Quando le istituzioni abbracciano le 'ndrine

Quando le istituzioni abbracciano le 'ndrine

In questi giorni la squadra mobile di Reggio Calabria, con una brillante operazione di intelligence denominata “Abbraccio”, proprio per evidenziare la collusione tra rappresentanti delle istituzioni e le ‘ndrine del reggino, ha eseguito sette ordinanze di custodia cautelare per corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa.

Tra gli arresti spicca un nome per niente nuovo alla magistratura reggina, ovvero quello di Giancarlo Giusti, ex Gip del Tribunale di Palmi, già sospeso dal Csm per una condanna a 4 anni nell’ambito di una inchiesta condotta  e coordinata dal capo della Dda di Milano, Ilda Boccassini nei confronti del cosca Valle-Lampedusa, attiva nel milanese.



Un servo dello stato, dunque, che improvvisamente diventa servo della più potente mafia del mondo. Ma chi è Giancarlo Giusti? E soprattutto perché  un rappresentante delle istituzioni, un magistrato calabrese, che opera su un territorio in cui le ‘ndrine locali gestiscono il potere economico e politico si è spinto fino a tanto? Partiamo dal principio.

L’ex magistrato, sposato con due figli, ricopriva l’incarico di Gip presso il Tribunale di Palmi. Era apparentemente una persona “normale”, un ottimo marito e un premuroso padre di famiglia a detta delle persone che lo conoscevano. Insomma la classica persona dabbene. Il giudice, tuttavia, celava a tutti (persino a sua moglie che venutolo a sapere ha preso subito le distanze dal marito!) in maniera, direi, egregia un “vizietto” che si è rivelato per lui fatale, ovvero quello del sesso, dei festini e delle belle donne. Era, infatti, colluso con la cosca Valle-Lampedusa che gli offriva soggiorni gratuiti presso l’hotel Brun di Milano e, logicamente, prestazioni sessuali con escort per lo più provenienti dall’Est Europa.

Ma non sono stati i soggiorni gratuiti, né tantomeno le prestazioni sessuali ad aver incastrato Giusti, ma il fatto che il magistrato era socio in affari illeciti con la suddetta cosca. Era, infatti, socio occulto di una società immobiliare di proprietà dei Valle-Lampedusa, la “Indres Immobiliare”, che puntava all’acquisto di case e appartamenti in aste immobiliari. E delle aste si occupava proprio Giusti! Insomma un magistrato supercolluso e affetto da turbe sessuali. Un mix micidiale, insomma, che ha portato all’arresto del giudice nel Marzo del 2012, condannato a 4 anni e 4 mesi per corruzione aggravata alla finalità mafiosa. Successivamente, Giusti, in preda all’angoscia, ha tentato il suicidio in carcere, riuscendo ad ottenere i domiciliari a casa di sua sorella, Gabriella. Adesso il magistrato si trova implicato in una nuova inchiesta dai risvolti sempre più tetri. Questa volta l’accusa che ha portato di nuovo all’arresto il giudice è quella di corruzione in atti giudiziari e concorso esterno in associazione mafiosa. Il magistrato “recidivo”, questa volta, si sarebbe fatto corrompere per una somma di 120 mila euro in cambio della scarcerazione di esponenti di spicco della potente famiglia Bellocco di Rosarno. Per individuare l’anello di congiunzione tra la cosca e l’ex magistrato gli agenti della squadra mobile di Reggio, ai quali va il nostro plauso, hanno dovuto rileggere le trascrizioni di centinaia d’intercettazioni telefoniche ed ambientali, conducendo un lavoro veramente “certosino”.

Escludendo facili moralismi e frasi piene di semplicistica retorica, bisognerebbe, a mio avviso, interrogarci tutti su quello che sta succedendo sul nostro territorio, martoriato ogni giorno dai cosiddetti “uomini d’ onore” che uccidono, spadroneggiano, corrompono, prendendo di mira soggetti come Giusti, persone sostanzialmente fragili, inclini alla corruzione perché affette da turbe psichiche. E’ per questo che noi giovani, a mio avviso, dovremmo organizzarci, non fuggire, ma rimanere qui, in “trincea”, farci tanti “Peppino Impastato” se è necessario per combattere questo cancro che svilisce la nostra amata Calabria, impedendole di risalire la china, di mostrarsi al mondo nella sua bellezza, bellezza di paesaggi, di mare, di montagne, di cultura e culla della civiltà occidentale.

di Emanuel Rodi

Tags