Domenica al voto in tre capoluoghi per le "nuove" Province. Storie di intrecci e vendette in vista delle regionali

Domenica al voto in tre capoluoghi per le "nuove" Province. Storie di intrecci e vendette in vista delle regionali

Pronti o quasi per le elezioni provinciali, quelle di secondo livello, senza elettori, ma frutto di accordi tra i politici. A Vibo lo scorso 28 settembre si è parlato di “accurduni”, poichè Forza Italia ha presentato una lista unica assieme ai renziani, a Fratelli d’Italia e a pezzi di Ncd. Oggi la stessa faida tutta interna al centrodestra va in scena a Cosenza, dove la guerra è tra l’area della famiglia Gentile, (senatore e assessore regionale) che sostengono il sindaco di Rende, Manna e il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto che dall’Udc è passato con Fi. 

In mezzo c’è il centrosinistra che dice di essere compatto sul sindaco Gianni Papasso, ma mica è detto che questo poi possa vedersi nelle urne. Le lacerazioni interne, sia a destra che a sinistra, non potranno non avere risvolti anche nelle prossime elezioni regionali, tra partiti, e alleanze. Basti solo pensare che quello che è avvenuto a Vibo, è stato oggetto anche di rimproveri, neanche troppo celati, in incontri romani per decidere di future alleanze. 

E quello che sta accadendo a Crotone, con l’area di Sculco che appoggia una parte di Fi, ma si becca il dissenso di Stano Zurlo (presidente uscente dell’ex Pdl della Provincia) e dell’assessore regionale, Alfonso Dattolo che è nell’Udc (in Regione in maggioranza con Sculco) è il segno che i Demokratici di Enzo Sculco non sono più col centrodestra. Insomma tutto questo è il segno che le provinciali sono solo il preludio di ciò che potrebbe accadere alle prossime regionali. 

A Vibo il Pd era spaccato e il simbolo del partito di Renzi lo hanno utilizzato i cuperliani che, a Vibo, fanno riferimento al deputato Bruno Censore. Un guazzabuglio. 
A Catanzaro oltre a destra e sinistra c’è anche il movimento indipendentista dei sindaci, rappresentato da un candidato che è appunto un primo cittadino, è il caso di Leo Procopio, Sindaco di Montauro. Il punto qui è che ad avere più ostacoli nella candidatura è stato proprio il segretaio provinciale del Pd che appunto aspira a quella poltrona; parliamo di Enzo Bruno che si contende lo scettro sia con Procopio che con Tommaso Brutto, candidato del centrodestra. 

Di certo gli “scontenti” del Pd potrebbero anche non votare forti e unito per Bruno. In fondo c’è chi, qui a Catanzaro, si sta facendo già i conti e vede il centrodestra in vantaggio, salvo colpi di scena.

 

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