Probabili guai per Gianni Nucera nel processo “Alta Tensione 2”

Probabili guai per Gianni Nucera nel processo “Alta Tensione 2”

Potrebbe esserci un altro indagato in consiglio regionale. A finire nei guai – questa volta – è il segretario questore del consiglio regionale Gianni Nucera, tirato in ballo con accuse – pesanti e abbastanza circostanziate – da uno dei testimoni chiamati a deporre al processo Alta tensione 2. Ed è proprio in questa sede che è avvenuta la formale comunicazione sull’apertura di un fascicolo a carico del suo accusatore, quel Giuseppe Condemi – zio dell’ex assessore Pino Plutino e padre di due degli imputati, Filippo e Domenico – formalmente accusato di corruzione elettorale. Uno di quei reati che il codice definisce “a concorso necessario” e che prevede l’iscrizione tanto del presunto corrotto – in questo caso Condemi – come del presunto corruttore, che stando alle circostanze candidamente riferite dall’uomo in pubblica udienza sarebbe proprio il vicesegretario questore Gianni Nucera.


Chiamato due settimane fa come testimone a difesa dell’imputato dai legali di Plutino, Condemi aveva affermato: “Nel 2000 Nucera venne a chiedermi appoggio elettorale. In precedenza io ero con i socialisti, ma avevo rotto con Zavettieri. Io ho sempre fatto politica e non ho mai voluto niente ma con Nucera ho parlato chiaro: io ti aiuto ma devi considerare che ho due figli. Nei prossimi cinque anni un posto, un qualcosa. Sono passati 5 anni, poi ne sono passati altri cinque e siamo arrivati a dieci. Ma da Nucera non ho avuto niente». Parole pesantissime che avevano costretto il pubblico ministero a chiedere l’immediata interruzione dell’esame «ex articolo 63 perché il testimone ha appena confessato il reato di corruzione elettorale”, immediatamente accolta dal collegio che dopo una camera di consiglio durata circa mezz'ora, ha rimandato alla successiva udienza la conclusione del suo esame. Ma oggi prima che Condemi aprisse bocca è stato ancora una volta il pm Musolino a prendere la parola per avvisarlo di essere formalmente indagato per corruzione elettorale.
Una brutta notizia non solo per il testimone, ma anche per Nucera, che quasi paradossalmente rischia di passare dalla condizione di denunciante a quella di denunciato. Era stato lui infatti a mettere nei guai il suo ex pupillo, Pino Plutino, accusandolo di aver fatto da mediatore fra lui e i suoi cugini, i fratelli Condemi, per l’assunzione di un membro della famiglia. Inizialmente sarebbe stata caldeggiata l’assunzione di uno dei fratelli Condemi, Domenico – scartato perché inadatto al ruolo – quindi la scelta sarebbe caduta sulla nipote dei due, Maria Cuzzola.
Una trattativa con cui Plutino ha sempre affermato di non avere nulla a che fare, sottolineando come i rapporti di Nucera con i suoi cugini fossero precedenti al tandem politico che lo ha legato per anni all'attuale segretario questore del consiglio regionale. “Ritengo che Nucera mi abbia calunniato – aveva detto Plutino in aula nel corso del suo esame –, sono sempre più convinto che abbia detto un sacco di bugie e che si facesse scudo di me per coprire il suo rapporto diretto con la famiglia Condemi. Con i Condemi, Nucera ha un rapporto personale e ancora più antico”. Una circostanza che Nucera ha sempre smentito, presentandosi tanto in sede di indagine come in dibattimento come una vittima delle pressioni tanto di Plutino, come della famiglia Condemi ed in particolare di Domenico, definito in pubblica udienza “particolarmente violento ed esuberante”. In sintesi, «temevo ripercussioni per la mia famiglia, sia di ordine psicologico, sia per il fatto che Domenico potesse reagire in maniera non adeguata», spiegherà di fronte al Tribunale il consigliere regionale, che arriverà a puntare il dito contro i fratelli Condemi per quella tanica di benzina che qualcuno avrebbe lasciato sulla sua auto con un chiaro intento intimidatorio. 
Affermazioni smentite nel corso del dibattimento tanto da Plutino, come dai fratelli Condemi. “Nucera ha detto di essere intimorito da me, ma vorrei chiedergli se aveva la stessa paura quando andavamo a braccetto a chiedere i voti in tutta San Giorgio Extra” ha detto Domenico qualche settimana fa nel corso delle lunghe, stentate ma pesantissime dichiarazioni spontanee che ha chiesto e ottenuto di fare. Altrettanto pesante e preciso è stato il fratello Filippo che nel corso della stessa udienza ha dichiarato che “con Nucera abbiamo rapporti diretti dal 2000. Abbiamo fatto tutte le campagne elettorali per lui, a spese nostre”, ma soprattutto che l’ex segretario è stato per lungo tempo una presenza fissa anche nella vita quotidiana della famiglia. “È venuto al mio matrimonio, è rientrato da Roma per la morte di mia madre, è venuto al funerale di uno zio”, sottolinea Condemi, senza tralasciare quel viaggio a Cosenza fatto assieme all’onorevole “per avere luce sul progetto che avevo presentato”.
Un rapporto confidenziale – hanno voluto dimostrare le difese – precedente e autonomo rispetto alla collaborazione politica con Plutino, che è stato confermato anche da testimoni che nulla hanno a che fare con la famiglia come il commercialista Pietro Canale – ascoltato la scorsa udienza – che ha frequentato “fino al 2002 la segreteria politica di Nucera”. Rispondendo alle domande dell’avvocato Alvaro, Canale ha detto con sicurezza: “Più volte ho visto Nucera insieme a Filippo e Domenico Condemi in occasione di funerali, ma anche fuori dai seggi a braccetto e in atteggiamento amichevole. Con Nucera alcune volte c’erano i suoi figli”. Sulla stessa scia si collocano le dichiarazioni di collaboratori dello stesso consigliere regionale, come Giuseppe D’Accunto, che rispondendo oggi alle domande delle difese ha detto chiaramente: “I Condemi hanno sempre appoggiato Nucera, lo hanno sempre fatto negli anni”.  E con i Condemi, conferma il testimone, i rapporti erano consolidati, tanto che sarebbe stato proprio il consigliere regionale a supportare Filippo in una richiesta di finanziamento per la sua ditta. Saranno invece il cugino di secondo grado dell’ex assessore, Domenico Plutino, e Carmelo Zindato a puntualizzare lo storico – a loro dire – sostegno elettorale che i Condemi hanno sempre fornito all’attuale segretario questore. Parla a stento e obbliga le parti a scandire bene le domande, ma sulle circostanze a sua conoscenza, Domenico Plutino è netto: “Pino (Plutino, ndr) e Nucera avevano un accordo di reciproco scambio di voti, i Condemi hanno sempre appoggiato Nucera, però so che a un certo punto avevano rotto”. Ancora più chiaro è Carmelo Zindato, che al pm Musolino risponde: “Plutino è una persona squisita, io sono pure comunista, ma per Plutino ho votato a destra; per lui avrei fatto fuoco e fiamme, ma per Nucera no. L’ho votato solo perché me lo hanno chiesto Plutino e Domenico Condemi, altrimenti non lo avrei fatto. Nucera è uno che su cinque anni, ti conosce solo durante i sei mesi prima delle elezioni, poi neanche ti saluta se ti incontra per strada”.  
Tutte dichiarazioni e testimonianze – poco lusinghiere, ma soprattutto pesantissime – che a breve potrebbero andare ad ingrossare il fascicolo a carico del padre dei due imputati, Giuseppe Condemi, e – probabilmente – del vicesegretario questore del consiglio regionale, Gianni Nucera.

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