25 Aprile la nota CGIL

25 Aprile la nota CGIL

Sono passati settant’anni da quel fatidico 25 aprile 1945 che venne scelto quale giorno per celebrare la ri-nascita dell’Italia dalla ceneri del fascismo e dalla dittatura. Un anniversario che deve essere ricordato, oggi più di ieri, perché – in un periodo di grave crisi economica e sociale che ha colpito il nostro Paese - diventa sinonimo di forza del popolo italiano; di solidarietà collettiva; di appartenenza.

Una data che commemora quanti persero la vita per garantire a tutti un futuro migliore, fatto di libertà e democrazia. Una guerra che costò, in termini materiali e immateriali, moltissimo a una terra devastata, privata delle propria “Bellezza” ma, mai, del proprio coraggio. Perché è la storia di chi combatté contro il fascismo, contro un potere dittatoriale, per difendere valori fondanti poi la nostra Carta Costituzionale.  È la nostra Storia. È la nostra Memoria. E’ la storia dei partigiani, dei combattenti, della gente semplice che non si arrese e che continuò a reagire, con l’aiuto ai perseguitati, con l’assistenza agli alleati, con il rifiuto, spesso pagato a caro prezzo, di sottomettersi al terrore. Di chi combatté contro la barbarie e l’oscurantismo di un ventennio, quello fascista, che rispondeva con la violenza al posto della giustizia, con il pregiudizio al posto dell’accoglienza, con la forza al posto dell’ascolto.
Le loro testimonianze sono un patrimonio dell’Italia, perché – solo attraverso l’intensità di un vivido racconto riportato ai giovani – la memoria diventa uno strumento attraverso cui le esperienze rivivono, cosicché le nuove generazione possano “imparare” e comprendere quanto accaduto.   

Ad oggi l’Italia ha bisogno di ricordare la propria Storia. Il peso e la valenza di quei volti, di quelle persone, che ri-costruirono un Paese in ginocchio ed ebbero speranza e fiducia in un futuro diverso e migliore possibile. Solo seguendo il loro esempio, solo scommettendo sulle capacità e le possibilità del popolo italiano, sulle potenzialità del nostro patrimonio storico-culturale e delle nostre risorse che potremmo – ancora una volta – tutti insieme – avviarci verso una fase di dialogo proficuo e costruttivo.

Proprio per questo, come Cgil Rc-Locri e come Spi Cgil Rc-Locri, non possiamo non ricordare. Non possiamo non celebrare la ri-nascita ma, soprattutto, non possiamo dimenticare che da quel giorno l’Italia fu ricostruita in modo unitario, da più forza politiche, che giunsero a un’intesa per il bene del nostro territorio. Da quella data, sono passati anni: differenti i protagonisti, molti i governi che si sono succeduti e le crisi che sono state superate.

Fu un risveglio della nostra coscienza collettiva. Fu un riscatto etico e sociale. 

La Resistenza, ieri, combatteva l’oscurantismo di un potere accentratore che dominava il Paese, reprimendo ogni libertà. La Resistenza, nel corso del tempo, si è trasformata in una battaglia per la legalità, la democrazia e la giustizia sociale. La Resistenza – da un unico lungo fiume – si è diramata prendendo diverse direzioni: mille rivoli, ognuno come una via verso la supremazia di un valore. Tra questi, anche la Resistenza quotidiana che molti vivono contro le Mafie. Una Nuova Resistenza che è fatta di coraggio, determinazione e che, oggi, rappresenta un solco profondo nella coscienza collettiva del nostro Paese.            

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