Bianco dice "No" all'ampliamento della discarica di Casignana

Fa discutere e preoccupa la comunicazione che il dirigente del dipartimento ambiente, Bruno Gualtieri, qualche settimana fa ha inviato al comune di Bianco, ricordando che in previsione di un prossimo ampliamento della discarica di Casignana, progetto per il quale furono stanziati nel 2011 quattro milioni di euro, il sito raggiungerà una capienza massima di 500 mila metri cubi.
Un’assemblea tenutasi a Bianco circa un mese fa, nel pieno dell’emergenza rifiuti locridea, alla presenza del presidente si Assocomuni, del presidente dell’assemblea dei sindaci e del suo direttivo, di una nutrita partecipazione dei sindaci e di altrettanti cittadini, aveva chiarito quale fosse la linea intrapresa dalle amministrazioni del territorio in merito alla questione mai chiarita e sempre aperta della discarica di Casignana. L’incontro aveva messo in luce come fosse di priorità assoluta, l’attivazione della raccolta differenziata porta a porta unica via d’uscita sicura dall’emergenza rifiuti, l’utilizzo della discarica esclusivo dei comuni limitrofi e la bonifica integrale del sito con contestuale verifica dello smaltimento del percolato. La missiva giunta inaspettata al comune di Bianco non poteva che causare delle reazione concretizzatesi in un duro attacco da parte dell’amministrazione, ‹‹tutti sanno cosa è successo e i motivi che hanno portato alla chiusura della discarica, - ha dichiarato il presidente del consiglio comunale Rodolfo Nucera - nata inizialmente per il conferimento dei sette comuni limitrofi, ha finito per ospitare i rifiuti di mezza Calabria, in modo spropositato ed incontrollabile, perché è chiaro che più alta è la quantità di rifiuti conferiti, più bassi sono i controlli sulla qualità degli stessi, non dico per volontà ma per ragioni contingenti››. Nel corso degli anni la storia della discarica è stata alquanto travagliata, si sono succeduti in tempi diversi sequestri e dissequestri da parte dell’autorità giudiziaria, analisi e rilievi eseguiti dall’Arpacal, in alcuni casi anche contraddittori tra di loro e per ultimo l’inchiesta Black garden che ha portato ad un processo tutt’ora in corso dove anche Legambiente si è costituita parte civile. Oggi la discarica di Casignana, è chiusa in quanto a causa del conferimento indiscriminato di questi anni si è arrivati alla sua totale saturazione, causata con ogni probabilità del completo fallimento dell’ufficio del commissario per il superamento dell’emergenza rifiuti, ‹‹che ha dimostrato in 15 anni di attività a fronte di uno sperpero di centinaia di milioni di euro una totale inettitudine e incompetenza per il superamento della crisi. Ufficio del commissario per il quale il sindaco Scordino – prosegue Nucera - aveva chiesto che il Comitato dei Sindaci della Locride si facesse promotore di una denuncia penale. Richiesta rimasta inascoltata. Bianco è il territorio che più ha pagato in questi anni in termini ambientali per la presenza della discarica di Casignana, è qui che viene prodotto il vino Greco di Bianco, uno dei vini Doc più pregiati d’Italia ma anche uno tra i meno estesi. Ma abbiamo anche subito anche danni strutturali, basti pensare che la strada di collegamento che porta a contrada Crocefisso - zona in cui è ubicata la discarica - è stata danneggiata a causa del passaggio negli anni di migliaia di compattatori e tir colmi di rifiuti››. Tuttavia, allo stato attuale non si conoscono le conseguenze che la discarica possa aver provocato sui vitigni né eventualmente sulle falde acquifere a causa della documentata fuoriuscita di percolato. Sarebbe, però, intenzione dell’amministrazione procedere ad una indagine tecnica per valutare i danni ambientali e in caso positivo chiedere un finanziamento per la bonifica dei terreni compromessi.
Il netto rifiuto.
‹‹L’Amministrazione Comunale di Bianco è cosciente del fatto che ogni territorio debba dotarsi di una discarica per smaltire i propri rifiuti ma è inaccettabile che noi si diventi la pattumiera della Calabria, ed è proprio questo che oggi Bianco sta rischiando. Il dirigente Bruno Gualtieri capo del dipartimento ambiente, infatti, con una nota ci ha comunicato l’intenzione di realizzare un ampliamento della discarica di Casignana con una capacità di conferimento di circa di circa 500 mila metri cubi di rifiuti. Una quantità inimmaginabile che è stata prevista non certo per il solo territorio che, ha sì bisogno di una discarica ma solo per il residuale (il non riciclabile derivante della raccolta differenziata). Purtroppo il porta a porta stenta a partire per cause non imputabili a Bianco il cui progetto ha subito dei ritardi in quanto la Provincia ha inteso coinvolgere i comuni della vallata per un progetto comune, progetto al quale non tutti le amministrazioni interessate hanno dimostrato sensibilità e attenzione provocando di conseguenza continui rimandi che ovviamente si sono ripercossi anche su Bianco. Ciò che noi vogliamo, come cittadini e come amministrazione è stato detto a chiare note dal Sindaco Scordino e che i fondi stanziati per l’ampliamento della discarica di Casignana siano, dirottati sul progetto porta a porta a sostegno dei comuni››. Richiesta, questa, legittimata dalla direttiva UE n. 31 sulle discariche, la quale stabilisce che i rifiuti da collocarvi devono essere trattati in precedenza, ossia devono subire alcuni "processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero". A non andare giù all’amministrativo bianchese vi sarebbe la realizzazione nel territorio di Bianco di una strada di collegamento con la 106, e ‹‹questo noi non lo consentiremo mai anche a costo delle barricate. Noi come amministrazione abbiamo assunto delle posizioni in consiglio assolutamente rigorose nei confronti della discarica posizioni che continueremo a mantenere sino alla fine. Se davvero la Regione intendesse realizzare questo progetto allora tutti i cittadini dovranno mobilitarsi e dire no all’avvelenamento ed alla morte del nostro territorio. Sarebbe opportuno che anche i diretti interessati sul cui territorio sorge la discarica si pronunciassero al riguardo. Certo una discarica vuol dire anche economia e servizi, per il Comune dove sorge, ma non si può pensare che per un interesse economico, pubblico o privato che sia, seppur legittimo si possa accettare di tutto . Noi – conclude - abbiamo un preciso dovere che intendiamo onorare, quello di tutelare l’ambiente dove viviamo e la salute dei cittadini›
fonte lentelocale.it