Addio al bovalinese Italo Galtieri, eterno gigante tra pigmei

Addio al bovalinese Italo Galtieri, eterno gigante tra pigmei

 

Ci sono persone che assumono le sembianze di quadri, di opere d’arte sempre nitide che il tempo non riesce a sbiadire. Forse è per questo che, da persone, diventano simpaticamente “personaggi”, figure di riferimento che spiccano all’interno di una comunità per il loro essere. 

Bovalino, nel corso degli anni, ha avuto la fortuna di raccontare diverse storie, attraverso voci e volti popolari che, tra i vicoli e le piazze, non sono mai passati inosservati. In questo libro di ricordi eterni e di leggera quotidianità, non può mancare l’immagine che ritrae Italo Galtieri, alias “u tripulinu”, monumento di saggezza e dispensatore di sana ironia. La sua genialità, sottovalutata ed incompresa dai più, viaggiava a braccetto con quella follia filosofica che lo rendeva unico, inimitabile nelle sue riflessioni a tratti ermetiche, nelle sue profonde considerazioni. Il suo sorriso, poi, accompagnato spesso da una battuta pungente ed apparentemente banale, offriva genuinità ed allegria ai passanti, agli sconosciuti, finanche a chi provava a deriderlo, senza la sensibilità di comprendere il perché del suo fare. Da qualche tempo, aveva abbandonato i pedali della sua cara bicicletta ed anche la sua vecchia e fatiscente abitazione, per essere accolto dalla casa di riposo del paese, rifugio amorevole degli ultimi anni della sua esistenza. 

Sì, ci sono persone che assumono le sembianze di quadri, anche dopo la morte, perché le tracce che lasciano sono indelebili e colorano la vita di chi resta. Perché, soprattutto, il loro passaggio terreno non è altro che un insegnamento immortale, una storia da ascoltare e raccontare, un’opera d’arte colma di pregi e stracolma di meravigliosi difetti. 

Fai buon viaggio, “Italè”. Chi ti ha voluto bene veramente, continuerà a farlo oltre ogni distanza fisica. Chi non era in grado di apprezzarti, continuerà a non capire ed a credersi superiore. E tu, come sempre, faglielo credere, falli sentire contenti nella loro miseria, diglielo che sei solo un pazzo anche se non è così. Tanto, che ne sanno loro della tua grandezza, non esiste neppure un modo per spiegarglielo. E noi, con queste lacrime d’amore che ci bagnano il viso, come glielo spieghiamo che sei semplicemente un eterno gigante tra pigmei? 

Giovanni Ruffo, sognatore

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