Legalità allo Zaleuco, Maestri agli studenti: “valorizzare l’impegno delle persone”
Il ricercatore del CROSS Maestri ha incontrato gli studenti del Liceo "Zaleuco" per parlare della storia dell'educazione alla legalità nelle scuole.
Si è tenuto questo pomeriggio, giovedì 25 febbraio, l’incontro degli studenti del progetto “Giovani Pensatori” del Liceo Scientifico “Zaleuco” di Locri con il dott. Mattia Maestri, ricercatore del CROSS, l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano. L’evento, dal titolo “Educare alla legalità nella scuola in Lombardia e in Calabria – dal 1980 ad oggi”, si inserisce nell’ambito del “Parlamento Mondiale dei Giovani”. Il tutto è stato trasmesso in diretta streaming su Radio Aut Zaleuco, la web radio dell’Istituto curata dagli studenti. Il dott. Maestri era collegato in streaming con gli studenti; in collegamento a distanza anche la Prof.ssa Stefania Barile, coordinatrice della Commissione Legalità del Centro Internazionale Insubrico. Per gli studenti presenti in aula sono state osservate tutte le normative anti covid vigenti.
Il dott. Maestri ha parlato di un lavoro di ricerca che indaga la storia dell’educazione alla legalità nelle scuole, svolto tra il 2016 e il 2017 dal CROSS. La ricerca è stata finanziata dal MIUR con l’intenzione di ridare visibilità ai protagonisti dell’antimafia sui territori che, con il proprio impegno, hanno avuto un ruolo cruciale nella lotta alla criminalità organizzata. In particolare, il dott. Maestri ha parlato dell’educazione alla legalità tra Lombardia e Calabria, dal 1980 ad oggi.
“La ‘ndrangheta non esiste solo in Calabria”, ha spiegato Maestri agli studenti, “i guadagni più importanti provengono da regioni più ricche, come Lombardia o Emilia Romagna”. Alla criminalità organizzata interessa che nella propria regione lo stato delle cose rimanga invariato, perché il progresso, l’innovazione e il cambiamento potrebbero destabilizzare il suo potere e per questa ragione la spaventano”. “Di antimafia non si parla abbastanza”, prosegue, “l’impegno delle persone è importante e va valorizzato”.
“Le associazioni criminali vorrebbero sostituirsi allo Stato”, continua Maestri. “Lo Stato chiede le tasse in cambio di servizi, la criminalità organizzata chiede il pizzo in cambio della protezione da se stessa”. Un meccanismo subdolo con la quale la ‘ndrangheta e le altre associazioni tentano di prendere il controllo delle attività loro vittime.
Gli studenti hanno seguito con interesse l’intervento del prof. Maestri e hanno contribuito ponendo le proprie domande. “Sono i piccoli gesti a fare la differenza”, ha risposto Maestri a chi chiedeva quale debba essere l’impegno di ciascuno di noi in questa lotta. Bisogna prestare attenzione perché “non esistono settori economici dell’economia legale totalmente immuni all’infiltrazione mafiosa”. È importante conoscere il fenomeno per combatterlo. Ad esempio, ha spiegato il relatore, “frequentare un locale gestito dalla criminalità non implica essere mafiosi, ma certamente aiuta, nel lungo periodo, l’attività criminale, anche se non lo vogliamo; quando invece spendiamo nell’attività di un imprenditore onesto stiamo contemporaneamente indebolendo la criminalità organizzata e aiutando l’economia sana”. A patto che sia un impegno costante di tutti.