Scoperte delle grotte a Brancaleone

Scoperte delle grotte a Brancaleone

Il territorio calabrese non finisce mai di regalare sorprese, angoli nascosti e dimenticati regalano tracce di storia antica solo a chi nel sangue ha la voglia infinita di riscoprire tradizione e cultura antica della nostra terra, così come è successo a Carmine Verduci (attualmente Presidente della Pro-Loco di Brancaleone) il ricercatore Sebastiano Stranges ed il geometra Carlo Fiumanò. I tre da una ricognizione archeologica avvenuta domenica 10 Gennaio sul territorio  della città rupestre di Brancaleone Vecchio, hanno scoperto altre grotte del V secolo al borgo antico.   La scoperta riporta ad una città di Brancaleone che doveva essere stata come nello stile di Vardzya (Georgia) e Cappadocia, città rupestre costruita dalle comunità Armene dal V a IX secolo D.C. su preesistenze dell'età del ferro. Già da Giugno scorso Verduci aveva trovato in una zona del nucleo abitato della vecchia Brancaleone queste grotte fino ad ora sconosciute, che di fronte a numerosi studi e ricerche fin’ora condotte da ricercatori ed archeologi si è arrivati alla conclusione che le grotte non siano mai state studiate, censite e forse mai viste. Durante la spedizione, i tre si sono trovati di fronte ad un ambiente che denota tracce di grotte preesistenti disseminate in tutto il nucleo abitato. Una città scavata nella roccia, è il profilo che si è evidenziato, come Matera con i suoi sassi, Brancaleone è stata nel periodo del ferro un nucleo rupestre che poi ha fatto largo man mano all’urbanizzazione e quindi alla nascita del suo profilo attuale, con le sue abitazioni, le sue vie e strade. In particolare queste grotte hanno subito delle modifiche per quanto riguarda la destinazione d’uso, forse gli abitanti non avevano idea di ciò che era l’antico profilo del borgo, che oggi via via sta delineando le ipotesi fatte fino ad ora. La ricognizione ha riportato alla luce una strada scavata nella pietra con gradini simili alla tipologia presente a Rocca Armenia (Bruzzano Zeffirio). Interessanti sono si sono rilevati i segni nella roccia d’arenaria (tipica di questa zona) che hanno palesato con esattezza l’esistenza di altre grotte preesistenti, alcune anche inglobate all’interno di abitazioni successivamente costruite, poi rimodulate dall’uomo e riadattate per l’uso abitativo.  Un altro segno tangibile di storia antica impressa in quei segni inequivocabili di civiltà antichissima.  A seguito della scoperta si sta ora procedendo ad un censimento di tutte le grotte presenti nel territorio di Brancaleone e all’interno del nucleo abitato, insieme alle molte altre già crollate o rimaneggiate nel tempo, anche se ve ne sono accenni lungo la strada che porta all’antico borgo, con la speranza che che le autorità competenti possano cogliere questa grande opportunità, che collocherebbe Brancaleone Vecchio nel panorama archeologico di  inestimabile valore di tutto il comprensorio reggino.

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