Bovalino. La replica del Presidente del Consiglio Comunale, alla richiesta di Consiglio Comunale aperto inoltrata dalle opposizioni

Bovalino. La replica del Presidente del Consiglio Comunale, alla richiesta di Consiglio Comunale aperto inoltrata dalle opposizioni

La presente a seguito della nota diramata dai gruppi consiliari Impegno e Partecipazione e Nuova Calabria ed in seguito alla richiesta pervenuta nei giorni scorsi per chiedere la convocazione di un’adunanza di Consiglio Comunale “aperta”:

Come già rilevato dagli stessi gruppi consiliari, la predetta richiesta non è stata accolta ma solo nella forma della adunanza aperta.

A tal proposito, per dovere di chiarezza, occorre evidenziare quanto riportato dall’ultimo comma dell’art 73 del decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 ove espressamente (e molto chiaramente) recita:

Al fine di contrastare e contenere la diffusione del virus COVID-19 e fino alla data di cessazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, i consigli dei comuni, delle province e delle città metropolitane e le giunte comunali, che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità (...)”

Orbene, seppur è vero che in Calabria non vi sono presenti contagi da diversi giorni, ciò non vuol affatto dire che si tratti di una “norma ormai superata” dato che la legge citata prevede l’osservanza delle norme di contrasto alla diffusione del virus “fino alla data di cessazione dello stato di emergenza” (e cioè fino al 31.07.2020).

Inoltre, sulle sedute di consiglio da tenersi in fase di emergenza Covid-19, sono intervenute diverse autorità locali, ad ulteriore chiarimento ed in adeguamento di quanto già espresso dalla noma nazionale, fra le quali vi è il parere delle autonomie locali che così si esprime:

“Lo svolgimento delle sedute del consiglio comunale, nella situazione di emergenza da Covid-19 in atto, pur nell’assenza di prescrizioni normative specifiche, impositive di particolari obblighi, deve avvenire con modalità coerenti con le indicazioni che, a livello nazionale e regionale, sono fornite per cercare di limitare quanto più possibile la diffusione del virus. Compete al presidente del consiglio comunale/sindaco stabilire tali modalità di gestione delle sedute consiliari quali la necessità che esse si tengano a porte chiuse, in guisa da evitare assembramenti di persone, o l’opportunità di limitare le sedute del consiglio a quelle aventi ad oggetto questioni urgenti e in ogni caso non differibili.”

Inoltre,  i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri emanati in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 pongono l’obbligo di rispettare una serie di condizioni generali vista la delicatissima situazione che il paese vive in questo momento: la ratio della norma è che anche le sedute consiliari ordinarie (ove vi è la sola presenza del pubblico) ed al fine di evitare i contatti ravvicinati fra le persone, si tengano a porte chiuse.

Orbene, appare evidente che se le limitazioni prescritte sono rivolte ad evitare assembramenti e circoscrivono le sedute consiliari ai casi più urgenti e non differibili, buon senso vuole che il consiglio comunale aperto (ove è prevista una massiccia presenza di persone non facilmente gestibile con le distanze di sicurezza) non possa (e, a mio parere, non debba) in questa fase, tenersi.

Da ultimo, seppur vero che la situazione emergenziale attuale è certamente migliorata rispetto a quella precedente, l’emergenza sanitaria è ancora in atto (fino al 31 luglio 2020).

 Appare pertanto evidente che, nel rispetto e per la tutela della salute di tutti, i primi a dovere adottare regole di buon senso e di garanzia, siano proprio coloro i quali hanno responsabilità pubbliche e non solo a parole ma dando l’esempio. Nella specie non si può chiedere il sacrificio, nè raccomandare di continuo ai cittadini di evitare assembramenti per poi indire un consiglio comunale aperto ove vi è la necessaria e copiosa presenza di pubblico. In questo preciso momento è doveroso discernere con serietà le attività assolutamente indifferibili e rinviare ogni altra attività che possa essere soddisfatta in un momento successivo.

A parere di chi scrive, non si entra nel merito della richiesta avanzata in quanto non esistono i presupposti (igenico-sanitari) per l’accoglimento dell’istanza.

Si è però ritenuto di sopperire alle domande avanzate dai gruppi consiliari di opposizione ed a sostegno di una discussione costruttiva e proficua nelle sedi a ciò preposte, inserendo la questione “emergenza rifiuti” quale punto all’odg del prossimo consiglio comunale, garantendo la diretta streeming in modo da consentire la partecipazione in remoto del pubblico e la presenza fisica ai soli consiglieri, nel rispetto delle distanze di sicurezza.

 

Bovalino lì 08/06/2020

                        Il presidente del Consiglio Comunale

                                 Laura Sgambellone

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