Vandali al comprensivo Platì-Careri: la dirigente Perrone "ragazzi fragili che vogliono sentirsi forti"

Vandali al comprensivo Platì-Careri: la dirigente Perrone "ragazzi fragili che vogliono sentirsi forti"

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri, lunedì 18 novembre, all’apertura dei locali della scuola secondaria di 1° grado di Platì, i nostri cuori sono diventati piccoli piccoli nel vedere lo stato in cui versava la scuola: ignoti incivili e codardi avevano sparso sui pavimenti tutto il contenuto degli estintori, il lavabo dei servizi igienici maschili si presentava totalmente spaccato, la maggior parte delle aule con i banchi sottosopra, i termosifoni perdevano acqua, in particolar modo l’aula della classe 3B mostrava evidenti segni di devastazione.
Un chiaro atto di vandalismo, fine a sé stesso, prodotto per il gusto di distruggere, di creare disagio, forse di vincere la noia …… un tentativo di alcuni ragazzi fragili che vogliono sentirsi forti attraverso queste azioni inqualificabili, le cui famiglie certamente neanche immaginano che i propri figli possano arrivare a tanto. Sono stati pubblicati numerosi articoli sul web e sui giornali, sono state scritte tante parole, molte giuste, alcune totalmente fuori luogo (“la ‘ndrangheta”, “il terrorismo sociale” sono altre cose). Personalmente ho vissuto purtroppo queste tristi esperienze anche in altri luoghi, lontani da Platì, ad esempio in provincia di Bergamo o a Gravina di Catania. Le persone incivili le trovi ovunque.
Ringrazio tutti i miei colleghi dirigenti che con la loro solidarietà hanno reso meno doloroso questo spiacevole momento e mi hanno offerto tutto il loro supporto. Sono profondamente riconoscente agli operatori scolastici che si sono adoperati in maniera encomiabile a sistemare lo scempio prodotto dai vandali per permettere alle alunne e agli alunni di tornare già da oggi a scuola ad esercitare il loro sacrosanto diritto allo studio. Tutti i componenti dell’Istituto, da me orgogliosamente rappresentati, condannano fermamente tali gesti. L’attenzione non va posta solo sui danni materiali prontamente riparati, ma sui “danni di immagine” provocati alla scuola e a chi ci lavora.
La nostra scuola accoglie giornalmente molti studenti e i docenti si adoperano da anni, con sacrificio e costanza, per far raggiungere risultati che possano permettere loro di approcciarsi al mondo della scuola di II grado con serietà e maturità adeguate. In questi ultimi anni, la nostra istituzione scolastica è cresciuta molto e ne sono testimonianza i molteplici progetti attuati, le uscite sul territorio e le gite scolastiche, le attività con esperti esterni, le molteplici adesioni alle reti di scopo nell’ottica della collaborazione e del confronto. In particolare, il nostro Istituto è emerso a livello nazionale con l’attenzione posta dal Ministro dell’Istruzione e del Merito prof. Giuseppe Valditara, con la partecipazione alla cerimonia inaugurale dell’anno scolastico in Sardegna e con la scelta di essere tra le tre scuole calabresi a entrare nell’ambizioso progetto della sperimentazione dell’Intelligenza Artificiale. Ci sentiamo orgogliosi per questi risultati e appagati per i sacrifici e il bene dato alle alunne, agli alunni e alle famiglie. E come in tutte le cose di successo, dietro le quinte c’è un lavoro enorme, non visibile e, a volte, non apprezzato poiché ci si approccia alla scuola con superficialità. La stessa superficialità con cui alcuni alunni affrontano l’anno scolastico e alcune famiglie non considerano dettagli importanti gli input e le opportunità di apprendimento che vengono loro forniti. Ogni docente si è mostrato e si mostra responsabile, disponibile e collaborativo affinché la scuola continui a essere un punto di riferimento importante, visti i pochi luoghi educativi a disposizione del contesto giovanile. Nessuno si è mai fatto demoralizzare dalle difficoltà emerse nel tempo, affrontando con spirito combattivo e con amorevole predisposizione le varie criticità. La scuola resta e resterà sempre un luogo educativo e formativo, disponibile all’ascolto e all’accoglienza. La stessa, però, non deve essere travisata degenerando in comportamenti che oltrepassino gli schemi socialmente educativi e siano lesivi dei diritti di tutti. Quello che è capitato nella nostra scuola è certamente frutto dell’ignoranza e viltà di pochi a fronte di una comunità che non merita queste mortificazioni.

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