Rimborsopoli, tutti a giudizio tranne Imbalzano – I NOMI

Rimborsopoli, tutti a giudizio tranne Imbalzano – I NOMI

REGGIO CALABRIA Tranne Candeloro Imbalzano, consiglieri regionali ed ex, inclusi quelli oggi in Parlamento, dovranno tutti affrontare il processo per le spese "pazze" del consiglio regionale. Così ha deciso il gup di Reggio Calabria, accogliendo la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto Gaetano Paci nell'ambito del procedimento Rimborsopoli, scaturito dall’inchiesta che ha svelato la gestione privatistica e personale dei fondi pubblici destinati alle attività dei gruppi del consiglio regionale. Fondi pubblici diventati cene, gioielli, tablet, gadget elettronici, consulenze, collaborazioni, ventilatori e taxi gentilmente – quanto illecitamente, secondo la Procura – elargiti dal consiglio regionale e che oggi mettono nei guai consiglieri ed ex, vecchi collaboratori e qualche parlamentare.

I NOMI A processo di fronte ai giudici si dovranno presentare:
Ferdinando Aiello di Cosenza (Pd),
Bruno Censore di Serra San Bruno (Pd),
Demetrio Battaglia di Reggio Calabria (Pd),
il senatore Giovanni Bilardi di Reggio Calabria (Federazione della libertà),
con il suo assistente personale,Carmelo Trapani, Agazio Loiero di Santa Severina (Autonomia e diritti),
Carlo Guccione, consigliere regionale (Pd),
Antonio Scalzo, consigliere regionale di Conflenti (Pd),
l’ex segretario-questore del Consiglio regionale,Giovanni Nucera di Reggio Calabria (Udc, poi Ncd),
gli ex consiglieri:
Pasquale Tripodi di Reggio Calabria (Centro democratico),
Alfonso Dattolo di Rocca di Neto (Udc),
Alfonsino Grillo di Gerocarne  (Vibo Valentia, eletto con la lista “Scopelliti presidente” poi passato in Ncd),
Giuseppe Bova di Reggio Calabria (Pd),
Emilio De Masi di Crotone (Idv),
Sandro Principe di Rende (Pd),
Pietro Amato di Borgia (Pd),
Mario Franchino di Montegiordano (Autonomia e diritti, poi Pd),
Mario Maiolo di Cosenza (Pd)
Francesco Sulla di Cutro (Pd),
Vincenzo Ciconte di Catanzaro (Pd, uscito sconfitto dalle amministrative di Catanzaro che hanno visto il trionfo quale sindaco di Sergio Abramo),
Giovanni Raso (già collaboratore nella commissione Bilancio per il gruppo Udc),
Diego Fedele (figlio dell’ex assessore regionale ai Trasporti,
Luigi Fedele, quest’ultimo già a giudizio con rito immediato),
Giovanni Franco (Reggio Calabria).

Rimangono invece ancora da definire le posizioni di Nicola Adamo e Domenico Talarico, per i quali gli atti sono stati ritrasmessi in procura a causa di un difetto di notifica della richiesta di rinvio a giudizio.

L’INCHIESTA Per quanto le posizioni dei diversi imputati siano eterogenee, ad emergere è un quadro sconfortante di trucchetti di bassa lega, ruberie e illeciti che hanno permesso a politici di ogni colore e schieramento di appropriarsi per scopi smaccatamente privati di fondi pubblici. Tra il 2010 e il 2012, i fondi destinati all'attività dei gruppi consiliari, secondo la procura, sarebbero stati utilizzati per viaggi all'estero (Londra, New York, Montecarlo), set di valigie, consumazioni al bar (è stato chiesto il rimborso anche di un singolo caffè), cene conviviali, telefoni cellulari, tablet, gite alle terme e soggiorni in albergo di persone che con Palazzo Campanella nulla hanno a che fare. Ma con i soldi del Consiglio e dei gruppi consiliari sarebbero stati pagati anche spese di carburante, consulenze, affitti, collaborazioni, cene, gioielli, fiori, tasse, viaggi e taxi. E ancora: batterie, ventilatore, ipad, telefonini, ricariche cellulari, la spesa per la famiglia, ristrutturazioni.

da corrieredellacalabria.it

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