Roccella J.: Kalabr8 torna in scena con il singolo B.I.G.

Roccella J.: Kalabr8 torna in scena con il singolo B.I.G.

Dopo una lunga pausa, Stefano Cavallaro (in arte Kalabr8) canta di nuovo per la sua Calabria.

ROCCELLA J. – Chi lo conosce, lo riconosce. Sono trascorsi tre anni dall’ultima pubblicazione, ma il suo stile è inconfondibile. Stefano Cavallaro, in arte Kalabr8, fino a poco tempo fa noto come IlNove, ha rotto il lungo silenzio la notte del 5 luglio, con il singolo B.I.G. (Back In The Game), disponibile per l’ascolto su Spotify e tutte le piattaforme di streaming.

Stefano era già noto alla scena locale; in gioventù aveva creato e curato l’aggregatore musicale UnionDome. La sua discografia era firmata prima come TheNine, poi IlNove. Oggi abita a Londra, streamma su Twitch e fa il pizzaiolo. Uno dei tanti figli della Calabria che ha lasciato la sua terra, con il cuore sempre a sud.

«Da quando mi sono trasferito a Londra per lavorare torno in Calabria molto poco, quando ne ho la possibilità», racconta Stefano. «Ogni volta che rientro in patria è un colpo al cuore. Ho scritto B.I.G. la scorsa primavera nell’ultimo viaggio verso casa, tra fine aprile e inizio maggio. MI sono incontrato con l’amico Anfysia, Giuseppe di Garbo, e ci siamo divertiti in studio come facevamo spesso. Senza pretese abbiamo partorito una traccia e in quel momento, in maniera totalmente inaspettata, ho sentito un intimo bisogno di scrivere, di getto, come uno sfogo. Credo non mi fosse mai capitato prima».

Il testo in dialetto è, invece, una prima volta certa per Stefano. «Non è stata una scelta», spiega. «Mi sono lasciato trasportare dalla malinconia del piano e del violino e ho lasciato uscire ciò che il mio cuore sentiva».

DA ILNOVE A KALABR8

«Il mio nome d’arte IlNove (e prima ancora TheNine), era stata una scelta non pienamente consapevole. Avevo 14 anni ed ero affascinato dal significato del numero e la sua simbologia. Negli anni però ho notato che non era immediato per tutti, mi è dispiaciuto che le persone non cogliessero qualcosa che per me era lampante, ma non posso fargliene una colpa».

«Adesso mi faccio chiamare Kalabr8, un po’ folkloristico se vogliamo», sorride. «È certamente inequivocabile circa la mia origine. L’otto è scritto in cifre perché sono fissato con i numeri. Mi faccio chiamare così anche nel gaming».

Stefano/Kalabr8 è tornato in scena per dirci cosa? «Appena terminata la prima stesura del testo non ero pienamente consapevole di cosa avevo scritto. Più tardi, riascoltandolo, mi è sembrato un urlo disperato, quasi un grido d’aiuto, con la bandiera della Calabria in mano. Uno sfogo dedicato a tutti coloro che lasciano casa, a chi lavora e si fa in quattro per guadagnarsi da vivere onestamente». Per chi ancora spera.

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