GIOIA TAURO (RC): I CARABINIERI ARRESTANO UNA DONNA PER L’OMICIDIO DEL COMPAGNO.

(Da sinistra Capitano Gabriele Troia, Tenente Colonnello Carmine Mungiello, Dott. Emanuele Crescenti, Generale di Brigata Cesario Totaro.)
GIOIA TAURO (RC): SVOLTA DOPO OLTRE UN ANNO DI INDAGINI – I CARABINIERI
ARRESTANO UNA DONNA PER L’OMICIDIO DEL COMPAGNO.
A Gioia Tauro (RC), i Carabinieri del Nucleo Investigativo della Compagnia di Gioia Tauro, con il
supporto dei militari della locale Stazione, hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palmi, una donna di 63 anni,
originaria della stessa cittadina, ritenuta gravemente indiziata – fatte salve le successive
valutazioni nelle successive fasi processuali - dell’omicidio doloso del proprio compagno
convivente, avvenuto nel gennaio del 2023.
L’INTERVENTO DEI SOCCORSI E I PRIMI SOSPETTI
l caso prese le mosse quando la donna contattò i soccorsi riferendo di un improvviso malore
dell’uomo. L’arrivo del personale sanitario trovò l’uomo già privo di vita, apparentemente deceduto
per cause naturali. Tuttavia, numerose contraddizioni nelle dichiarazioni rese dalla donna e
l’atteggiamento freddo e distaccato mostrato nelle fasi immediatamente successive alla morte, uniti
a un inspiegabile ritardo nell’attivazione dei soccorsi, suscitarono i primi dubbi tra i militari
intervenuti.
I Carabinieri, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi diretta dal
dott. Emanuele Crescenti, hanno avviato una complessa e articolata attività investigativa.
L’indagine, condotta attraverso tecniche tradizionali ma scrupolose – tra cui sopralluoghi, perizie,
audizioni testimoniali, consulenze medico-legali e accertamenti specialistici – ha permesso di
raccogliere importanti elementi di prova che hanno progressivamente delineato un quadro
indiziario coerente e solido nei confronti della donna.
L’INDAGINE COORDINATA DALLA PROCURA DI PALMI
Fondamentali, ai fini delle indagini, sono risultate le perizie prodotte dai consulenti tecnici incaricati,
che hanno evidenziato lesioni interne e segni sul corpo della vittima incompatibili con una morte
naturale. A rafforzare l’impianto investigativo, si è aggiunta la ricostruzione temporale degli eventi
che ha evidenziato un notevole lasso di tempo tra la presunta morte dell’uomo e la richiesta di
soccorso. Una circostanza che, unita al comportamento della donna e alle sue versioni mutevoli,
ha consolidato il sospetto che si trattasse di un omicidio camuffato da decesso accidentale.
L’ARRESTO E LA TRADUZIONE IN CARCERE
Al termine delle indagini, la Procura ha richiesto ed ottenuto l’emissione della misura cautelare in
carcere, prontamente eseguita dai Carabinieri. La donna è stata quindi tradotta presso la Casa
Circondariale di Reggio Calabria “Giuseppe Panzera”, dove resterà a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria.
UN IMPEGNO COSTANTE PER LA VERITÀ
L’attività investigativa condotta dall’Arma dei Carabinieri, ancora una volta, dimostra l’efficacia
dell’approccio investigativo fondato sull’esperienza, la capacità d’osservazione e la tenacia nel
superare le apparenze. In questo caso, una morte inizialmente considerata improvvisa ha trovato
una spiegazione molto più drammatica, rivelando un crimine consumato tra le mura domestiche,
nel silenzio e nella solitudine.
PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA
Si precisa che, allo stato attuale del procedimento penale, la persona arrestata è da ritenersi
presunta innocente fino a sentenza definitiva di condanna, in ossequio al principio sancito
dall’articolo 27 della Costituzione.