Lettera aperta del Vescovo Oliva ai Cristiani e non solo

Lettera aperta del Vescovo Oliva ai Cristiani e non solo

La cronaca di questi ultimi giorni ha fatto registrare nella nostra terra una serie di fatti particolarmente gravi, che possono passare inosservati: atti intimidatori a pubblici amministratori, incendi a beni della collettività e di aziende pubbliche e private, l’enorme fenomeno dello spaccio e commercializzazione della droga, la diffusione di coltivazione  di cannabis, le facili frodi allo Stato, i casi di assunzioni false in settori come quello rurale, e ancora una volta atti di violenza sulle donne. Questi fatti sono sintomi di uno stato di decadimento del senso della legalità e del bene comune: c’inquietano. Reagiamo!

Come semplici cittadini, ci chiediamo: che ne è della nostra coscienza civile? Cosa resta del senso di appartenenza alla terra che abitiamo? Ognuno si dovrebbe chiedere “che faccio io?” per la mia terra troppo spesso segnata da rassegnazione, da indifferentismo, da  ingiustizie varie, da violenze. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad ogni atto distruttivo e di barbarie dei beni comuni. Ma “indignarsi non basta”, come ammoniva un padre del comunismo dei primi tempi, Pietro Ingrao, da poco scomparso. Occorre recuperare nuovi slanci e motivazioni e partecipare alla vita pubblica con lealtà, abnegazione e forza di sacrificio. I beni comuni sono di tutti e di ciascuno!

Come cristiani siamo chiamati a cogliere la provocazione: che ne è della nostra presenza nella società? Che cosa possiamo fare per rendere la nostra bella terra più umana e vivibile? Non contentiamoci di una fede che si esaurisce nel tenere in piedi tradizioni passate che dicono poco o nulla all’uomo di oggi. Non fermiamoci ad un culto che si esaurisce tra i banchi della Chiesa, in una religiosità devozionale che non incide e non cambia nulla nella vita quotidiana. Non possiamo dirci Cristiani, se non doniamo gioia e speranza, se non siamo immagine di una fede vissuta, se non c’impegniamo per la giustizia e la legalità. Come possiamo essere “sale e luce”, se ci pieghiamo alla corruzione, al sistema delle raccomandazioni e dimostriamo disimpegno di fronte alle responsabilità sociali, se preferiamo l’inganno e la frode nei confronti dello Stato, se non siamo operatori di pace e di misericordia?

La crisi generale che affligge il mondo degli adulti mette in difficoltà anche i più giovani. Sono tanti i giovani che si perdono dietro false illusioni o hanno smarrito ogni speranza. Per tutti l’anno giubilare è opportunità grande di ritorno alla vita. Ai più giovani dico: recuperate il gusto della verità e della bellezza, il senso e la pienezza della vita. Non contentatevi dell’effimero e non cercate il facile guadagno. Bando ad ogni forma di dipendenza! Appellatevi ai vostri sani principi di fronte a chi vuole spacciarvi sostanze che uccidono. La droga uccide, non fa vivere, aliena, allontana dai desideri più veri del proprio cuore. Boicottate e mettete in crisi il mercato della droga! E’ un commercio che illude e anestetizza l’intelligenza e porta a ricercare la gioia di vivere in paradisi artificiali, facendovi perdere il senso vero delle cose. Non svendete la vostra giovinezza e non fatevi rubare gli ideali di un mondo più giusto. Conservate il sogno di una vita ricca di relazioni belle e leali. Non vale la pena vivere in una società “dopata”. Fate vostro l’invito di San Giovanni Paolo II: “Non lasciatevi scoraggiare da coloro che, delusi dalla vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi e più autentici del loro cuore. Avete ragione di non rassegnarvi a divertimenti insipidi, a mode passeggere ed a progetti riduttivi. Se conservate grandi desideri per il Signore, saprete evitare la mediocrità e il conformismo, così diffusi nella nostra società”.

"Voi siete il sale della terra... voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14). Queste due immagini pronunciate da Gesù richiamano l’identità del cristiano e ci ricordano che, mediante il battesimo, tutto il nostro essere è stato profondamente trasformato, perché "condito" con la vita nuova che viene da Cristo (cfr Rm 6,4). Il sale, grazie al quale l'identità cristiana non si snatura, anche in un ambiente fortemente secolarizzato, è la grazia battesimale che ci rigenera, facendoci vivere in Cristo e rendendoci capaci di rispondere alla sua chiamata. Radicati in una realtà sociale alla quale non siamo estranei. Per questo nessuno di noi può restare indifferenti o far finta di niente o pensare che quanto ci accade attorno, se non ci tocca personalmente, non c’interessa. Guai ad essere complici di una mediocrità che tollera il male o convive con esso. Facciamo nostra l’esortazione che l’apostolo Paolo rivolgeva ai cristiani di Roma: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto" (Rm 12,2). Come cristiani siamo tutti chiamati ad essere sentinelle (cfr Is 21, 11-12) che annunciano l'avvento del sole che è Cristo risorto! La luce di cui ci parla Gesù è quella della fede, dell’incontro con Colui, che viene a illuminare il cuore e a rischiarare la mente. Il modo nuovo di guardare al mondo e alle persone, che ci viene da Lui, ci sollecita ad una vita di fede più autentica, che non è solo un insieme di enunciati teorici da accogliere con  l'intelligenza, ma un'esperienza da assimilare, una verità da accogliere, il sale e la luce di tutta la realtà. Anche nella nostra terra, per quanto ci si riconosca in maggioranza ancora ‘cattolici praticanti’, molti pensano o vivono come se Dio non esistesse o, attratti da forme di religiosità irrazionali, da riti e devozioni consolidate, nulla cambiano nella propria vita e la fede non diventa una decisione personale che impegna la vita.

E’ necessario una svolta radicale: ritornare al Vangelo come criterio che guida le scelte e gli orientamenti della vita! Non dimentichiamo che siamo veri cattolici solo ‘nei fatti e nella verità’, se siamo segni della carità di Cristo. Del resto, come leggiamo nel vangelo, "non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio" (Mt 5,15)! I tanti Santi, verso i quali nella nostra terra conserviamo devozione e attaccamento, con la loro fede tradotta in una carità concreta hanno fatto risplendere il senso vero del Vangelo. Cogliamo la loro testimonianza come impegno di vita nuova.

Sì, siamo nel vivo dell’anno giubilare della misericordia. E’ iniziato il “pellegrinaggio giubilare” nei diversi santuari della Diocesi. Sarà un cammino di vero rinnovamento, se tutti, sacerdoti, diaconi, fedeli laici, qualunque sia il ministero svolto, ci disporremo ad un percorso di vera riconciliazione, capaci di perdono, qualunque sia l’offesa ricevuta. Senza perdono non si vive. Nella nostra diocesi e nelle nostre parrocchie, nei nostri movimenti, associazioni e comunità è Gesù che ci chiama al perdono. Traiamo forza dalla grazia sacramentale della Riconciliazione e dell'Eucarestia, per lasciare dietro le spalle la vita disordinata e compromessa dal male.

Contemplando la luce che risplende sul volto di Cristo risorto, viviamo da "figli della luce" (1 Ts 5,5), riconoscendo che "il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità" (Ef 5,9).

 

Locri, 25 gennaio 2016

Festa della Conversione di San Paolo

 

 

Francesco Oliva

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