Problema rifiuti in Calabria,sei idee per rifondare un sistema al collasso.

Problema rifiuti in Calabria,sei idee per rifondare un sistema al collasso.

Cambiare totalmente prospettiva nella gestione dei rifiuti. La proposta sul piatto arriva dal mondo dell'associazionismo. Legambiente, Cigl, Cisl, Uil, Legacoop, Confcooperative e Legautonomie sfidano la Regione Calabria con un contropiano dei rifiuti dunque, che contiene «critiche alle linee guida regionali ma soprattutto proposte concrete e obiettivi da raggiungere». La presentazione del documento avverrà il prossimo 10 maggio a Lamezia, ma le linee guide si possono già distinguere. Specialmente rispetto a ciò che è stato e non dovrà più essere, se la Calabria vuole uscire da una crisi strutturale: «Da un quindicennio la gestione dei rifiuti in Calabria è impostata nella modalità “emergenza permanente”, con la discarica come unica opzione considerata valida e senza la minima attenzione alle politiche di prevenzione dei rifiuti». Superare l'orizzonte della discarica come unica alternativa all'emergenza, dunque. E poi andare oltre 16 anni di commissariamento che hanno prodotto «evidenti fallimenti: mancati obiettivi di raccolta differenziata e allo sperpero del denaro pubblico, e poi una gestione opaca, con un contenzioso economico di milioni di euro e di conflittualità con le comunità e le istituzioni».
Oggi, dopo investimenti complessivi per circa un miliardo di euro, «la raccolta differenziata è sotto il 15%, obiettivo che il decreto Ronchi fissava per il ’99». Un fallimento che, secondo la Commissione d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, «è il risultato di un sistema di potere che ha lucrato sulla gestione, adottando politiche schizofreniche. In effetti, la situazione degli impianti è a dir poco imbarazzante: mancano le strutture di smaltimento finale mentre l’inceneritore di Gioia Tauro è palesemente sovradimensionato, mancano o sono inadeguati gli impianti di trattamento meccanico-biologico e mancano i siti di produzione di compost di qualità».
Non è tutto, perché i programmi della Regione, appena tornata in possesso delle deleghe sembrano «ampiamente insufficienti: le linee guida approvate a febbraio dalla giunta confermano gli errori di programmazione dei precedenti piani, a partire da un obiettivo di raccolta differenziata fissato incredibilmente al 33%, con un sistema di finanziamento che continua a concentrare gli investimenti su pochi impianti di trattamento e smaltimento finali. Inoltre, in controluce si intravede la potente azione delle lobby delle discariche e degli inceneritori, che spingono per continuare seppellire i rifiuti o bruciarli magari in nuovi impianti, mandando così in fumo il futuro della Calabria».
Le priorità individuate dal Contropiano dei rifiuti sono sei: «Una legge regionale per il riordino del sistema impiantistico che definisca regole di trasparenza e legalità nell’assegnazione degli appalti alle società di gestione; il varo di un sistema di raccolta porta a porta che punti sul recupero della frazione umida e degli imballaggi domestici; fondi per la prevenzione della produzione di rifiuti; più investimenti per gli impianti di compostaggio; l’introduzione di una ecotassa regionale per lo smaltimento dei rifiuti in discarica che premi comuni e cittadini virtuosi; la bonifica dei siti contaminati». E l'obiettivo è quello di portare la raccolta differenziata al 50%, obiettivo minimo previsto dalle norme nazionali e totalmente ignorato nella politica dei rifiuti della Regione Calabria.

fonte corrieredellacalabria.it

Tags