Football Americano - Intervista doppia agli allenatori dell’Highlanders protagonisti di questa stagione esaltante

Football Americano - Intervista doppia agli allenatori dell’Highlanders protagonisti di questa stagione esaltante

Ad inizio stagione avreste mai immaginato di arrivare fin qui, tra le migliori otto squadre del campionato?


Marino: All’inizio della fase di preparazione, quando tra veterani, nuove leve e giocatori in arrivo da Messina si è trattato di creare, ed anche in tempi ristretti, un gruppo sul quale lavorare, avevo l’obiettivo di riuscire a creare una buona amalgama e, come si dice, di riuscire a mettere ogni giocatore nella “casella giusta”, nulla di più. Poi -andando avanti- ho visto il gruppo raggiungere ottimi livelli e, onestamente, da quel momento in poi ho pensato di poter fare molto bene in questo campionato.

Imbesi: Si, sicuramente. L'unione tra gli atleti messinesi e catanzaresi ha creato le opportunità che qualsiasi Head Coach vorrebbe avere. Soprattutto in Offense, reparto in cui siamo coperti per ogni formazione possibile a questo gioco. Meno in difesa dove alcuni ruoli sono scoperti costringendo atleti a giocare fuori ruolo. 

 


Quale è il vostro punto di forza? Cosa vi ha fatto emergere in questa stagione?

Marino:
Il punto di forza è senz’altro il gruppo che ho a disposizione, formato da tante ottime individualità, a partire dal quarterback Petrullo, che guida con bravura l’attacco, infondendo tranquillità, ma in quel reparto runningback, ricevitori e uomini di linea sono tutti di ottimo livello. La difesa quest’anno anch’essa è formata da elementi validissimi, mi sta dando grandi soddisfazioni sotto la guida sapiente di Francesco Imbesi

Imbesi: La grande coesione tra tutti i giocatori della rosa. Un gran numero di atleti eterogeneo. Un mix di giocatori esperti, fortissimi, rookie che hanno esordito subito e altri che sono subentrati a stagione in corso. Tutti affratellati sotto un unico nome, Highlanders. Anche se ciò ha significato che diversi giocatori in alcune partite non hanno neppure fatto un’azione di gioco, la coesione tra loro ha vinto ogni difficoltà. Per fortuna, nel corso della stagione, siamo riusciti a far ruotare tutti i giocatori e ogni Highlander può dire di aver dato il suo contributo in campo.

 

Diteci la cosa che, secondo te, quest'anno vi è riuscita personalmente meglio e, se c'è, quella che non vi è riuscita e magari vorreste provare a rifare?

 

 

Marino: La cosa che mi è riuscita meglio è, come accennavo prima, il lavoro fatto per integrare negli Highlanders i giocatori di Messina, ma questo naturalmente è anche merito di tutti loro. Non ho invece rimpianti o cose che vorrei provare a rifare. Finora come sempre ho cercato di dare tutto al massimo delle mie possibilità.

Imbesi: Di certo la creazione di un nuovo sistema di Defense. Personalmente il mio retaggio è assolutamente Offense, per cui mi sono ritrovato a studiare cose che negli anni non ho praticato quasi mai sul campo. Eppure siamo cresciuti di domenica in domenica fino a raggiungere per ben tre domeniche di fila l’obiettivo di non subire punti, Coach Giorgio Longhi docet. Anche gli special team hanno fatto il loro, anche se in regular season non sono stati sfruttati a dovere, il loro peso è apparso all'improvviso domenica scorsa, quando hanno stroncato sul nascere la rimonta degli Etruschi.
Ciò che vorrei provare a rifare è l'allenamento di individuals per gli atleti. In genere questo si fa in preseason ma la distanza in chilometri dal team non mi ha permesso di lavorare e instillare nei ragazzi concetti che andavano memorizzati e poi applicati in automatico in campo. Ancora oggi vedo wide receivers e linebacker, per non parlare degli altri, che commettono errori banali. Errori che non possono essere tollerati in un team che ha mire altissime.

 

Diteci un pregio e un difetto di Massimo e di Francesco?


Marino: Francesco è, prima che un collega, un amico ma a prescindere da questo è davvero difficile per me trovare un difetto in lui, in quanto lo ritengo un ottimo coach. La migliore virtù di Imbesi, però, è quella di sapermi sopportare.

Imbesi: Il pregio è che è un animale da partita. Legge benissimo le situazioni durante il match e trova le soluzioni adatte molto velocemente. Mi fa pensare a tanti giocatori che ho avuto il piacere di allenare. Li vedevi ciondolare in allenamento senza esprimere il loro potenziale al 100% e non gli avresti dato una lira per la partita. Poi in campo, nella battaglia si trasformano in leoni indomabili.

Il difetto? Facilissimo. Il suo amore viscerale, sconfinato, indissolubile e assoluto per gli Highlanders. 


Dove vorrete arrivare, coach?

 

Marino: Dopo la nascita di mio figlio Benedetto, sono fresco papà da poche ore, in un vortice di emozioni che coinvolge vita personale e vita sportiva, il mio obiettivo ora è arrivare alla finale del campionato a Milano, so che è difficile ma abbiamo le carte in regola per aspirare alla finale.

Imbesi: Voglio vincere tutti e tre i titoli di III, II e I divisione. Poi se c'è dell'altro in palio proverei a vincere anche quello.

 

Salutiamo e ringraziamo i due coach degli Highlanders Catanzaro, tra i protagonisti di questa esaltante stagione sportiva, non prima di aver fatto gli auguri a coach Massimo Marino diventato padre per la prima volta l’11 Giugno scorso e diamo appuntamento a tutti i tifosi e gli sportivi catanzaresi a domenica 14 Giugno, per sostenere gli Highlanders in questa nuova esaltante sfida di questo campionato 2015.

 

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