Vicinanza o distrazione a Siderno?

Vicinanza o distrazione a Siderno?

Nei giorni scorsi, l’avv. Rocco Biasi, Coordinatore Provinciale del PDL, ha fatto sentire la propria voce sul cosiddetto “caso Siderno”, rivendicando, con toni incomprensibilmente polemici, la vicinanza, definita effettiva e concreta, che il suo partito avrebbe manifestato a Riccardo Ritorto, al contrario di altri, i quali si sarebbero limitati a “qualche comunicato stampa, forse utile a lavarsi la coscienza, ma perfettamente sterile ai fini della scelta che il primo cittadino di Siderno avrebbe dovuto compiere”.

Risulta di incerta origine e di inaccessibile comprensione l’oscura glossa alla quale l’avv. Biasi ha fatto ricorso per ricostruire le vicende che hanno segnato l’ultimo scorcio della vita politico-amministrativa della ridente cittadina jonica.

Allo stato, l’avv. Biasi è l’unico detentore delle chiavi per accedere al criptato codice della “vicinanza” che sarebbe stata effettivamente e concretamente manifestata a Riccardo Ritorto, lì dove l’atteggiamento assunto dal Coordinamento provinciale PDL  è apparso improntato a timida “discrezione”.

In realtà, non è casuale che le tardive ed originali riflessioni del Coordinatore provinciale PDL  abbiano invece rivelato un perfetto sincronismo con l’avvio afoso di questa torrida estate, e ciò non sorprende nella stessa misura in cui non avranno tradito stupore alcuno nemmeno gli straordinari ragazzi della Giovane Italia ed il modo in cui è stata sin qui “affrontata” la loro  legittima ed insopprimibile istanza di concorrere attivamente alla vita democratica di quello stesso partito, segno inequivocabile di una palpabile insoddisfazione che offre la sola chiave interpretativa di puntare con decisione sulle speranze delle giovani ed incontaminate generazioni, per rendere concreta l’affascinante ed irrinunciabile idea di rivitalizzare una classe dirigente che mai come ora attende un’energia propulsiva proveniente dal basso.  

Appare addirittura superfluo rimarcare che il movimento che mi onoro di rappresentare ha sempre e costantemente certificato a Riccardo Ritorto il ruolo di primissimo piano da lui esercitato nel corso degli anni all’interno dell’area moderata, non solo di Siderno: trattasi di  dato di fatto granitico nella sua certezza, in quanto tale, idoneo a dare conto della realtà, al di là della inopportuna suscettibilità denunciata da sterili prese di posizione, queste sì, utili a lavarsi una coscienza politicamente abulica.

Nei fatti, resta, inspiegabile, una certa qual distanza, assunta coram populo, mentre il Sindaco di Siderno era chiamato ad una scelta impegnativa e di estremo rigore che andava ben oltre la sua specchiata e rispettabilissima persona, peraltro nota a tutti.

L’ampiezza di quella distanza, medio tempore, è all’evidenza rimasta oggetto di progressiva e ragguardevole estensione, sino a divenire abissale, se capita di trasalire leggendo che l’attuale coordinatore provinciale del PDL  dipinge uno scenario lunare, lì dove ritiene di sbrigativamente ricondurre le dimissioni di Ritorto allo stato di salute, non senza retoricamente soffermarsi su valori umani che, duole dover rimarcare, meritavano, anch’essi, tutt’altra sensibilità, umana e politica.

Chi intendesse liberarsi da un’impellente necessità e non si avvedesse di  avere avuto “a tiro” la testa delle persone, non può invocare a discolpa la pioggia, per di più con la pretesa di essere creduto, mentre il sole picchia a 40 gradi fornendo irrefutabile smentita: non si può, cioè, prescindere dal contatto con l’agorà, espressione di democrazia reale ed autenticamente rappresentativa, in quanto tale, avulsa, per definizione, dall’arroccato dominio che invece è tipico del Palazzo, talvolta raggiungibile, o raggiunto, per meriti propri come per grazia ricevuta.

E valga il vero!

Mi trovavo al fianco dell’ex primo cittadino di Siderno la sera del 21 giugno, ospite, insieme a lui, dell’accogliente salotto allestito in Piazza Portosalvo da “La Riviera” a supporto della riuscitissima edizione del Festival della Musica Europea, manifestazione che ha voluto e saputo offrire una apprezzata vetrina  alla più autentica identità della comunità locridea, divenuta  “mediorientale” sulle prevenute e partigiane colonne che  Vanity Fair concede solo a soggetti ritenuti meritevoli di superare una “preselezione” dai criteri sfuggenti nella loro fumosa indeterminatezza, ma in linea con le frustrazioni degli sconfitti rivali di Riccardo Ritorto, ligi, dal primo all’ultimo, agli insegnamenti del Professore venuto da vattelappesca che degnamente li rappresenta tutti.

Chiuso temporaneamente l’inciso, ricordo perfettamente di essere stato al suo fianco, mentre Riccardo Ritorto, sollecitato dalle intelligenti provocazioni delle effervescenti giornaliste Antonella Italiano ed Eleonora Aragona, confermava a viva voce l’irreversibilità della sua decisione di porre fine alla esperienza di Sindaco democraticamente eletto, non senza sgomberare il campo da equivoci, escludendo, cioè, a chiare note, che le condizioni di salute potessero avere esercitato incidenza alcuna sulle sue dimissioni.

E dunque, i fatti dicono che qualcuno si sarà “distratto” mentre un grave vulnus stava per abbattersi sulla volontà liberamente espressa lo scorso anno dai Sidernesi, ed è superfluo rimarcare che in quei frangenti s’è rivelata vana l’attesa di un innalzamento del livello del dibattito politico su un tema di assoluta pregnanza e di stringente attualità.

Ancor più nel momento in cui gli oppositori di Riccardo Ritorto, dopo l’iniziale messinscena folkloristicamente allestita all’indomani dell’Operazione “Falsa Politica”, si erano lasciati convincere a desistere dai loro grigi e monotoni referenti: redivivi e lesti nel destreggiarsi all’interno dei palazzi del potere  allorquando si tratti di  perorare, per la città di Reggio Calabria e la sua Provincia, indiscriminate quanto ingiustificate punizioni (tipica reazione del calciatore in preda a frustrazione nelle ultime battute di una partita che sa già di aver perso), pronti ad ipocritamente abbandonarsi allo sfogo del coccodrillo nell’accogliere draconiane soluzioni calate dall’alto che tradiscono una palese incapacità di guardare alle nostre comunità con apprezzabile senso della prospettiva, sino a rendere immediato ed attuale il rischio di minare il faticoso percorso finalizzato alla estirpazione della mala pianta e della trasversalità che la connota come il peccato originale accompagna chi fosse privo di battesimo.

Insomma, qualcuno si è inspiegabilmente lasciato irretire da quella insopportabile zavorra ideologica che ormai avvolge il PD come solo le spire del boa sanno avviluppare la preda, finendo per involontariamente agevolarne, nei fatti, il perverso disegno di assicurare continuità agli sputtanamenti che bersagliano su scala planetaria la dignitosa sofferenza di un territorio calpestato nel suo orgoglio dalla “faida” , tutta Democratica, venuta fuori in tutta la sua eclatanza con l’aborto clandestino dei congressi regionali e provinciali PD consumatosi a Lamezia lo scorso 9 giugno sotto la “regia” del solito Professore venuto in terra calabra dall’ormai arcinota località Vattelappesca.

Se l’occasione è preziosa per rinnovare il ringraziamento al complessivo quadro istituzionale per la tutela del buon vivere civile di una comunità, quella sidernese, da sempre laboriosa e dinamica,  non deve, parimenti, esser taciuto che quello in precedenza descritto è lo scenario politico all’interno del quale, nel silenzio di qualche spettatore portoghese, la volontà popolare di Siderno è stata immolata ai velleitari desiderata, oggi interessatamente taciuti, di chi non può permettersi il lusso di tenere nascosta la mano che ha scaraventato il sasso; ancor più dopo essersi proposto lo scorso anno ai suoi concittadini come minestra riscaldata, soluzione, questa, per nulla miracolosa, ma nostalgica ed idonea a solo soddisfare un ego sovrabbondante al punto di apparire il trionfo della autoreferenzialità.

In prospettiva, ed ai fini che realmente rilevano, rimane, adesso, da sciogliere il nodo iniziale, e chiedersi, di conseguenza, se a Siderno ci si sia stata vicinanza o non piuttosto  distrazione.

Logica ed onestà intellettuale vogliono i due concetti difficilmente conciliabili, negli stessi termini in cui la quotidianità della gente comune, che pure guarda al futuro, mantiene prudente distanza da quanti, in preda a confusione, rischiano di generare insoddisfazione.

LISTA SCOPELLITI PRESIDENTE
Il Coordinatore Provinciale di Reggio Calabria

Avv. Oreste Romeo

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