Trasporti in Calabria,sciopero generale contro i tagli

Trasporti in Calabria,sciopero generale contro i tagli

LAMEZIA TERME I ragazzi di Libera arriveranno, dal Veneto, a Gioia Tauro dal prossimo 18 giugno per lavorare nei terreni confiscati alla 'ndrangheta. Hanno chiamato in stazione per chiedere quali siano le combinazioni per spostarsi dalla Piana a Marina di Gioiosa Jonica nei fine settimana: vorrebbero godersi un po' di sole e di mare. Il capostazione, Roberto Logiacco, gli ha risposto così: «Vi conviene andare in automobile». La Regione ha tagliato, con una delibera, tutte le corse “balneari”. Non c'è un euro per i trasporti.
È un piccolo episodio, uno dei tantissimi che porteranno in piazza i sindacati il 18 e 19 giugno. C'è lo sciopero generale dei trasporti, il primo da vent'anni a questa parte. «E questa è la prima buona notizia», dice Nino Costantino, segretario regionale della Filt Cgil. La seconda è «che ci sarà una manifestazione», quella prevista per il 19 in piazza Prefettura a Catanzaro. Per il resto, nell'analisi che ha portato alla definizione della piattaforma che alimenta la mobilitazione, solo cattive notizie.
A cominciare da un must del lessico sindacale: non c'è un tavolo di concertazione. E dire che ce ne sarebbe bisogno, perché «qui tutti parlano, parlano ma nessuno capisce niente». Pino Bartolo, della Uiltrasporti, riassume così lo stato dell'arte. Che tocca punti distanti eppure così vicini, se ci fosse una visione di sistema.
Primo: il porto di Gioia Tauro. Così com'è, rischia di morire. Un dato sotto gli occhi di tutti. «Se non arriva la logistica integrata – continua Bartolo – è chiaro che il porto sarà schiacciato dalla concorrenza». Ma per rimettersi in riga non bastano le promesse: «A parole erano stati presi impegni per riavviare al lavoro i 416 dipendenti in cassa integrazione, invece gli ammortizzatori saranno rinnovati». Servono impegni seri: rispettare quelli presi per il gateway sarebbe un buon inizio. Per Annibale Fiorenza, della Fit Cisl, è un passaggio fondamentale: «Senza un collegamento con il sistema ferroviario regionale e nazionale non c'è futuro». Costantino si spinge un passo più in là: «È ora che Gioia Tauro rientri tra le priorità del governo nazionale. Se lasciato alle decisioni della politica calabrese il porto scomparirà».
Più o meno come è accaduto al trasporto ferroviario. Azzerato dai disagi e dai mancati controlli. Funziona così: Trenitalia taglia 21 treni a lunga percorrenza e ne ripristina uno. E poi «riesce a sopprimere 230 treni all'anno, di solito con un preavviso di un paio di minuti. Per una cosa del genere – dice Costantino – la Regione Veneto ha chiesto una penale di 1,5 milioni di euro, che si tradurranno in abbonamenti meno cari per i cittadini. Perché la Calabria non fa altrettanto?». Perché nessuno controlla né chiede conto all'azienda. Bartolo lancia un'idea: «Chiediamo al governo se considera ancora la Calabria un pezzo d'Italia». Il punto è se la Calabria considera se stessa degna di avere trasporti decenti. Con il taglio delle corse balneari e una decurtazione di 210 milioni di euro per l'intero settore, il futuro è più che mai in bilico.
Rischia di diventare (anche) un disastro sociale: «I lavoratori del trasporto pubblico locale non hanno diritto ad ammortizzatori sociali. Sarebbe una catastrofe», chiosa Costantino. E alla catastrofe possibile la Regione non sa come mettere mano. I sindacati chiedono di pensare a un'azienda unica che gestisca i trasporti, eliminando le storture e le sovrapposizioni. Chiedono che i tagli siano ridimensionati e che il governo attivi gli interventi previsti su corridoio Battipaglia-Reggio Calabria (230 milioni di euro finanziati). Chiedono che si faccia presto a ripristinare la tratta Lamezia-Catanzaro Lido, chiusa da sei mesi dopo il crollo di un ponte. Sanno che sarà una vertenza lunga difficile. «Ma non ci arrenderemo», dice Francesco Cozzupoli dell'Ugl. Una fermezza che aspetta conferme nei due giorni di sciopero.

fonte corriere della calabria

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