CGIL Trotta e Pititto: Ponte sullo Stretto un’opera calata dall’alto, sbagliata nelle priorità, pericolosa nei metodi. Non prenderemo parte alla “parata” del Governo

La decisione del CIPESS di approvare il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto è
l’ennesima dimostrazione di un governo scollegato dalla realtà del Mezzogiorno e, in
particolare, della Calabria. Un'opera calata dall'alto, senza confronto con i territori,
senza una visione complessiva dei reali bisogni delle comunità e delle lavoratrici e
dei lavoratori affermano i Segretari Generali Trotta e Pititto della CGIL calabrese e
reggina.
Mentre milioni di cittadini calabresi ogni giorno combattono con infrastrutture
fatiscenti, treni lenti e inadeguati, strade insicure e una sanità pubblica al collasso, il
governo sceglie di destinare oltre 14 miliardi di euro a un'opera che non risolve
nessuno dei problemi strutturali della nostra regione. Anzi, - chiosano i Segretari-
sottrae risorse a progetti già programmati e urgenti, come l’ammodernamento della
Statale 106, la messa in sicurezza della A2, l’elettrificazione della rete ferroviaria
ionica o il diritto all’acqua potabile.
A fronte di queste emergenze, la propaganda governativa sul Ponte appare come
un’enorme distrazione di massa. E non solo. Un’opera di queste dimensioni e con una
filiera così lunga di subappalti e forniture non può non suscitare l’appetito delle
organizzazioni criminali, soprattutto in territori come il nostro, dove la ‘ndrangheta
ha dimostrato di saper intercettare e condizionare appalti pubblici e cantieri anche
molto meno esposti di questo. I rischi di infiltrazione sono altissimi, così come le
opacità già segnalate da ANAC sull’aumento dei costi e sull’assenza di una gara
pubblica aggiornata.
Quanto alla convocazione rivolta in extremis alle organizzazioni sindacali,
ringraziamo il governo per l’invito “postumo” al confronto: sarebbe stato più utile e
democratico essere ascoltati prima di decidere.
Non parteciperemo a una parata simbolica, costruita solo per dare una patina di
legittimità a un progetto che non porterà nulla di buono alla Calabria.
La nostra regione ha bisogno di treni, scuole, ospedali, strade sicure e lavoro stabile e
di qualità. Non del sogno irrealizzato di un Ponte che rischia di trasformarsi in un
gigantesco cantiere a vantaggio di pochi, con costi sociali, ambientali e democratici
altissimi.
Serve un modello di sviluppo che parta dal basso, dai territori, dalle esigenze delle
persone e dalla qualità del lavoro. Non megaprogetti ideologici, pensati per fare
consenso, ma politiche pubbliche che rimettano al centro i diritti, la mobilità, i
servizi, la coesione sociale.
La CGIL Calabria e la CGIL dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria
continueranno a portare avanti democraticamente il loro pensiero presso le più alte
Istituzioni ribadendo la contrarietà a questo modello di sviluppo e chiedendo di
destinare risorse vere e trasparenti a ciò che serve davvero al Sud.