioni e mezzo ogni dodici mesi, soprattutto perché si deve pagare di tasca sua (visto il numero esiguo di utenti) il servizio antincendio, e cioè 24 dipendenti su 38, a cui aggiungere 22 di security, insomma vien da chiedersi a cosa serve? Perché resta aperto? Anzi, perché l'hanno costruito? Il nuovo presidente, in carica da domani, il dimissionario assessore provinciale Antonio Fasolino è chiaro: «O si allunga la pista o si chiude».

LO SCALO - Sintesi illuminante. Attualmente, infatti, lo scalo ha una pista di un chilometro e seicento metri su cui possono atterrare al massimo aerei da 100 passeggeri. Ne servirebbe una da due chilometri e 100 per poter ospitare gli airbus. Non solo. Servono all'incirca 50 milioni di euro per trasformare un aeroporto fantasma in uno reale (sinora è costato almeno 100 milioni di euro). E il ministro Passera cosa ne pensa? «L'aeroporto di Pontecagnano va valorizzato e va integrato a quello di Capodichino — spiega prima di imbarcarsi —. Ho fiducia che questo scalo decollerà e avrà un ruolo importante in una visione integrata campana, legata anche allo sviluppo di Napoli». I rappresentanti delle istituzioni locali incassano la volontà ministeriale e tirano un sospiro di sollievo. Può darsi che finalmente sui video compaia la sigla di un volo, che qualcuno prenda un caffè al bar o attraversi il metal detector che non suona da mesi. Nota a margine: sui cartelloni pubblicitari si propaganda la centralità dello scalo, giusto. Ma scrivere che si arriva ad Amalfi in trenta minuti, o ancora a Pompei, a meno che non si sia in auto blu è un falso geografico.

fonte corrieredellasera

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