La Bindi in visita a Reggio Calabria: "servono leggi speciali". E attacca Scopelliti.

La Bindi in visita a Reggio Calabria: "servono leggi speciali". E attacca Scopelliti.

A conclusione della due giorni di audizioni a Reggio Calabria, il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, non risparmia parole dure nei confronti del presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Scopelliti, che, secondo quanto riferito da Bindi, avrebbe bollato la visita della Commissione Bicamerale in riva allo Stretto come un'occasione in cui sarebbe proiettata verso l'esterno un'immagine negativa della Calabria: "O Scopelliti vuole sminuire il ruolo e l'importanza della Commissione o ignora i problemi reali della sua regione" ha detto pacatamente, ma in maniera altrettanto risoluta, Bindi.

"La commissione antimafia si è insediata a Reggio Calabria, ma per parlare di 'Ndrangheta oggi dovremmo guardare al Nord. Noi non abbiamo bisogno di attenzioni solo sugli aspetti negativi del nostro territorio. A volte si rischia di continuare a strumentalizzare la Calabria" aveva detto il Governatore.

Il presidente della Commissione Antimafia – eletta in Calabria nei ranghi del Partito Democratico – ha sintetizzato i contenuti delle numerose audizioni sostenute nei due giorni reggini, all'interno della Prefettura: dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri al procurator nazionale antimafia, Franco Roberti, passando per i procuratori di Reggio Calabria e Catanzaro, Federico Cafiero de Raho e Vincenzo Lombardo, e poi, ancora, i prefetti di alcune città calabresi, i commissari straordinari di Reggio Calabria, fino ai rappresentanti delle associazioni e ai sindacati.

Una full immersion nei problemi della Calabria che – nonostante l'idea contraria di Scopelliti – bloccano lo sviluppo della regione: "I poteri mafiosi si radicano nei territori esposti alla crisi, la 'ndrangheta è forte dove lo Stato è percepito come debole e inadeguato a garantire i diritti". Insomma, l'intervento di Rosy Bindi spazia oltre che sui vari aspetti investigativi, anche sull'aspetto sociale che una presenza opprimente come quella della 'ndrangheta, comporta sul territorio: "Il mancato riconoscimento dei diritti alimenta la 'ndrangheta, ma la 'ndrangheta provoca la crisi" afferma ancora Bindi.

Ed è proprio a questo punto che il presidente dell'Antimafia stigmatizza l'atteggiamento di Scopelliti, che, da sempre, tende a minimizzare la forza dello strapotere mafioso, al fine di esaltare le virtù della Calabria: "Siamo qui per guardare in faccia il male, come ci hanno insegnato Falcone e Borsellino. Guardare questa realtà non significa guardar male". E proprio parlando di Scopelliti, Rosy Bindi non risparmia un passaggio neanche sull'ex sindaco di Reggio Calabria, Demi Arena, fedelissimo di Scopelliti: "Se il sindaco di un Comune sciolto per 'ndrangheta fa l'assessore regionale..." afferma Bindi, toccando il tema dell'etica in politica e della necessità, da parte di politica e istituzioni di fare pulizia al proprio interno.

Esaurito l'argomento Scopelliti, però, Bindi passa a quelle che potranno essere le linee guida della Commissione Parlamentare Antimafia (stabilità del Governo permettendo): dall'attenzione agli Enti Locali fino all'utilizzo dei beni confiscati alle cosche. "Lo Stato deve moltiplicare le proprie risorse, chi amministra gli Enti sciolti deve avere più potere e deve stare sul territorio ad amministrare". In un momento di grande crisi economica, però, Rosy Bindi punta la propria attenzione sull'utilizzo dei beni confiscati, definito "fondamentale".

Le audizioni della due giorni reggina si sono mosse anche in questo senso.

La Commissione, però, dovrà anche proporsi di apportare alcune modifiche legislative al fine di combattere con armi più adeguate la criminalità organizzata: "E' inspiegabile che non sia stato ancora introdotto il reato di autoriciclaggio" afferma Bindi. Sarà però compito della Commissione anche investigare il rapporto tra mafie e politica, istituzioni, in un'unica espressione, con quella "zona grigia" che fa le fortune della criminalità organizzata: "Uno dei Comitati della Commissione sarà proprio dedicato al tema delle professioni, a cominciare dall'istituzione di un albo degli amministratori dei beni confiscati".

Insomma, a detta della presidentessa dell'Antimafia, il bilancio è positivo, perché la Commissione avrebbe aperto un fascio di luce su una delle regioni più problematiche dell'intera penisola: "Mi verrebbe da proporre una legge speciale per la Calabria e per Reggio in particolare" afferma. Non è un caso, infatti, che i lavori della Commissione (istituita con colpevole ritardo) siano partiti proprio da Reggio Calabria, vera e propria capitale della 'ndrangheta, e che proseguiranno a Milano – con l'audizione del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano – dove le cosche calabresi fanno affari già da alcuni lustri.

Il tempo stringe e la Commissione si congeda.

Non prima, però, di aver lanciato un messaggio di speranza: "C'è una reazione anche in questa terra e su questa si deve far forza". Rosy Bindi, infatti, annuncia un ritorno della Commissione in Calabria: "Non sarà questa l'unica visita". Perché, a detta della Commissione bisogna rifuggire l'idea che il benessere avvenga solo in presenza della 'ndrangheta e in assenza dello Stato: "La legalità conviene e il Governo deve mettere al centro della propria azione la lotta alle mafie".

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