La memoria diventa speranza, il passato diventa futuro: l'eco intramontabile di nonna "Nnuzza"

La memoria diventa speranza, il passato diventa futuro: l'eco intramontabile di nonna "Nnuzza"

Mi interrogo spesso sul significato della parola “memoria”.
Memoria, innanzitutto, non è ricordo. 
Memoria è una cosa viva, attiva, continuativa, al contrario di ricordo, che appartiene più al passato, ad un tempo superato che ogni tanto ritorna, affacciandosi dal balcone, sbucando dalla porta di una stanza, spuntando da una casa, da una strada, da un negozio, da un forno: quegli occhi che “ritornano” non sono illusioni, non sono soltanto fotografie, sono “gocce di memoria” - come direbbe qualcuno.Mi interrogo spesso sul significato della parola “memoria” e mi rendo conto, sempre di più, che una definizione esatta non esiste: possiamo solo andarci vicini, rendere più o meno l’idea di cosa sia, descrivere in maniera approssimativa il suo senso. 
E allora, in mancanza di significati precisi, non ci restano che i paragoni, le metafore, gli accostamenti.

La memoria, ad esempio, mi piace pensarla come una vecchia sarta, un’esperta dell’ago e del filo, una di quelle donne anziane che non si stancano mai, che non si lamentano mai, che non si “sbarrogano” mai. Una di quelle donne di Calabria che non invecchiano mai, che non passano mai, quelle che - se rallenti un attimo e ti giri a guardarle - sono ancora lì, con qualche acciacco, con qualche affanno, magari con l’uncinetto in mano e un gomitolo di lana, per realizzare qualche “carzetta” da regalare a figli, nipoti, amici, figli degli amici.Ecco, la memoria, forse, è una nonna che è sempre lì, con il solito obiettivo di cucire e ricucire, di tenere insieme, di unire e riunire tutto e tutti: l’unica in grado di rattoppare, di riagganciare, di mantenere “i bbrasi” di un vecchio focolare che non ha mai smesso di riscaldare, di abbracciare e di ri-connettere intere generazioni.Questo concetto strano di memoria mi accompagna giorno dopo giorno, mano per la mano. Ed in certi momenti, fa sentire la sua presenza in modo più intenso, energico, profondo. La memoria - soprattutto quando gli occhi sono lucidi ed il cuore scalpita - ti permette di intrecciare tutto, di riavvolgere il nastro, di chiederti dove sei, perché sei in un posto in un determinato istante, chi sei tu e chi sono gli altri accanto a te, “impastando” di nuovo l’amore, l’appartenenza e, in questo caso, la calabresità.

Così, tutto d’un tratto, in una sera silenziosa e lieve, all’improvviso può capitare di sentirti avvolto e trascinato da un profumo intenso, inebriante, carico di immagini, sorrisi, abbracci, lacrimi, pranzi, cene, biscotti, pane, giochi, avventure, esperienze. Un odore unico, irripetibile, ineguagliabile, un po’ dolce e un po’ salato, un po’ nostalgico e un po’ speranzoso. E nel buio della notte, se ti fermi per un istante, senza fiata, puoi scorgere una luce accecante: ecco, quella, probabilmente, è il segno del desiderio di chi - in queste ore, in questi minuti, in questi secondi, in questi “passaggi di tempo” - vorrebbe essere qui e, di conseguenza, ha solo un’unica possibilità: quella di brillare dal cielo, di far finta di cadere da lassù per illuminare i cuori di chi ama.
E’ così che fanno le stelle più belle.
E’ così che ha fatto e farà la “Gnura ‘Nnuzza” con Domenico Grillo e con tutte le persone che avranno sempre voglia di sfogliare l’album del tempo con curiosità e sensibilità.
Perché l’innovazione senza una tradizione genuina, appassionata, studiata, sentìta e approfondita, è soltanto una goccia in un oceano.
Ma noi - come dicevamo - siamo “gocce di memoria”, “siamo anime in una storia incancellabile”.E mentre “aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità”, parafrasando sempre una celebre canzone di Giorgia, il Grillo’s Bakery cafè ha già fatto le sue “dolci valigie” per raggiungere Fiera Milano Rho, senza dimenticare quel bagaglio di memoria che riconcilia la terra e il Cielo, la vita quotidiana e l’eternità, un nipote e una nonna.

- Giovanni Ruffo
30 novembre 2025, “clessidre di zucchero”

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