Il caso rifiuti tossici in Aspromonte e le morti per tumori in via Matteoti ad Africo, ieri a "Presa Diretta" su rai 3

Il caso rifiuti tossici in Aspromonte e le morti per tumori in via Matteoti ad Africo, ieri a "Presa Diretta" su rai 3

Lungo il servizio del programma "Presa Diretta" andata in onda ieri sera su Rai3, è stata trasmessa un'intercettazione finora inedita, in cui due 'ndranghetisti (sembrerebbe anche di spicco) parlano dell’inquinamento da rifiuti tossici in Calabria, in particolare in Aspromonte.
La conversazione intercettata, risale all'aprile del 2008, nell'ambito dell'operazione "Saggezza", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che portò all'arresto di 39 membri dei clan della Locride e dintorni. L’intercettazione è contenuta tra le oltre duemila pagine dell'inchiesta.

A parlare sono Vincenzo Melia ed il suo consigliere Nicola Romano, il quale la sera prima ricevette la visita di un altro elemento dell'organizzazione, Nicola Nesci, a sua volta preoccupato da notizie riguardanti la quasi certa presenza di una fonte radioattiva nella zona. Romano, nel riportare il dialogo a Melia via telefonica, ricostruisce la storia dei rifiuti tossici interrati in Aspromonte e nella piana di Gioia Tauro negli anni '70, facendo nomi, date e località.

Pubblichiamo un estratto, quello forse più inquietante:
“...stanno scoppiando, questi inquinano falde d'acqua, è pericoloso il discorso. Vi siete fatti i sequestri... siete nella droga... ma queste cose qua... guardate che non sono perdonabili per nessuno! Perchè qua è una distruzione di paesi, di famiglie... tutti con la leucemia... leucemia... ragazzini di 6 anni, 7 anni...si beve a casa, abbeverate l'orto, si beve l'acqua, ci mangiamo la carne!
Oggi per gli abusi che hanno fatto... dovrebbero solo mettersi una corda al collo! A Gioia Tauro dicono che sotto ogni albero d'ulivo c'e' un bidone!”.

Durante la stesa  puntata, andata in onda ieri sera, si è parlato anche della misteriosa morte - avvenuta nel 1995 - del capitano Natale De Grazia, il quale indagava sulle (ora famose) navi devi veleni, perché cariche di rifiuti tossici, affondate nei mari calabresi.

Nello stesso servizio, si è rimasti in tema, in quanto è stato approfondito ed affrontato il caso di Africo, dove si registra un alto tasso di mortalità dovute a tumori. Soprattutto in via Giacomo Matteotti, la quale dalla strada provinciale si dirama sino alla caserma dei carabinieri. Ad oggi, in questa via, vi vivono 50 persone, 20 famiglie in altrettanti complessi edilizi. E negli ultimi tre anni 33 vite, sono state spezzate dal cancro.

Ma il dato è ancora più inquietante quando si prende visione del fatto che nel comune di Africo, negli ultimi quindici anni, sono morte per tumore  ben 180 persone. A questo proposito è significativa l’audizione del direttore dell’Aisi, Giorgio Piccirillo, ascoltato a Luglio del 2011 dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Il tema dell’audizione erano due distinte note dei servizi segreti che riferivano “l’interesse di Giuseppe Morabito, detto ”U Tiradritto” che, in cambio di una partita di armi, diede l’autorizzazione a far scaricare nella zona di Africo un quantitativo di scorie tossiche, presumibilmente radioattive”.

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