Reggio,rogo al museo dello strumento musicale,distrutta la storia della musica.

Reggio,rogo al museo dello strumento musicale,distrutta la storia della musica.

Un prezioso contributo alla storia dell'etnomusicologia mondiale è andata in fumo questa notte con l'incendio che ha distrutto il Museo dello Strumento Musicale di Reggio Calabria.museodellostrumentoIl frutto della passione di un reggino, il medico Demetrio Spagna che, visibilmente sconvolto, nelle prime ore di questa mattina si è immediatamente recato dai Carabinieri per sporgere la denuncia. “Il Museo è bruciato, diciamo così...” sono le poche parole che siamo riusciti a farci dire oltre al fatto che gli strumenti esposti nella struttura di Pineta Zerbi sono andati distrutti. A parte una piccola quantità di oggetti contenuti in una zona espositiva protetta dal vetro. La collezione di Spagna era nato ufficialmente nel 1996 con l'associazione Museo dello Strumento Musicale che raccoglieva oggetti provenienti da ogni parte del mondo. 

museodellostrumento2Come è noto, infatti, agli esperti, non esiste soltanto un livello di musica colta, che tradizionalmente si identifica con gli strumenti orchestrali e studiati dagli appassionati nei conservatori e nelle scuole di musica, le cui partiture sono ascoltate nei teatri d'opera, ma ogni cultura popolare ha creato e mantiene viva una tradizione musicale propria con degli strumenti fatti, per lo più, da materiali ricavati dalla natura circostante. Se ne potrebbero fare esempi soltanto nella nostra regione, a partire dalla ben nota “ciarameddha”, la zampogna nella traduzione italiana, fino al tamburello. Il museo di Spagna conteneva tutto questo proeittato, però, su scala internazionale. Spagna era riuscito, nel corso dei suoi viaggi, a portare a Reggio un numero significativo di strumenti classificati secondo il noto sistema di Hornbostel - Sachs, ovvero aerofoni, cordofoni, idiofoni e membranofoni. La classificazione era nata per distinguere gli strumenti dalle modalità di produzione del suono, attraverso l'aria (come la famiglia dei flauti, ad esempio), dello sfregamento delle corde (i liuti), per mezzo dello scuotimento (i sistri, le nacchere), e la vibrazione di una membrana (i tamburi). Era possibile osservare oggetti provenienti da ogni continente, si ricordano gli archi africani e i gong asiatici, oltre che gli strumenti della tradizione popolare calabrese, la lira, ad esempio. Il museo era anche il luogo in cui questi strumenti venivano suonati dagli appassionati e in cui si svolgevano periodicamente corsi di formazione e iniziative culturali dedicate, in particolar modo allo studio della tradizione musicale regionale.

fonte strill.it

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