NO PONTE: La bocciatura da parte della Corte dei Conti conferma le nostre ragioni
 
            Comunicato stampa dal Movimento No Ponte Calabria:
"Il pronunciamento della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto di
Messina conferma, ancora una volta, l’assoluta fondatezza delle ragioni
della nostra lotta. È un passaggio fondamentale, ma non possiamo
considerarlo un traguardo: con questo governo resta concreto il rischio
che si continui a forzare leggi e regolamenti pur di far avanzare
un’opera che non è né sviluppo né progresso, ma solo business per pochi.
I rilievi della Corte parlano chiaro: dubbi sulle coperture economiche,
sulle stime di traffico, sul rispetto delle norme ambientali e
antisismiche, e perfino sulla competenza del CIPESS. Da parte del
governo, arriva la solita risposta scomposta: “abbiamo risposto a
tutto”. Ma non basta rispondere: il punto è rispondere in maniera
corretta, trasparente e rispettosa della legge e del territorio. Il
ponte è sempre stata la risposta sbagliata ai problemi reali della
Calabria e della Sicilia.
In quaranta anni di annunci, di date certe di inizio e fine lavori, di
promesse di migliaia di posti di lavoro, l’obiettivo reale non è mai
stato costruire il ponte, ma tenere aperto all’infinito il rubinetto
delle risorse pubbliche, sottratte a scuole, ospedali, infrastrutture
utili ai quartieri, al lavoro e all’ambiente, per alimentare grandi
imprese, consorzi e logiche clientelari.
Un brutto colpo per i sostenitori locali del ponte: politici e
imprenditori che speravano di ottenere prebende, incarichi o briciole
dalla tavola imbandita di Webuild, applaudendo un’opera che sapevano già
non avrebbe mai visto la luce, calpestando il proprio territorio per
mero tornaconto personale.
Adesso dobbiamo rilanciare con ancora più forza la mobilitazione del 29
novembre. Costruiremo una grande giornata di lotta popolare,
intrecciando i tre filoni che quel giorno porteranno in piazza
mobilitazioni in tutta Italia: la solidarietà con il popolo palestinese,
la mobilitazione nazionale contro la “finanziaria di guerra” che destina
miliardi al riarmo tagliando servizi e diritti, e la continuazione della
nostra battaglia contro questa grande opera inutile e dannosa.
Dobbiamo mettere fine una volta per tutte a questa dispendiosa partita,
chiudendo la Stretto di Messina S.p.A. Solo così potremo far calare il
sipario su questa farsa che dura da troppo tempo."
 
 
                     
                                     
                             
                             
                             
                            